venerdì 26 settembre 2014

Da Zernez al lago Resia fino al Passo del Forno...in bicicletta

Dati Tecnici
Partenza e arrivo: Zernez.
Lunghezza complessiva del giro: 130 chilometri.
Passo Resia: 1455 metri di altezza, lunghezza salita da Martina di 12 chilometri e dislivello di circa 450 metri.
Passo del Forno (Fuorn/Ofenpass): 2149 metri di altezza, lunghezza salita da Laudes di 26,5 chilometri con pendenze massime del 12% intorno al terzultimo chilometro e dislivello di circa 1000 metri.




Sicuramente qualcuno di voi si starà chiedendo cosa ci possa trovare una persona nel pedalare un'intera giornata sotto il sole, affrontando un susseguirsi di salite e discese, lungo strade che potrebbero tranquillamente essere percorse con l'automobile. 
Per i non amanti dell'andare in bicicletta cercherò di fornire delle spiegazioni che vanno dagli altisonanti concetti di rispetto dell'ambiente alle più spicciole motivazioni estetiche.
Innanzitutto la forma di turismo che abbiamo praticato quest'oggi viene chiamata eco&slow, ovvero che fa bene all'ambiente e anche all'uomo. Pedalando infatti non si produce la tanto nociva CO2 responsabile dell'aggravarsi del buco dell'ozono, del surriscaldamento globale e della moria di tante specie vegetali e animali. So già cosa state pensando: "non sarà certo quel mio poco carburante a distruggere il mondo...che comincino a pensarci le grandi aziende"; perciò tenterò di persuadervi in questo modo: viaggiando slow si colgono scorci che in macchina, chiusi in quell'abitacolo di lamiere, sono difficili da notare, è possibile fermarsi ovunque senza problemi di parcheggio e infine ci si abbronza e si bruciano migliaia di calorie. 
Vi ho convinto? Allora partite con noi!

La giornata è a dir poco spettacolare, non c'è una nuvola e l'aria è frizzante al punto giusto, né troppo fredda da imporre un abbigliamento eccessivo, né troppo calda da boccheggiare in salita. 
Si parte da Zernez, pittoresco villaggio della media Engadina a 1474 metri di altitudine circondato da pascoli verdissimi e fitte pinete, adagiato proprio alle porte del Parco Nazionale Svizzero che attraverseremo al ritorno. Seguiamo la carreggiabile che inizia a scendere dolcemente verso la Bassa Engadina fiancheggiando le acque spumeggianti del fiume Inn. Il primo agglomerato di case che incontriamo è quello di Susch, punto di partenza del Fluela Pass che collega l'Engadina alla mondana località sciistica di Davos, famosa per il suo grande Centro Congressi che quasi ogni anno ospita il Forum mondiale dell'Economia divenendo così il fulcro della politica internazionale. 
Da Susch in poi, saliscendi più o meno impegnativi si alternano a brevi tratti pianeggianti e ci si immerge in un paesaggio da favola, curato, ordinato, stile paese degli Hobbit. Arroccato su verdi promontori alla nostra sinistra intravediamo il paese di Guarda dove meravigliose case in stile alpino dai tetti spioventi, imposte in legno, gerani alle finestre e dipinti alle pareti rendono questo luogo particolarmente fiabesco (http://www.myswitzerland.com/it-it/guarda-schellenursli.html).
Poco lontano, dove la valle si restringe e il fiume continua la sua corsa più in basso tra due profonde pareti di pietra dura, compaiono le abitazioni di Ardez raccolte ai piedi di una collina rocciosa che accoglie le rovine del castello di Steinsberg e ovviamente qui una fotografia è d'obbligo (http://www.myswitzerland.com/it-it/rovine-del-castello-di-steinsberg.html).


