Se nell'ultimo post dedicato alla magica isola di Gran Canaria avete girovagato per la sua capitale Las Palmas, nell'elegante centro storico legato alla storia della navigazione e sull'infinita spiaggia dei surfisti di Las Canteras sotto un cielo accattivante carico di nuvole minacciose, oggi godrete un sole splendente tra i picchi rocciosi, scogliere e villaggi da cartolina.
Ci lasciamo alle spalle il trambusto cittadino e il borbottio dell'oceano per inerpicarci in auto (il mezzo ideale per scoprire ogni angolo dell'isola altrimenti quasi impossibile da raggiungere) lungo una strada che diviene ripida e zeppa di curve, e s'incunea fra le vallate dell'entroterra. Salendo le nuvole svaniscono per svelare un cielo di un blu intenso e dei raggi di sole particolarmente caldi. I villaggi spariscono così come i vigneti, i frutteti e le piantagioni di banane per lasciare il posto a una pineta idilliaca, molto vasta, pulita che offre molteplici possibilità di escursioni. Vale la pena anche solo fermarsi a una delle diverse aree predisposte con tavoli, panchine e servizi igienici e concedersi un semplice girovagare senza meta calpestando un tappeto morbido di aghi lunghi e secchi caduti dai pini delle Canarie, caratterizzati da un fusto esile e altissimo, e da un profumo molto intenso, diverso da quello delle nostre pinete. Merita inoltre scovare un punto panoramico dove poter scrutare verso il basso il mare di nuvole sottostanti: sembrerà così di galleggiare in aria.
Proseguendo, a una quarantina di chilometri dalla partenza, si giunge al Mirador del Pico de los Pozos de las Nieves, a 1949 metri di quota, accanto a Morro de la Agujereada, il punto più alto dell'isola con i suoi 1958 metri. Il belvedere si trova appena sopra l'area di sosta e il panorama è spettacolare, allargandosi a una porzione consistente di Gran Canaria dichiarata Riserva della Biosfera dall'Unesco, con vallate coperte di pinete, guglie rocciose e gole sabbiose e aride. In lontananza si vede il vulcano Teide sull'isola di Tenerife, altra indimenticabile meta di viaggio, e più vicino spicca Roque Nublo, la roccia simbolo del luogo e nostra prossima vicina destinazione.
A un quarto d'ora di macchina infatti sfiliamo accanto all'Aparcamiento (parcheggio) de la Degolleda de la Goleta, dove parte il breve sentiero per raggiungere Roque Nublo. Se come noi lo trovate pieno, così come il tratto di strada nei dintorni, e non vi spaventa una manciata di passi in più, potete proseguire in discesa in direzione di Ayacata e lasciare la macchina nella piazzola in cui transita fra l'altro il tracciato pedonale proveniente proprio da quel villaggio. Da qui ci si collega facilmente al percorso ufficiale della lunghezza di 1,5 km e un dislivello di 150 metri, che non presenta difficoltà particolari. Per transitarvi sono sufficienti un minimo di allenamento e di buon senso, un paio di scarpe da ginnastica (ho visto persone in ciabatte e infradito) e delle bottigliette d'acqua acquistabili nel chiosco del parcheggio principale. Salendo, il paesaggio diventa sempre più spettacolare, raggiungendo l'apice sull'altopiano brullo a quota 1813 metri e in fondo al quale sono adagiati Roque Nublo con i suoi ottanta metri di altezza e il fratello minore detto la Rana. Tutt'intorno vi sono foreste di pini, canyon, promontori rocciosi, si vedono il Pico de Las Nieves e in lontananza il Teide a Tenerife, in un ambiente che ci ricorda i parchi sconfinati dell'America dell'ovest.
Vallata che ospita il villaggio di Ayacata salendo verso Roque Nublo |
Panorama da Roque Nublo verso Pico de las Nieves |
Roque Nublo spicca con i suoi 80 metri di altezza |
Veduta dall'altopiano che ospita Roque Nublo |
E' giunto il momento di tornare in riva all'oceano e per farlo scegliamo la strada scenografica GC 60 che si inoltra tortuosa in vallate strette prima rivestite di pini, arbusti, piante grasse, fichi d'india e poi aride dalla terra e dai massi di colore rossastro o nero. Scendendo, le pareti dei canyon acquistano imponenza intorno a noi, incutono timore e reverenza. Sembra impossibile che qualcuno abbia scelto di abitarvi, eppure in mezzo al nulla compaiono casette coloniali e aziende agricole circondate da piccole oasi verdi, qualche hotel e ristorante ben mimetizzati nel territorio, e ancora più in giù il candido paese di Fataga, fiorito e ben conservato.
