lunedì 6 ottobre 2014

Dai castelli di Bellinzona al Passo Spluga attraverso il Passo San Bernardino

Per caso scopriamo Bellinzona grazie a un depliant turistico distribuito in un agenzia di viaggi della nostra città e subito le immagini dei suoi castelli e dei vigneti coltivati lungo i ripidi fianchi della montagna ci incuriosiscono. La posizione poi, non distante dalla nota cittadina svizzera di Lugano, dal lago di Locarno e adagiata proprio all'inizio delle vallate del San Bernardino e del San Gottardo, la rende privilegiata per esplorarne le bellezze circostanti o per avventurarsi sui valichi alpini. 


Castelgrande domina la bella cittadina di Bellinzona

La nostra scoperta della città inizia da uno dei suoi castelli, quello di MontebelloPosto sulla collina omonima, la fortezza domina Bellinzona e Castelgrande e contempla dal basso il maniero compatto e possente di Sasso Corbaro. Un ponte levatoio, calato su un profondo fossato ai piedi di un'apertura ad arco nella prima cinta muraria, permette l'accesso a un'ampia corte catapultandoci in un tempo lontano quando fieri cavalieri varcavano la soglia in sella ai loro destrieri e dame in sontuosi abiti ricamati si accompagnavano ai signori dell'epoca anch'essi riccamente agghindati. 
Eretto dalla nobile famiglia dei Rusca nel XIV secolo, Montebello rispecchia in pieno lo stile medievale grazie alla doppia serie di mura merlate, alle  torri, le feritoie e un cammino di ronda con caditoie che protegge un nucleo centrale composto da vari edifici dove fremeva la vita di corte. Il castello oggi ospita il Museo civico con la collezione archeologica distribuito nei diversi piani del mastio, fino al sottotetto.

Castello di Montebello
La vita di corte fremeva dentro il Castello di Montebello
Mura merlate e torri cilindriche al castello di Montebello
Da Montebello, in circa dieci minuti, scendiamo nelle storiche vie lastricate di Bellinzona rallegrate dagli squillanti suoni delle trombe di un esilarante banda itinerante. Questo fine settimana si festeggia l'uva e per l'occasione troviamo esposte in piazza due bellissime botti in legno intarsiato e una carrellata di grappoli d'uva con le rispettive denominazioni. Non potevano certo mancare le colorate bancarelle di salumi e dolcetti, stuzzicanti tentazioni per grandi e piccini, e le lunghe tavolate intorno alle quali sedersi in compagnia gustando un piatto di polenta e salsicce. Impossibile resistere all'invitante profumo del cibo cotto alla griglia; non resta quindi che fermarci e brindare, insieme ai bellinzonesi, alla tanto apprezzata bevanda degli dei.

Scorci di 'Bellinzona in festa' dedicati a viticoltori locali 



Con la pancia piena riprendiamo a passeggiare fiancheggiando la Collegiata dei Santi Pietro e Stefano e imboccando la salita di San Michele che conduce al vasto terrazzo prativo di Castelgrande (in alternativa vi si può accedere con l'ascensore) abitato fin dal 5000 a.C.. Le prime testimonianze di una vera e propria fortezza risalgono al IV secolo d.C., tuttavia bisogna attendere sino al XIV secolo per ammirare un complesso simile a quello odierno. Come la grande maggioranza dei castelli poi, nel corso della storia subì opere di modifiche e ampliamento che in parte ne modificarono la struttura, le ultime delle quali si svolsero fino a poche decine di anni fa. 
A Castelgrande le ombre della Torre Nera (più bassa e tozza) e della Torre Bianca (più alta e snella) si proiettano sul manto erboso che ricopre una collina dai fianchi ripidi e rocciosi che si eleva nel centro della pianura, luogo ideale per costruire una fortezza a controllo del fondovalle. Uno stretto camminatoio collega le Torri dalla cui cima si dominano i tetti di Bellinzona e si ha la sensazione di essere protetti dallo sguardo vigile dei castelli sovrastanti di Montebello e Sasso Corbaro. Stupendi i filari di viti intorno a Castelgrande disposti sui ritagli di terra fra gli speroni di roccia, suggestivi i grappoli d'uva che sfiorano le pietre della cinta muraria, incantevole il vecchio e solitario albero di latifoglie che trova posto accanto agli storici edifici in questa spianata d'erba naturale.   
Della fortezza, oltre che le torri, è possibile visitare alcune delle sale ristrutturate che in questo periodo ospitano la Mostra dedicata al ritorno dei Visconti
(sito internet: http://www.bellinzonaturismo.ch/it/eventi.aspx?id=135606). Fra armi, abiti, pergamene, gioielli, stemmi, monete vi sono esposti anche gli scudi della celebre battaglia di Giornico che nel 1478 vide la sconfitta dell'esercito del ducato di Milano per mano delle truppe confederate e degli abitanti della valle. Passo dopo passo si scopre la vita dei nobili di Bellinzona durante il periodo Visconteo Sforzesco, quando la città era un dinamico centro di scambi commerciali e culturali e si opponeva alla rigidità e alla forza militare imposte dai Cantoni Svizzeri. 

