sabato 25 giugno 2022

I Pueblos Blancos e Ronda

L'Andalusia è disseminata di borghi carichi di fascino e storia, tra questi i Pueblos Blancos sono i più caratteristici e tra di essi quello di OLVERA spicca per la sua bellezza. 
Le case bianche compaiono da lontano rivestendo i fianchi di una collina ai piedi di una rupe sopra cui sorgono i due gioielli del luogo. Il Castello se ne sta appollaiato nel punto più alto, fondendo le mura alla roccia, mentre la Chiesa di Nuestra Senora de la Encarnacion si erge nel piazzale appena sottostante. Per raggiungerli sostiamo su Calle Bellavista e superiamo a piedi il dislivello in salita fino all'ufficio del turismo, nonché biglietteria, in Piazza della Chiesa. Da qui, una volta oltrepassati un cancello e il fresco corridoio attraversato da un canaletto d'acqua, comincia l'esplorazione della fortezza, inerpicandosi su una ripida e tortuosa scalinata incastonata nei massi. Salendo, la vista diviene magnifica, spalancandosi a 360° sull'orizzonte montuoso e l'edificio religioso poco più in basso, concluso nel 1843 in stile neoclassico, che ci limitiamo ad ammirare solo dall'esterno.

La chiesa di Olvera giace su un balcone panoramico splendido

La rocca invece fu eretta alla fine del 1100, ai tempi della dominazione musulmana, come parte del sistema difensivo del Regno di Nasrid di Granada, almeno fino alla conquista perpetrata dalle truppe cristiane nel 1327. Da allora subì numerosi interventi strutturali che la videro trasformarsi in struttura prettamente difensiva per via della posizione strategica a 623 metri s.l.m. che rendeva possibile la visione della linea di confine tra la Spagna cristiana e quella musulmana, caduta definitivamente nel XV secolo. L'edificio è ben conservato seppure spoglio, d'altronde la vera attrattiva è il panorama meraviglioso

La Rocca di Olvera sorveglia il paesaggio dal punto più alto di Olvera

Conclusa la visita vale la pena curiosare nel museo La Frontera y Los Castillos, accanto all'ufficio del turismo e compreso nel biglietto, piccolo eppure dettagliato, dedicato alla storia del luogo. 
Se viaggiate con dei bambini i giardini della Victoria, in paese, dotati di un parco giochi sono una tappa obbligata. E mentre nostro figlio si diverte con dei coetanei appena incontrati, io ne approfitto per camminare nel giardino pensile dominante Plaza Andalucìa. Gradini e terrazzamenti sono ricavati nella roccia e resi piacevoli da una vegetazione rigogliosa, in cima vi attendono la statua del Sacro Cuore e le vedute ampie su Olvera. 

Veduta di Olvera dal giardino pensile dominante Plaza Andalucìa

A trenta minuti di guida troviamo un'altra perla dei paesi bianchi: ZAHARA DE LA SIERRA, sorta al centro del parco naturale della Sierra de Grazalema, fortunatamente non ancora presa d'assalto dal turismo di massa. 
In lontananza appare una macchia candida, in cui risulta difficile individuare i confini delle singole abitazioni, distribuita alla base di una parete di roccia verticale che segue il profilo della collina sopra la quale poggia. Prati e boschi circondano il borgo, discendendo verso le acque turchesi del bacino artificiale formato dal fiume Guadalete. La vista dal muraglione della diga, che si attraversa in macchina, in direzione del paese è estremamente suggestiva.

La macchia bianca di Zahara de la Sierra contrasta con l'azzurro del lago

Per conoscere Zahara lasciamo l'auto nello spiazzo gratuito sterrato poco prima dell'area a transito limitato e ci rinfreschiamo con un'ottima spremuta preparata al momento al kiosko pizza da Enrico, gestito ovviamente da un italiano. Siamo proprio un popolo straordinario, emigrati ovunque e capaci di portare con noi la dote culinaria tanto amata nel mondo.
Ristorati e riposati partiamo in salita lungo le strade del nucleo storico, sbucando in prossimità della Cappella San Juan de Letran caratterizzata dalla fascia inferiore della facciata in mattoni rossi e da quella superiore di colore bianco con decori gialli, sormontata da tre campane. Proseguendo sulla pianeggiante Calle Ronda, ravvivata da negozi e ristoranti, raggiungiamo la chiesa barocca di Santa Maria de la Mesa del XVIII secolo, resa particolare dalle strisce rossastre che seguono i bordi dell'edificio. Qui c'è uno dei numerosi 'mirador' ovvero i punti d'osservazione con vedute meravigliose sulle acque del lago sottostante, i monti e le colline all'orizzonte sulle cui pendici si scorgono le macchie bianche dei paeselli.