Splendida veduta sui prati di Ardez e le rovine del castello di Steinsberg

A una manciata di chilometri di distanza un'altra fortezza, questa volta perfettamente conservata e possente, sorveglia da centinaia di anni il transito tra queste montagne e l'omonimo villaggio: si tratta del castello di Tarasp (sito internet: http://www.schloss-tarasp.ch/index.php?id=107&L=3). Costruito nell'XI secolo dai signori Tarasp, la rocca fu teatro di diversi conflitti e contese tra i Grigioni, i Vescovi di Coira e il Tirolo, per poi cadere in mani austriache a metà del XV secolo. Solo agli inizi del 1800 tornò al Cantone dei Grigioni che però, a causa della mancanza di volontà e di mezzi finanziari, dovette venderlo a un privato il quale lo cedette a sua volta, trascinando così il castello alla rovina. La sorte del maniero sembrava ormai segnata fino a quando, nel 1900, il noto industriale di Dresda Lingner acquistò e ristrutturò l'intero complesso installandovi un bellissimo organo. Purtroppo la sorte non fu clemente nei confronti del benefattore dato che a lavori ultimati, Lingner morì lasciando in eredità ai posteri la meravigliosa residenza. L'ultima nonché attuale proprietaria del Castello di Tarasp è la famiglia Assia che con il contributo del Comune, già da diversi anni, lo gestisce permettendo l'ingresso al pubblico. 
Da Tarasp la vallata si apre in una dolce conca tappezzata di campi coltivati che accoglie Scoul, famosa in tutta la Svizzera per le sue terme dalle fantastiche piscine interne ed esterne, saune, bagno turco, centro benessere e bagno romano irlandese (per maggiori informazioni sul centro termale: http://www.engadin.com/wellness-gesundheit/baeder/engadin-bad/?S=1&R=2). Se devo essere sincera m'immergerei molto volentieri nelle calde acque termali ma la strada è ancora lunga e dobbiamo rimontare in sella alla nostra due ruote per proseguire l'avventura.
Luogo da favola con un altrettanto castello da sogno: quello di Tarasp, sulla destra
La splendida vallata che ospita la cittadina termale di Scoul

La discesa verso i 1035 metri di altezza della frazione di Martina, sul confine fra Svizzera e Austria, è veloce ed estremamente piacevole. In prossimità della dogana, poco prima che i ripidi fianchi delle montagne incombano sullo stretto passaggio dando quasi l'impressione di sfiorarsi, svoltiamo a destra pedalando sulle leggera pendenze che conducono alla località austriaca di Nauders. In 12 chilometri di lunghezza complessiva, addentrandosi ancora in meravigliosi scenari campestri, si raggiungono i 1455 metri del Passo Resia che di per sé è abbastanza anonimo. Lo spettacolo infatti è poco più avanti, in territorio italiano, quando le acque cristalline del lago Resia incontrano l'azzurro infinito del cielo e il candore delle nuvole. Il bacino in realtà è una diga costruita nel 1950 che unificò i due laghi naturali esistenti inondando centinaia di ettari di terreno coltivato e sommergendo il paese di Curon Venosta, ricostruito più in alto, del quale rimane l'antico Campanile risalente al XIV secolo che emerge solitario come un faro dalle acque. E' impossibile non rimanere rapiti dalla suggestione di questo specchio d'acqua e, con un occhio alla strada e uno al panorama, costeggiamo il Resia in tutta la sua lunghezza consapevoli che pochi luoghi al mondo regalano simili emozioni.