Merita una sosta il Mirador Astronomico de la Degollada de las Yeguas. Oltre a essere un suggestivo belvedere sulla valle, è uno dei migliori punti di osservazione astronomico di Gran Canaria. Nelle notti terse infatti, grazie alla sua posizione e all'assenza di luci artificiali, è possibile godere di un magnifico cielo punteggiato di costellazioni e se si è fortunati c'è un'alta probabilità di individuare qualche stella cadente. A tal proposito vengono organizzati dei tour ai quali stavolta non prendiamo parte, ma l'osservazione della volta celeste rimane una delle esperienze che ci piacerebbe sperimentare.
A
nove chilometri di distanza sorge la nota località turistica di
Maspalomas, dove pernotteremo per le
restanti cinque notte al Palm Oasis,
scegliendo la formula bed and breakfast in un appartamento molto
confortevole dotato di ampio terrazzo con vista giardino e arredato
con lettini, tavolo e sedie perfetti per la cena. E’
un resort nell'entroterra a pochi minuti di
macchina dall’oceano dal
buon rapporto qualità prezzo e parcheggio
gratuito prenotando direttamente dal sito
(quelli fronte spiaggia sono molto
costosi), immerso
in un parco tropicale, con due piscine esterne e sala giochi coperta,
colazione però non varia e con poca
scelta.
Delle dune di Maspalomas vi parlerò nel prossimo post, ora vi porto sulle scogliere più maestose dell’isola, raggiunte guidando per oltre un’ora tra i ‘barranco’, burroni, di Gran Canaria. Lungo il percorso per nulla monotono disegnato da salite tortuose e altrettante discese consiglio una fermata al Mirador de Veneguera, terrazzo con panorama sul profondo canyon abitato e sui massi di Los Azulejos de Veneguera che s'innalzano a poca distanza. Sono depositi di materiale piroclastico di ignimbrite formatisi durante l’esplosione vulcanica 14,1 milioni di anni fa e alterati dai gas caldi idrotermali generati dall'eruzione. Il risultato è la creazione di nuovi minerali sfumati di azzurro e giallo che ben si distinguono nella roccia madre, scura e rossastra. E' possibile ammirarli da vicino parcheggiando a bordo strada in prossimità di un chiosco di frutta e succhi di produzione locale, per poi compiere una breve passeggiata fino ai piedi della conformazione.
Panorama dal Mirador de Veneguera |
I colori della roccia di Los Azulejos de Veneguera |
Sempre durante il tragitto si incontra il Cactualdea park, un giardino di cactus con aloe, palme, tartarughe e pavoni, ma visto l’ingresso a pagamento, le recensioni appena sufficienti e avendo già visitato il bel parco botanico gratuito Viera y Clavijo a Las Palmas decidiamo di oltrepassarlo e proseguire diretti fino alla meta, il Mirador del Balcon. Questo belvedere è una piattaforma artificiale in parte vetrata aggrappata alla roccia e protesa sull’oceano. La vista è ovviamente splendida, con il vulcano Teide sullo sfondo circondato a mezz'altezza dalle nuvole, e le scogliere dette ‘la coda del drago’, per via delle loro punte zigzaganti che ricordano l’animale mitologico. Pure qui non poteva mancare un punto di osservazione astronomico, con tanto di mappa della volta celeste e la garanzia di ammirare le stelle di notte nell'oscurità completa.
Scogliere a picco dal Mirador del Balcon |
Tornando indietro per la stessa strada (le alternative sono procedere verso Las Palmas o salire a Roque Nublo, entrambe già presentate nel post precedente) compiamo una deviazione per bighellonare in una delle zone più assolate d'Europa: Puerto De Mogan. Consiglio di lasciare l'auto ai parcheggi gratuiti nei pressi del piccolo centro commerciale e seguire il largo viale pedonale adornato da palme e alberi fioriti che conduce alla baia. La località è un accogliente porticciolo di pescatori e turistico, che si allunga in parte nello stretto fondo del canyon allontanandosi dall'oceano e si inerpica sui fianchi scoscesi affacciati sull'Atlantico. Proprio qui si trova il Mirador, al termine di scalinate ripide e strette che ne tagliano il cuore storico, con vedute sull'intera area del porto sottostante: è l'invito a essere visitato. In effetti è un piacere passeggiare tra i vialetti fiancheggiati da bianchi edifici in stile coloniale e decorati con una miriade di fiori e piante, per poi sbucare nelle piazzette sfiorate dalle imbarcazioni e piene di locali dai quali sfuggono profumi invitanti. A pochi passi è stata creata una spiaggetta protetta dai frangiflutti e di dimensioni ridotte, perciò adatta alla famiglie con bimbi piccoli ma per noi poco attrattiva. E' di certo la parte meno affascinante di Puerto De Mogan, famoso invece per il centro storico e lo scorrere lento della vita.
Salendo verso il Mirador di Puero de Mogan |
Panorama su Puerto de Mogan dal Mirador |
Il porticciolo di Puerto de Mogan |
Le vie fiorite di Puerto de Mogan |
Le spiagge più belle di Gran Canaria ve le farò conoscere nel prossimo post, assieme a un centro di recupero per animali esotici molto speciale...
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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