Castelgrande visto dal Castello di Montebello
Torre Nera di Castelgrande vista dalla Torre Bianca
Torre Bianca (a destra) e Torre Nera a Castelgrande con il vecchio albero al centro
Castello di Montebello e sopra di Sasso Corbaro visti da Castelgrande
Rimane solo un castello da visitare, quello più piccolo ma nella posizione di controllo ottimale di 230 metri di altezza con una vista che spazia fino alle rive del lago Maggiore e sull'imbocco delle Valli del San Bernardino e del Gottardo. Costruito a partire del  1479, Sasso Corbaro ha una struttura essenziale, compatta, possente, inespugnabile, ideale per ospitare le guarnigioni in tempi di guerra e le prigioni durante i periodi di pace. Anche qui vi sono un mastio, degli edifici più bassi interni e un cammino di ronda con caditoie e merli tipici del Medioevo, tuttavia diverse parti originali sono andate perdute. Un massiccio restauro, accompagnato da grandi opere di consolidamento del secolo precedente, lo riportarono alla luce mostrandolo com'è oggi. 
Nelle sue sale fino al 2 novembre si potrà ammirare l'Esposizione fotografica di Nicola Demaldi che documenta i prodigiosi lavori della galleria del Gottardo svolti dai cantieri AlpTransit. Grazie a filmati tridimensionali e a riprese reali si è catapultati nel cuore della roccia durante i momenti più importanti delle operazioni di scavo dei 57 chilometri del tunnel ferroviario più lungo al mondo. La tratta sarà inaugurata a dicembre 2016, permetterà di coprire Milano-Zurigo in meno di tre ore e lo scopo principale è quello di spostare su rotaie la maggior parte del traffico merci tra l'Europa e L'Italia settentrionale. 
Già negli anni sessanta si pensava al progetto della cosiddetta 'ferrovia di pianura' ma solo nel ventesimo secolo si è stati in grado di realizzarlo grazie all'utilizzo di 4 macchine fresatrici tecnologicamente rivoluzionarie capaci di avanzare fino a 40 metri al giorno: con il solo esplosivo sarebbe stato impossibile! (Sito internet della mostra: http://www.bellinzonaturismo.ch/it/eventi.aspx?id=135554).

Sito internet dei castelli di Bellinzona per informazioni su orari, prezzi, accessi e mostre ed eventi: http://www.bellinzonaunesco.ch/castelliunesco/it/default.asp oppure http://www.bellinzonaturismo.ch/it/castelli.aspx

Il piccolo ma possente interno del castello di Sasso Corbaro
Castelgrande e Castello di Montebello visti dal castello di Sasso Corbaro
Usciamo da Bellinzona e imbocchiamo la stretta e selvaggia vallata che sale fino al Passo San Bernardino a 2065 metri di quota. Dopo il lungo tratto iniziale quasi completamente pianeggiante che s'inoltre tra minuscoli paesi e ampi campi verdeggianti costeggiando il fiume Moesa, la strada vecchia n°13 diviene ripida e disegna una sequenza di tornanti in una fitta pineta di conifere. A un tratto, come per incanto, un'ampia conca rompe la monotonia della salita ospitando il villaggio di San Bernardino, rinomata stazione sciistica del Canton Ticino a 1626 metri di altezza, e la diga d'Isola, regalando un inaspettato e piacevole scorcio di località alpina. L'illusione però dura poco perché la carrozzabile s'inerpica ancora per alcuni chilometri per raggiungere il Valico di San Bernardino dove il laghetto di Moesola e la vecchia casa Cantonale addolciscono il brullo paesaggio di alta montagna fatto di muschi, arbusti e cespi d'erba.
Qualche scatto veloce e ripartiamo in discesa verso Splugen, un piccolo villaggio di poco meno di 450 anime da cui inizia l'affascinante e geologicamente degna di interesse Via Mala. Ma questa è un'altra storia, un altro viaggio, un altro post, noi lasciamo il fondovalle per il Passo dello Spluga a 2114 metri, noto fin dai tempi lontani per andare e venire dalla valle del Reno Superiore e nelle cui vicinanze c'è il punto d'italia più distante in linea d'aria dal mare: ben 240 chilometri.
Curiosità a parte, il valico in sé è piuttosto anonimo, le vedute capaci di emozionare si trovano poco più in basso verso Chiavenna intorno alle acque glaciali della diga dello Spluga in cui si specchiano i picchi delle montagne e le nuvole in balie delle correnti.
Da qui, concludiamo la nostra giornata tornando nella cittadina di Sondrio in Valtellina dove viviamo, godendoci ogni metro di questo stupendo contesto alpino che ogni volta ci impressiona e conquista il nostro cuore.


L'ampia vallata che ospita il villaggio di San Bernardino
Lago al Passo di San Bernardino
Passo di San Bernardino
Lago dello Spluga a pochi passi dall'omonimo Passo

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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