venerdì 4 settembre 2015

Gola della Roffla e Viamala: nel cuore della roccia

Oggi abbandoniamo la bicicletta per la più comoda e soprattutto meno faticosa automobile guidando su un percorso spettacolare di circa 170 chilometri con partenza e arriva nella cittadina di Chiavenna (a 65 km da Sondrio). L'ideale sarebbe percorrere l'itinerario in sella a una motocicletta ma questa volta accontentiamoci di avere sotto di noi quattro ruote (e non due) e l'anno prossimo chissà, magari rispolvereremo i vecchi tempi.
Tralasciamo le nostalgie e torniamo a parlare dei luoghi attraversati per la prima volta o già conosciuti, come nel caso di Chiavenna alla quale ho dedicato un post insieme alle vicine cascate dell'Acquafraggia. La strepitosa serie di salti d'acqua cattura lo sguardo di coloro i quali si dirigono al Passo del Maloja in Svizzera, valico che noi attraverseremo a fine giornata per rientrare in Italia (http://amareviaggiarescrivere.blogspot.it/2014/05/dalle-cascate-dellacquafraggia-alla.html).


Seguiamo la strada statale 36 che s'inoltra nella stretta vallata salendo dolcemente fino al turistico centro abitato di Campodolcino e poi inizia a inerpicarsi più stretta e tortuosa sui fianchi ripidi e boscosi verso Madesimo, nota località di villeggiatura. Non arriviamo però al paese ma deviamo poco prima per il Passo Spluga. Dal bivio i rilievi si schiudono leggermente lasciando spazio ad ampi, se pur scoscesi, pascoli punteggiati di baite e animali e la carrozzabile diventa pianeggiante solo quando costeggia la diga di Montespluga. Infondo al bacino si raccolgono poco case, un paio di bar ristoranti, un albergo e una chiesetta dedicata a San Francesco d'Assisi. Per un attimo ci godiamo questo scorcio di vita campestre d'altri tempi, poi in una manciata di tornanti raggiungiamo il Passo Spluga a 2114 metri di altezza. Da qui una breve discesa conduce all'abitato di Splugen adagiato a 1500 metri di quota sulle rive del Reno del quale accompagneremo per un po' il tormentoso fluire. La prima sosta in territorio svizzero ce la offre il ponte disteso sopra il fiume nel punto in cui le sue acque si riversano nella diga di Sufers. La vista più bella tuttavia non è verso il lago bensì sul canyon le cui pareti rocciose si arrendono alla caparbietà di pini e dei larici nati su briciole di terra improbabili e allungati fin quasi a sfiorare l'acqua. 

Le acque azzurre del fiume Reno poco prima di gettarsi nel lago artificiale di Sufers

Il viaggio prosegue...
Nell'albergo Rofflaschlucht dietro una porticina in stile 'Alice nel paese delle meraviglie' si cela un piccolo e grazioso museo storico, anticamera della misteriosa GOLA DELLA ROFFLA. Tra i pezzi d'arredamento vissuto che emanano un odore forte, quasi acre, di legno antico comincia il sentiero per immergersi nella 'sorella più piccola' della Viamala. 
La cascata della Roffla
Un tempo la carrozzabile fuori dall'hotel rappresentava l'unica via per arrivare in Italia ma l'inaugurazione della Ferrovia del Gottardo nel 1882 deviò gran parte del traffico di persone e merci facendo così crollare gli affari di commercianti e ristoratori di questa zona. E' il caso della famiglia Pitschen emigrata in America a cercar fortuna ma perseguitata anche lì dal triste destino della povertà, in uno Stato straniero dove la crisi stava dilagando pesantemente. A quel punto Christian Pitschen, inspirato da una gita alle grandiose cascate del Niagara e dal modo in cui gli americani traevano guadagno da quell'attrazione, si ricordò della cascata vicino al rifugio dei genitori e decise di tornare a casa per provare a renderla una meta turistica. Lavorò per sette lunghi anni, dal 1907 al 1914, scavando un sentiero nella roccia dura della gola e una galleria parzialmente aperta sul davanti che consentiva di passare dietro all'impetuoso salto d'acqua regalando l'impressione di stare letteralmente sotto il fiume Reno. Oggi come allora percorriamo quel tracciato percependo la medesima umidità pungente e respirando le stesse emozioni dei visitatori dell'epoca.


Gola della Roffla e in lontananza la cascata omonima

Usciamo dalla gola per gettarci in nuovi paesaggi e con piacere siamo avvolti dalla tiepida e asciutta aria estiva. Un susseguirsi di pittoreschi paesini accompagna l'avvicinamento alla famosa Viamala, da Andeer infatti la vallata si apre esibendo tutta la sua bellezza con pascoli, boschi e piccole riunioni di masi aggrappate lungo i pendii in mezzo ai prati come fossero delle terrazze. Dalle loro stradine ci si può affacciare e gli occhi rincorrono l'imponenza dei 3000 metri del Piz Beverin, casa dei maestosi re della montagna gli stambecchi, e poi scivolano giù verso un rilassante e curato paesaggio montano svizzero: incantevole.

