venerdì 31 luglio 2015

Albula e Julier, due salite da incorniciare

Se nell'estate passata il freddo e la pioggia hanno flagellato il nord d'Italia il luglio 2015 sarà ricordato come uno dei mesi più caldi degli ultimi decenni, quindi per sfuggire all'insopportabile afa della pianura bisogna rifugiarsi in montagna dove si può godere di paesaggi incantevoli e dell'aria frizzante che, a causa dell'eccessiva calura, inizia a farsi sentire sopra i 2000 metri di quota. Per questi motivi la scelta del luogo è ricaduta su un gioiello montano svizzero dall'indiscutibile bellezza naturale, i caratteristici villaggi e la varietà di percorsi ciclistici: l'Engadina

A lei ho già dedicato diversi post di cui riporto un breve elenco nel caso voleste curiosare:

Da Livigno all'Engadina per un week-end in quota tra stambecchi e specialità valtellinesi: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.it/2013/08/da-livigno-allengadina-per-un-week-end.html

Cani e Natura, binomio perfetto per una giornata indimenticabile: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.it/2014/02/cani-e-natura-binomio-perfetto-per-una.html


A differenza di quanto narrato negli articolo precedenti oggi non percorreremo sentieri all'ombra di rigogliose pinete ma cercheremo di domare due valichi alpini dai panorami meravigliosi e dalle pendenze un po' meno entusiasmanti, sto parlando di Albula e Julier
Dalla media Valtellina l'accesso più breve all'Engadina è attraverso il Passo del Bernina la cui discesa dal lato svizzero si conclude nei pressi del paese di Celerina dove lasciamo la macchina nel parcheggio gratuito adiacente alla strada e alla pista ciclabile. Da qui 9 chilometri di falsopiano conducono all'abitato di La Punt dal quale inizia la temuta ascesa dell'Albula. Vi consiglio di riempire le borracce alla grande fontana posta nei primi metri della salita sulla destra perché il ristoro successivo è a 9,3 chilometri di distanza, sullo scollinamento, a 2315 metri di altezza.
Le pendenze sono severe da subito e la striscia d'asfalto si crea un passaggio tra le alte conifere disegnando un percorso di micidiali tornanti e tremendi tratti rettilinei nei quali l'acqua fresca, di cui ci si è riforniti, diventa indispensabile per dissetarsi e rinfrescare i muscoli delle gambe accaldati a causa dello sforzo eccessivo. L'agonia è lunga circa 6 chilometri e dal primo al quinto la pendenza media supera il 9%; vediamo diverse persone spingere la bicicletta ma noi cerchiamo di resistere. Dobbiamo farcela è questione d'orgoglio! 
Le fatiche sono ampiamente ripagate una volta raggiunto il tratto conclusivo; qui la vallata si apre in pascoli tempestati di fiorellini gialli e isole di neve rinfrescanti e la carrozzabile si snoda dolce in questo idillio costeggiando un laghetto alpino: è magnifico.      

Carta d'Identità e altimetria del Passo Albula da La Punt


Gli ultimi splendidi chilometri del Passo Albula da La Punt
Irrinunciabile foto ricordo accanto al cartello del Passo Albula 
Silvaplana e il lago di Champfer
Dall'Albula è possibile raggiungere il passo Julier scendendo fino a Tiefencastel, un paesino a 850 metri di altezza, per poi intraprendere la lunga salita di 36 chilometri fino al valico. Il giro completo con partenza e arrivo a Celerina misura circa 110 km ma noi non abbiamo né il 'fondo' e nemmeno meno la voglia di abbassarci così tanto di quota con questo caldo infernale. Preferiamo perciò seguire a ritroso il percorso dell'andata sino a Celerina, superare la lussuosa stazione turistica di Saint Moritz e arrivare alla suggestiva Silvaplana, inizio del lato engadinese dello Julier, per una lunghezza complessiva dell'uscita in bici di 70 chilometri.
Non mi dilungherò sulla bellezza della valle elvetica in quanto l'ho già ampiamente descritta e corredata di foto nei miei post precedenti, aggiungo solo che pedalare qui significa immergersi in una fiaba nella quale si ritrovano una serenità e una pace di cui l'essere umano ha bisogno per sfuggire dai problemi e dallo stress quotidiani.    
Romanticismi a parte ora bisogna affrontare la breve ascesa (7 km) del passo Julier e le pendenze iniziali non consentono di rilassarsi e di ammirare il paesaggio sottostante. Pazienza ce lo godremo al ritorno quando l'unica accortezza sarà tirare i freni della due ruote, rifare in senso opposto il percorso infatti non significa annoiarsi bensì scorgere dei panorami persi all'andata. 
Come per l'Albula gli ultimi chilometri dello Julier si aprono in una vallata alpina di raro splendore, rallegrata dal fiume, punteggiata di fiori e coronata da picchi montuosi e cascatelle. 
Così io e mio marito abbiamo trascorso una meravigliosa giornata di sport, montagna ed emozioni; chissà su quale altro passo alpino ci porterà la nostra bicicletta? 

Carta d'Identità e altimetria del Passo Julier da Silvaplana



Silvaplana e il lago omonimo affollato di kitesurf visti dalla strada per il passo Julier
L'ultimo tratto del Passo Julier da Silvaplana
Vallata verso Tiefencastel poco dopo il Passo Julier

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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