martedì 15 luglio 2014

In bicicletta al Passo San Marco

Cosa spinge l'uomo a stringere i denti, versare sudore, patire caldo, freddo e pioggia pur di domare il tanto anelato passo alpino? D'inverno si sogna, si pianifica l'allenamento per la stagione ventura, si programmano le salite da affrontare promettendo a sé stessi che ancora una volta si puliranno le ragnatele dal telaio per iniziare una nuova stagione. I più motivati già in gennaio sfidano il gelo pur di macinare chilometri di pianura, altri sostituiscono momentaneamente la due ruote con un paio di scii rimandando la prima uscita a inizio primavera, poi ci sono quelli che un bel giorno d'estate si svegliano e decidono di montare in sella per la prima volta dopo parecchi mesi. Ecco, noi apparteniamo a quest'ultimo gruppo. I tempi in cui programmavamo gare e allenamenti sono passati, ora cerchiamo di conciliare la bicicletta ad altre nuove passioni. Ed è così che sulla cima del Monte Padrio (http://amareviaggiarescrivere.blogspot.it/2014/06/panorami-da-sogno-dal-monte-padrio.html) per una splendida giornata di trekking con i nostri due amici a quattro zampe Alvin e Kira, ci balena l'idea di risalire in bicicletta per domare qualche passo alpino ma senza alcuno stress o aspettative, solo con la voglia di trascorrere una giornata diversa, incontrando nuovi amici e ammirando paesaggi nuovi.
Il Passo San Marco è la nostra prima vera salita in questa stagione da cicloturisti iniziata poco meno di un mese fa. La strada inizia a salire dolcemente da Morbegno disegnando ampi tornanti e lunghi rettilinei tra fitti boschi di latifoglie. Bisogna arrivare al paese di Albaredo per incontrare i primi tratti difficili dove le pendenze superano l'8%, poi il 9% per poi toccare, qualche chilometro dopo, il 12%. Qui si hanno ancora le forze per aggredire la salita, alzarsi sui pedali tenendo lo sguardo dritto davanti a sé e superare il prima possibile i pezzi arcigni per 'tirare il fiato' nel saliscendi dopo il sedicesimo chilometro. A questo punto ci si può rilassare un attimo, inspirare il profumo delle conifere e guardare il panorama che si apre verso il fondovalle. Non bisogna illudersi però, le asperità non sono finite e proprio quando i pascoli con le immancabili caprette inghiottono qualsiasi pianta o arbusto più alti di un metro si ricomincia a soffrire. Le energie stanno sfumando, gli occhi sono fissi sull'asfalto, ci si aggrappa al manubrio sperando che la bicicletta possa aiutarci e una domanda rimbomba nella mente: ma chi ce lo fa fare? Ancora un tornante e inizia a cadere una pioggia fredda, folate di vento gelido inchiodano il respiro, una nebbia da film fantasy avvolge il panorama che adesso si allunga sino al valico...ma finalmente la cima del Passo San Marco si arrende alla nostra volontà. 
Avremmo voluto scattare decine di foto per il blog, riposare al sole e mangiare con calma un panino, invece il tempo non è stato clemente e così abbiamo posato infreddoliti solo per un rapido scatto. Cosa rimane di questa giornata? Fatica, gambe indolenzite, schiena a pezzi ma soprattutto soddisfazione, ricordi, nuovi amici e la contentezza di aver condiviso con altri cicloturisti la grande passione per 'l'andare in bicicletta'.

Carta d'Identità e altimetria del Passo San Marco



Con l'arrivo della bella stagione il binomio montagna-bicicletta diviene irresistibile così, nonostante il pochissimo allenamento, non rinunciamo a pedalare su qualche passo alpino vicino a casa... 



Bellissima foto di gruppo in compagnia di nuovi amici incontrati lungo la salita


Panorama dal Passo San Marco sul versante valtellinese




Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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