Eccoci al Passo Resia
Le meravigliose acque azzurre del Lago Resia
Irrinunciabile scatto con il campanile di Curon Venosta che emerge dalle acque del lago Resia
La cima del campanile del vecchio paese di Curon Venosta emerge dalle acque del lago Resia
Dopo il tratto pianeggiante del lago Resia una discesa scorrevole con ampi tornanti scende verso Malles Venosta, tuttavia ciò che attira la nostra attenzione si trova nel vicino paesello di Burgusio. Qui, fra una distesa di prati color smeraldo sorge il Castello Principe mentre poco più in alto sul fianco della montagna, le bianche pareti dell'Abbazia di Monte Maria riflettono la luce del sole spiccando tra il verde scuro della pineta. L'Abbazia nacque grazie alle donazioni dei vicini nobili di Tarasp nel XII secolo e la sua storia, lunga e travagliata, alterna periodi di decadenza e chiusura, a decenni di prosperità fino a divenire un simbolo per l'istruzione e un rinomato centro intellettuale. Monte Maria è abitata da più di 900 anni e i monaci che vi vivono seguono ancora oggi le regole di San Benedetto; interessante sapere che fino al 1986, per ben 40 anni, ha ospitato un prestigioso liceo e ora è sede di mostre e musei aperti all'intero pubblico (per ulteriori informazioni sull'Abbazia di Monte Maria visitate il sito: http://www.marienberg.it/it/home.htm).
L'imponente torre quadrata è l'emblema del 'Castello del Principe di Burgusio' che, insieme al corpo centrale, fu eretta per volere del Vescovo di Coira nella seconda metà del XIII secolo al fine di proteggere le grandi proprietà ecclesiastiche della zona. Divenuto di proprietà dell'Abbazia soprastante, fu poi dato in gestione alla provincia di Bolzano e ora accoglie sale per congressi e una scuola superiore.

L'Abbazia di Monte Maria in alto a sinistra e il Castello Principe in basso a destra
L'Abbazia di Monte Maria
Abbandoniamo a malincuore queste vedute celestiali per rimetterci a pedalare seriamente. Sì, perché dopo aver superato il tranquillo villaggio di Laudes la strada ricomincia a salire inoltrandosi nella Val Mustair al culmine della quale, dopo circa 26 chilometri e 1000 metri di dislivello, si raggiunge il Passo del Forno (Fuorn/Ofenpass) a 2149 metri altezza. Inutile dire che i paesaggi alpini che accompagnano l'ultima fatica di giornata potrebbero ospitare il set di un film fantasy tanto sono meravigliosi e in un certo senso giustificano i nostri sforzi, soprattutto intorno al terzultimo chilometro del valico dove la pendenza massima supera il 12%. 
Scommetto che qualche automobilista vedendoci avanzare barcollando ha sogghignato: hai voluto la bicicletta, pedala! Se devo essere sincera c'è stato un momento in cui sarei salita volentieri su uno degli autobos di linea abilitati al trasporto bici che collegano Zernez alla Val Mustair. Quando l'unica cosa che vorresti fare è buttare la tua due ruote oltre il guard rail, quando persino i lobi delle orecchie ti fanno male, quando a ogni pedalata rievochi i nomi di tutti i Santi (e non per pregarli...) è solo l'orgoglio che ti fa andare avanti. E' grazie alla forza di volontà che si arriva in cima e nel momento in cui si transita vicino al cartello del Passo si sente di aver 'fatto l'impresa'. Ovvio, è un piccolo traguardo personale ma che, per chi lo conquista, vale moltissimo e pensiamoci bene, infondo sono queste giornate che si ricorderanno per il resto della vita.
Stanchi ma soddisfatti di noi stessi affrontiamo l'ultimo tratto del percorso nell'incontaminato scenario del Parco Nazionale Svizzero (http://www.nationalpark.ch/go/it/), oltrepassiamo l'incrocio dove inizia il Tunnel Munt la Schera che porta a Livigno (per informazioni sul transito del Tunnel consultate il sito: https://www.livigno.eu/tunnel-munt-la-schera) e ritorniamo a Zernez per concludere il nostro emozionate giro in bicicletta sospeso fra Svizzera, Austria e Italia.


Senza forze per scattare una foto come si deve...
Finalmente, stanchi ma felici al Passo del Forno


Panorama sul Parco Nazionale Svizzero dal Passo del Forno

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

3 commenti:

  1. Ciao, intenzionato a fare questo giro. Una curiosità, perchè la partenza da Zernez (al di là dell'ovvio motivo di partire in pianura)?
    Io per logistica partirei da Malles...
    GRazie.

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  2. ciao. E' un giro che ho in mente di fare e partiro' da Prato per ragioni logistiche. E' meglio affrontare il Forno da "freschi"!
    Sempre ammesso che possiamo uscire!

    Ciao

    Riccardo

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  3. Bellissimo giro, già affrontato da amici. Sicuramente sarà un giro che farò prossimamente. 🚴‍♂️

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