venerdì 3 luglio 2020

Nel faro di Lindesnes

Ho sempre avuto un debole per i fari, avamposti solitari esposti alla furia del mare e degli oceani, carichi di leggende, fascino, talvolta di fantasmi, e che racchiudono storie di marinai, tragiche e coraggiose assieme. Oggi, presa dalla nostalgia del nostro viaggio in Norvegia, voglio ricordare una di queste opere, concettualmente tra le più antiche realizzate dall'uomo. 
Il faro di Lindesnes si affaccia sul mare del Nord, nel sud della nazione, alla fine della lunga penisola dove il tempo è talmente variabile da cambiare a ogni passo. Quando lo vediamo per la prima volta il vento ha da poco spazzato via i nuvoloni  e la luce abbagliante del giorno colpisce la sagoma bianca e rossa del faro.


Eretto nel 1656, è il più antico della Norvegia e dista 2518 chilometri da Capo Nord. Si trova in cima a uno scoglio rosato e tondeggiante, uno dei tanti che caratterizzano tale parte di costa. Su di esso si abbarbicano delle casette dove foto e documenti raccontano la storia dei fari e delle attività marittime. Queste fanno parte dell'ampia area museale di Lindesnes, a cui si accede pagando un biglietto, e dove è possibile trovare riparo nella calda caffetteria, comprare dei souvenir e guardare un filmato relativo all'attrazione che ci si appresta a visitare.


Le casette dei custodi del faro
Con Leonardo che corre entusiasta davanti a noi arriviamo ai piedi del faro per spalancarne la porticina e salire la scalinata fin sotto la grande lanterna. Oltre alla luce, la sirena funzionò dal 1825 al 1967, per avvertire le navi in balia della nebbia fitta nel mare del Nord. Qui, l'ormai scomparsa professione di custode sopravvive ancora con due persone, le uniche in verità di tutta la Norvegia. Si tratta di uno di quei lavori carichi di fascino, uno dei pochi che fanno pensare a una grande libertà, ma pure a un'enorme solitudine.


Il perimetro museale comprende i resti di un fortificazione tedesca risalente alla Seconda Guerra Mondiale. E' possibile perdersi fra gli stretti e cupi cunicoli scavati nella roccia, in una sorta di labirinto che perfora lo scoglio alla base del faro e consente di attraversarlo sia in lunghezza che in altezza: incredibile e inquietante assieme.
Tratto dal mio diario 'Norvegia: la forza dell'acqua', dedicato al viaggio on the road nella Norvegia centro-meridionale. Se volete leggere per intero il racconto, cliccate sul link della nota rivista online 'Turisti per caso': https://turistipercaso.it/norvegia/80646/norvegia-la-forza-dellacqua.html

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.   

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