sabato 17 agosto 2024

DALLA VALFURVA ALLA NOTTE NERA

Avete mai provato a camminare senza una meta precisa ma solo per il piacere di muovervi, meglio se immersi nel fresco di una pineta in fuga dal caldo opprimente di questa estate e dall'overtourism, imboccando percorsi non preventivati e lasciandovi sorprendere da panorami inaspettati? Il nostro weekend comincia proprio così, dal paese di Santa Caterina in Valfurva a 1738 metri di altezza (alta Valtellina - provincia di Sondrio) la valle nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio che dalla località turistica di Bormio, protagonista delle prossime olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026, sale sulla destra verso il Passo Gavia. Lasciata l'auto nel parcheggio dell'hotel residence 3 signori dove alloggeremo per una notte (offre camere e appartamenti ampi arredati in modo semplice, piscina e spa incluse nella tariffa, ottimo rapporto qualità prezzo se si prenota direttamente sul sito, possibilità di mezza pensione o in alternativa pizzeria, colazione varia e servizio miniclub gratuito dal pomeriggio alla sera) attraversiamo il ponte sul torrente Frigidolfo e imbocchiamo il sentiero che da subito s'inerpica tra i pini e in 1 ora e 30 minuti e 500 metri di dislivello conduce all'agriturismo Ables, a 2250 metri di quota. Avendo il pranzo il sacco non ne assaggeremo la cucina, pure perché io, mio marito e nostro figlio Leonardo, almeno in vacanza, non vogliamo essere schiavi dell'orologio o di nessun'altro tipo di vincolo, eccetto quello di visitare la montagna con prudenza e rispetto. Mangeremo quando lo stomaco brontolerà e proseguiremo fin dove ci andrà di farlo. Passo dopo passo entriamo e usciamo dal bosco di conifere che si alterna ai pascoli impreziositi da graziose baite in sasso e legno e gerani alle finestre. Con poca fatica si giunge agli ampi prati di Ables dove il panorama spazia dall'arrivo della funivia di Bormio 3000 ai pascoli di Plaghera (qui segnalo la presenza di due bei rifugio, Paradiso e Sci 2000, con all'esterno molti giochi per bambini  sormontati dalla cabinovia per il Sunny Valley, fino alla lunga salita del Gavia. La montagna pulsa di vita con le mucche e i loro campanacci, i cani pastore e alcune persone impegnate nella raccolta del fieno.

Alpeggio salendo verso l'Ables con vista sui pascoli di Plaghera

Raccolta del fieno in località Ables

Proseguiamo a destra per addentrarci nella valle dei Forni, conosciuta per i percorsi glaciologici, i rifugi e il meraviglioso ghiacciaio, quest'ultimo sofferente a causa delle alte temperatura e della mancanza di precipitazioni durante l'inverno, tanto da essersi ritirato di 2,6 chilometri negli ultimi 150 anni. Il sentiero è ben segnalato ma poco frequentato così, dopo aver superato le baite di Raseit, possiamo beneficiare appieno di una panorama maestoso sull'antistante Pizzo Tresero, verso il suggestivo ghiacciaio dei Forni sullo sfondo, e sui vasti pianori erbosi, umidi attraversati dai torrenti e punteggiati di fiori bianchi simili a batuffoli di cotone, di corolle gialle e piccoli tappeti violacei. Giunti dopo circa 50 minuti all'incrocio con il tracciato per il lago della Manzina (segnalato a 1 ora e 30 minuti) si può decidere di scendere al rifugio Forni (in 40 minuti) e poi volendo usufruire della navetta a pagamento e prenotazione obbligatoria per tornare a Santa Caterina, oppure come noi scegliere di inerpicarsi un poco sulla salita per il laghetto (senza raggiungerlo) per godere di una veduta ancora più ampia e quindi riposarsi nel bel riparo in legno posizionato a doc a 2400 metri di altitudine. A pomeriggio inoltrato ripercorriamo lo stesso itinerario per tornare in paese e avere il tempo di rilassarci nella spa dell'albergo e sguazzare in piscina.  

In ordine: due viste sul Pizzo Tresero, due vedute verso il ghiacciaio dei Forni,
riparo con vista sulla salita per il lago della Manzina






Il giorno dopo ci attende una discesa adrenalinica sul Family Bob Cima Piazzi in Valdidentro, raggiungibile comodamente con la cabinovia dal paese di Isolaccia, già testato più volte e molto apprezzato (scopritelo nel link). Per tale motivo ripetiamo volentieri l'esperienza sfruttando il giro gratuito incluso nella card dei bambini acquistata il fine settimana precedente in occasione della fantastica Notte Viola di Isolaccia e raccontata nel post Meravigliosa Valdidentro. Dopo le corse sul bob, dalla stazione a monte dell'impianto sono fruibili diversi itinerari: alla chiesetta di San Colombano, al Fortino di Oga, e verso l'amena valle Lia, tutti luoghi meravigliosi scoperti anche da noi e descritti nei diversi articoli del blog. Stavolta scendiamo semplicemente a piedi fino a Isolaccia, seguendo la comoda stradina sterrata tra le pinete e gli alpeggi, con vedute sulla Vadidentro e in particolare sulle Torri di Fraele e la grande palestra di roccia naturale accanto alla cascata di Scianno...


