domenica 24 novembre 2019

Emozioni al Monasteiro de Piedra

Circa 100 chilometri da percorrere per la maggior parte su autostrade, gratuite, ci dividono dalla meta. Questa è la distanza tra Saragozza e il Monasteiro de Piedra, in Aragona, Spagna. 
Allontanandosi dalla capitale aragonese le abitazioni diminuiscono, concentrandosi solo in piccoli e rari paesi dispersi nel nulla. La pianura arida è interrotta da verdi campi coltivati, che poi si tramutano in colline di ulivi, vigneti e alberi da frutto. La terra è fertile sebbene appaia sterile, grazie agli sforzi dei contadini. Si attraversano canyon e formazioni di arenaria rossa che ricordano scorci dello sconfinato ovest americano. 
A una trentina di km dall'arrivo bisogna uscire dalla strada a scorrimento veloce per imboccare un serpentone di asfalto pieno di curve e saliscendi che si si insinua tra i poggi via via più alti e serrati. 
Compaiono i boschi di conifere e capiamo di essere vicini, nulla però lascia a immaginare le bellezze celate nel MONASTEIRO DE PIEDRA (link: https://monasteriopiedra.com/). Gli orari di apertura variano a seconda della stagione, quindi è meglio consultare il sito, e il prezzo del biglietto è di 14,40 euro on-line, 16 euro in loco.
I giardini con parco giochi, bar e ristorante, wc, self service e area pic nic anticipano l'antica abbazia
Le sue mura rispecchiano l'architettura cistercense e risalgono al 400 d.C., sebbene sia stata consacrata solo, si fa per dire, nel 1218. I ruderi della grande chiesa di Santa Maria, eretta in stile gotico e ora scoperchiata, non hanno perso la propria sacralità e si appoggiano al chiostro invece ben conservato. Sul corridoio aperto verso il cortile interno e abbellito da volte decorate si affacciavano le sale monacali come la cucina, il refettorio e la sala capitolare. I sotterranei ospitano il museo del vino reso interessante dai plastici e dalla location, ovviamente. Gli attigui alloggi, un tempo dei monaci, oggi ospitano un albergo tre stelle con spa. 


Due immagini dell'abbazia, con il chiostro e la cappella




Tutto è curato, bello, ma il gioiello del luogo non sono né l'hotel, né il monastero. 
Una discesa conduce al fondo di una lussureggiante vallata ed è qui che sembra di essere finiti in paradiso
Grosse piante di noci e ippocastani ombreggiano i praticelli tagliati all'inglese. Tutto è così verde e tranquillo, solo il fruscio dei fiumi e il suono di una miriade di cascatelle si mischiano al canto degli uccelli. Passeggiare sui sentieri e sopra i ponticelli, costeggiare laghetti e ammirare l'acqua che sembra sgorgare direttamente dai sassi porosi e dal muschio fa perdere il senso del tempo. Persino l'orientamento, dopo un po', viene messo a dura prova in un luogo dove l'importante non è l'arrivare in fondo, bensì godere di ogni singolo passo.







Immagini del paradiso in terra






Molti definisco il parco del Monasteiro de Piedra una piccola Plitvice. Non avendo ancora visitato la famosa riserva in Croazia posso solo credere a un tale accostamento. Tuttavia so per certo che la versione spagnola ci ha regalato l'emozione unica e profonda di attraversare la roccia, un po' come fece Jules Verne nel suo romanzo 'Viaggio al centro della terra'.    

La gradinata verso il 'centro della terra'
Uno stretto passaggio si apre nella Gruta Iris. Qui una gradinata tortuosa, ripida e scivolosa si incunea in discesa nella pietra. Piccole aperture consentono di vedere i bordi dell'alta cascata Cola de Caballo, poi tutto si chiude e solo le luci artificiali illuminano il percorso. All'improvviso il fragore della cascata che precipita nel lago penetra nelle orecchie e ci troviamo nella profonda caverna dietro di essa: spettacolare! Rabbrividiamo, le gocce gelide inzuppano i vestiti, eppure trascorriamo qui qualche minuto perché la bellezza del posto e tanto estrema quanto esaltante. Alla fine, un tunnel scavato nella roccia riporta nella tranquillità accogliente e rassicurante del bosco, ma una discesa non ci basta e ripetiamo un'altra volta il percorso. 


Cascata Cola da Caballo vista dalla gradinata nella roccia che conduce nella grotta dietro di essa
Due immagini della grotta dietro la cascata Cola da Caballo


Le sensazioni sperimentate lì le rivivremo guardando le foto, poi chiuderemo gli occhi per pensare intensamente a quegli attimi vissuti al Monasteiro de Piedra.

Tratto dal mio diario di viaggio 'Saragozza e indimenticabile Aragona', dedicato alla capitale aragonese e alla scoperta del Monasteiro de Piedra e del Castillo de Loarre. Se volete leggere per intero il racconto, cliccate sul link della nota rivista online 'Turisti per caso': https://turistipercaso.it/saragozza/81352/saragozza-e-indimenticabile-aragona.html

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.   


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