Ancora qualche passo e siamo pronti per varcare il cancello di accesso della città medievale risalente ai secoli XIII-XV, o meglio quello che ne resta, previo l'acquisto dei tickets alla vicina biglietteria. Una lunga scalinata consente di superare l'antico muraglione e il dislivello della rupe, arrivando ai ruderi visitabili e protetti da una struttura moderna. Due percorsi conducono entrambi alla cima dove si erge la ben conservata Torre del Homenaje all'interno della quale troviamo riprodotti gli ambienti di vita semplice dei soldati accanto agli usi e costumi delle classi agiate. 
Il valore aggiunto del luogo rimane il panorama, ampissimo e vario, e osservando l'orizzonte è probabile scorgere il volo ad aliante del Grifone, il rapace tipico di questo ecosistema, che sfrutta le correnti d'aria per spostarsi senza fatica da un cucuzzolo all'altro.

Il panorama meraviglioso dalla cima della rocca di Zahara de la Sierra

Con gli occhi pieni della bellezza della Sierra de Grazalema procediamo in direzione sud-ovest per 35 chilometri fino alla famosissima RONDA
Avvicinandosi si nota un agglomerato di case accovacciato su un altopiano prativo e nulla lascia immaginare cosa cela questa città antichissima, fondata nel VI secolo a.C. dai Celti, che conserva l'eredità araba del periodo dell'occupazione musulmana in Spagna, e a essa mischia la cultura cristiana seguita alla Riconquista. 
La scopriamo al tramonto, quando gli ultimi raggi del sole colorano le montagne, i prati e le mura delle tonalità del rosso, dopo aver parcheggiato nell'autorimessa a pagamento Plaza del Socorro, nei sotterranei dell'omonima piazza. 
Emergiamo in superficie accanto alla statua di Hercules affiancata da due leoni, perfetta per una foto ricordo, in uno slargo abbellito da piante, fiori e attorniato da tavolini all'aperto. L'aerea è chiusa sul lato corto dal bell'edificio modernista Casino de Ronda o Circulo de Artistas, e su quello vicino dalla chiesa con due campanili de Nuestra Senora de Socorro. 
In una manciata di passi giungiamo in un'altra piazza, con la scultura di un toro al centro e l'edificio Plaza del Toros, sede della corrida, evento probabilmente criticabile ma che ha contraddistinto e caratterizza tutt'ora, seppure in maniera meno profonda, la cultura spagnola. Costruito  in stile neoclassico nel XVIII secolo è uno tra i più antichi di Spagna.
Ronda di notte è un quadro
Lì accanto, preceduto dai giardini e dalle statue di due personaggi celebri innamoratisi di Ronda, Ernest Hemingway e Orson Welles, si allunga uno dei punti di osservazione più fascinosi della città, il Mirador de Ronda la Sevillana. Il panorama si spalanca sul territorio antistante, collinare e poi montuoso, verdissimo, composto da campi e prati coltivati con qualche ritaglio di bosco. 
Stacchiamo gli occhi con difficoltà da un tale spettacolo per proseguire lungo il Paseo de Kazunori Yamauchi, perché poco oltre ci attende un'altra meravigliosa veduta. Svoltiamo l'angolo trovandoci all'improvviso in cima al canyon de El Tajo profondo cento metri e scavato dal fiume Guadalevin. Lo attraversa il Puente Nuevo, edificato nel XVIII secolo e sorretto da arcate possenti: rappresenta il panorama più famoso di Ronda, ammirato ogni anno da centinaia di migliaia di turisti. E' impressionante guardare verso il basso, soprattutto di notte quando le luci non riescono a illuminare fino al torrente, lasciando così una voragine buia e misteriosa.

La veduta che contraddistingue Ronda: gli archi del Puente Nuevo e il Canyon de El Tajo

Oltrepassiamo il ponte piombando nella città vecchia, fermandoci al Mirador de Aldehuela sul versante opposto della gola, dal quale si gode l'ennesima veduta mozzafiato. 

Dal Mirador del Aldehuela la vista si schiude sul paesaggio attorno a Ronda

E' piacevole camminare nel tepore serale tra le vie più antiche, ammirando fiori e palazzi, e da piazza de Maria Auxiliadora scendiamo lungo il selciato pedonale non illuminato, aiutandoci con la torcia dello smartphone, fino al primo Mirador sul Puente Nuevo. Siamo nell'area per passeggiate Molinos del Tajo. Pure da qui le nostre aspettative non vengono deluse e si ammira la struttura dal basso, da una prospettiva diversa rispetto le precedenti: per noi l'ultima di Ronda. 

Tratto dal mio racconto di viaggio 'Splendida Andalusia: dal mare alla montagna', dedicato al viaggio on the road da Malaga a Cordova, scoprendo le montagne del Torcal, di Ronda e dei Pueblos Blancos, e pubblicato sulla nota rivista online 'Turisti per caso'. Se volete leggerlo per intero cliccate sul link: https://turistipercaso.it/diari-di-viaggio/splendida-andalusia-dal-mare-alla-montagna.html

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.  

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