...E la sera siamo pronti a scatenarci alla Notte Nera di LIVIGNO, la famosissima località turistica montana molto apprezzata sia dagli sportivi che dagli amanti dello shopping per via della zona extradoganale. Conosciamo bene i sentieri del grande comprensorio livignasco e se volete scoprirli vi basterà digitare il nome Livigno nel gadget in alto a sinistra 'cerca nel blog'. Mi dilungherei troppo a segnalarli tutti :-) .
Cibi sfiziosi e bevande a parte, la Notte Nera è la festa di un paese intero. Lungo la via principale si esibiscono gruppi musicali e artisti di strada, si assistono agli spettacoli con il fuoco grazie a Strie Fire show e alle performance atletiche della strepitosa compagnia originaria della Namibia, si ascoltano le note di un pianoforte sospeso in aria si prova il mini bowling all'esterno del Cronox Food & Fun. Tutte cose già viste penserete. Invece no, perché la particolarità della manifestazione, che è poi quella a renderla emozionante, è che si svolge a luci spente. A illuminare l'oscurità, a parte le stelle in un cielo profondo, solo lanterne (acquistate pure da noi in una delle bancarelle sparse per Livigno), candele, torce, e infine il grande falò in località Mottolino: eccezionale.     

La magica Notte Nera di Livigno

Pianista sospesa nell'aria... 
Il grande falò illumina la notte nera























Il pernottamento all'hotel Galli nel piccolo Tibet, un ottimo tre stelle con graziose camere in legno, spa e soprattutto una colazione con vasta scelta di prodotti dolci e salati di qualità tra cui molti tipici del luogo, prenotato in last minute direttamente sul sito, ci consente di vivere pure la domenica in alta quota. Per la gioia nostra e soprattutto di nostro figlio Leonardo saltiamo sulla cabinovia del Carosello 3000 per scendere alla stazione di monte dov'è stato creato, e poi ampliato nel corso degli anni, il Moki Park, la Familly adventure area a 2800 metri di altitudine, con un enorme tappeto elastico, palestra di bouldering artificiale, percorsi avventura e di equilibrio, piste di biglie in legno e tanto altro per il divertimento di bimbi/e e ragazzini/e. L'ultima creazione si trova sulla riva del lago per l'accumulo dell'acqua, dove grazie a solidi costruzioni in legno i più piccoli possono fingersi pirati e scrutare dall'albero maestro la fine della val Federia. 
Tra un gioco e l'altro c'è il tempo per un paio di escursioni. La prima fino alla croce posizionata lungo lo scenico sentiero per il Madonon, già raggiunto da noi lo scorso anno, e che fin dai primi passi regala dei panorami favolosi sulla vallata di Livigno e poi verso il gruppo del Bernina. Paesaggi a parte il motivo della passeggiata è toccare la neve accumulatasi in una valletta e avere l'ebrezza di giocare con i cristalli bianchi, ghiacciati, in pantaloncini e maglietta a maniche corte. Stavolta non arriviamo fino alla statua della Madonna, tornando indietro alla croce, per lasciare il tempo a Leonardo di sperimentare i nuovi giochi a bordo lago e quindi inerpicarci sui saliscendi del percorso di cresta (trovate la descrizione dettagliata nel blog) e sentirsi a un passo dal cielo. Le vedute anche in tal caso sono ampissime, verso il lago di Livigno, il passo Eira e le creste della Val Federia confinanti con la Svizzera. La discesa diventa piacevole usufruendo della seggiovia quadriposto sino al Rifugio e Ristorante Costaccia, con parco giochi e cucina per tutti i gusti, e successivamente della cabinovia che catapulta dalla tranquillità delle montagna alla vivacità del centro paese, dove concludiamo lo splendido week end nella rustica Bait dal Ghet, un locale tutto da provare...

Neve sul sentiero per il Madonon

Nuovi giochi sulla riva del laghetto all'arrivo della cabinovia di Carosello 3000 



Vasto panorama lungo il percorso di cresta da Carosello 3000 al 
rifugio Costaccia


Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.   

Nessun commento:

Posta un commento