Sembra impossibile passare in pochi minuti dalla dolcezza di un panorama del genere alla durezza di una gola stretta e profonda eppure la natura è sempre capace di lasciare a bocca aperta l'uomo. Quando meno te lo aspetti compare un idillio, quando pensi di non riuscire più a sorridere scopri un animale divertente e quando credi di aver già visto tutto eccoti uno scenario nuovo. 
La VIAMALA non fa eccezione in quanto a spettacolarità e gettando lo sguardo nell'orrido scuro profondo 300 metri dal Ponte Wildener, costruito nel 1739 per unire i due versanti della profonda spaccatura, si assaggia la particolarità dell'attrazione scavata dall'incessante ed energica azione erosiva delle acque del Reno. Ovviamente bisogna immergersi nel cuore della Viamala per comprenderne appieno la grandiosità e questo è possibile scendendo i 321 gradini realizzati apposta per i turisti. Dal 1903 si è iniziato a valorizzare tale meraviglia, ora conosciuta in tutta Europa, ma già nel 1800 se ne conosceva la bellezza tanto che persino il famosissimo filosofo Friedrich Nietzsche ne rimase rapito ed espresse la sua meraviglia in una frase: "non ho parole per descrivere la straordinaria grandiosità della Viamala, mi fa sentire come se non conoscessi la Svizzera".
Qui si può ammirare la grossa roccia rugosa delle marmitte glaciali e la stranezza di un masso erratico dalle sfumature chiare incastrato tra i fianchi ripidi della gola; si sprofonda in una ripida galleria scavata nel cuore della roccia e si passeggia in angusti camminamenti incastrati nelle pareti, tanto vicine quasi da sfiorarsi, a picco sul fiume. 

Le marmitte glaciali della Viamala
La profondità della Viamala
Viamala: roccia e fiume

Come velocemente ci siamo immersi nelle Viamala altrettanto rapidamente usciamo dalle strette viscere della montagna giungendo nella vicina cittadina di Thusis. Prima però non ci lasciamo sfuggire la vista sul ponte sospeso sopra la Traversina e il medievale complesso fortificato della fortezza di Hohen Ratien appollaiato su un costolone montuoso e in posizione strategica all'ingresso della Viamala. Entrambe le attrazioni sono visitabili camminando lungo la Veia Traversina, uno dei tratti più fascinosi della famosa via Spluga, sentiero che ripercorre fedelmente l'antico tracciato romano dalla Svizzera all'Italia. 

A Thusis abbandoniamo il percorso del Reno seguendo le indicazioni per il paese di Tiefencastel e quindi per la meravigliosa salita al Passo Julier. Chilometro dopo chilometro pare di percorrere una cartolina alpina dalle immagine tanto perfette e curate da sembrare finte, invece tutto quello che ci circonda è reale, pulsa di vita nella sua tranquillità ed è capace di farci sognare una nuova casa, una nuova vita e un nuovo lavoro fra queste valli. Salendo gli alberi svaniscono, i paesini si diradano e le montagne paiono sempre più vicine finché si oltrepassa il valico e si scende di quota tuffandosi nella meravigliosa realtà dell'alta Engadina intrisa di fascino e rilassatezza. 
(Se siete curiosi potete leggere alcuni dei post dedicati a questa meravigliosa vallata svizzera: 'L'Engadina vista dall'alto' http://amareviaggiarescrivere.blogspot.it/2013/07/l-engadina-vista-dallalto.html , 'Il paradiso in terra' http://amareviaggiarescrivere.blogspot.it/2013/03/il-paradiso-in-terra-noi-labbiamo.html , 'Un week end sul confine' http://amareviaggiarescrivere.blogspot.it/2013/08/da-livigno-allengadina-per-un-week-end.html)
Come ho accennato all'inizio, dall'Alta Engadina oltrepassiamo il passo del Maloja per rientrare in Italia e giungere di nuovo a Chiavenna, punto di partenza dell'itinerario, attraversando una valle anch'essa molto pittoresca, la val Bregaglia (per conoscere i dettaglia consultate il post 'Dalla Val Bregaglia al Maolja in bicicletta' http://amareviaggiarescrivere.blogspot.it/2014/08/dalla-val-bregaglia-al-passo-maloja-in.html).
Splendido giro, magnifiche attrazioni e luoghi da sogno, dalla vita non possiamo proprio pretendere di più; speriamo solo di trascorrere molte altre giornate così e ovviamente lo auguriamo pure a voi, magari prendendo spunto proprio da questo post. 

Splendidi scorci alpini salendo verso il passo dello Julier






Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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