venerdì 14 febbraio 2020

Bienno, gioiello della Val Camonica

Inauguriamo febbraio con la scoperta di un borgo medievale poco distante da casa nostra. Solo il passo dell'Aprica divide infatti la Valtellina, dove viviamo, alla VAL CAMONICA, due vallate vicine eppure ben distinte per tradizioni, tipicità gastronomiche e storia. Mentre la Valtellina sopportava la brutale dominazione dei Grigioni, la Val Camonica giurava fedeltà alla Repubblica di Venezia. Nella valle camuna si tramandano storie di streghe e di uno strano animale mitologico che si nasconde nei boschi, il Badalisc, si gustano il pane all'uva e la spongada, una sorta di focaccia dolce, e con i casoncelli si viene contaminati dai sapori bergamaschi.

Scegliamo di visitare BIENNO, annoverato tra i Borghi più belli d'Italia e che si è guadagnato la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano per via delle sue numerose bellezze da scoprire a passo lento lungo i viottoli lastricati. 
Stretto tra due ali di case vecchie, all'ombra di volte, archetti in sasso e lampade pendenti in ferro, si segue il percorso dell'acqua attraverso le tante fontane i cui zampilli rallegrano e, d'estate, rinfrescano il paese, e si ascolta il racconto delle pietre. Sì, perché i sassi che compongono il paese ne conservano la storia e se potessero parlare ci narrerebbero le vicende delle persone e degli animali che tra di essi hanno trovato, e trovano tutt'oggi, rifugio. Un percorso ad anello inizia dal municipio, proprio vicino ai parcheggi e al grande e attrezzatissimo parco giochi, e conduce alla scoperta degli edifici storici di maggiore pregio fino alla chiesa parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita, dove la ricostruzione animata della Fucina Pi del Fra 1935 cattura l'attenzione. 


Ricostruzione animata della Fucina Pi del Fra del 1935 nei pressi della chiesa parrocchiale
Poi si ammirano la torre Avanzini, dominante il borgo, e Casa Bettoni, dimora rinascimentale dei nobili del '400. Nonostante sui suoi muri i segni del tempo siano ben visibili, il palazzo trasuda ancora eleganza grazie al portico e al loggiato. Risalente allo stesso periodo e con caratteristiche simili, se pur in dimensione ridotta, c'è Casa Valiga, anche detta degli artisti. 
Non a caso Bienno è soprannominato il borgo degli artisti e il comune, con un Bando aperto fino al 31 marzo, intende assegnare residenze e botteghe per l'anno 2020 a pittori, scultori, musicisti e artigiani che vogliono vivere e lavorare a Bienno per periodi prestabiliti. La massima espressività artistica esplode l'ultima settimana di agosto in un evento di livello nazionale e internazionale, la Mostra Mercato, che nel 2019 ha centrato la XXIX edizione. 


Casa Bettoni, dimora rinascimentale
A scandire da oltre mille anni la vita degli abitanti è il costante fluire dell'acqua nel Vaso 
La ruota del Mulino Museo
ReTrattasi di un canale artificiale derivato dal torrente Grigna che, prima di gettarsi nel fiume Oglio, ha alimentato nel corso dei secoli fucine, mulini, segherie, opifici e non solo. Di notte, quando le attività erano chiuse, le sue acque venivano utilizzate per irrigare i campi e per soddisfare le attività umane come riempire i lavatoi e lavare le strade. Un metodo davvero ingegnoso e, come si direbbe oggi, multitasking.
Particolari condotte aeree convogliavano l'acqua sulle pale delle ruote dei mulini. L'energia generata faceva girare gli ingranaggi che a loro volta, tramite l'asse, azionavano le macine per la molitura dei cereali. Tale operazione la si può osservare al Mulino Museo, un complesso risalente al XV secolo, ricostruito a seguito dell'alluvione del 1634 e giunto intatto fino a noi: incredibile. Varcarne la soglia significa cambiare dimensione temporale e la scritta emblematica incisa nel legno 'qui il tempo si è fermato' lo testimonia.


Dentro il Mulino Museo il tempo si è fermato
 Lo stesso principio era impiegato negli opifici dove il Vaso Re serviva al funzionamento dei magli e delle mole, e produceva l'aria necessaria all'insufflazione nel forno. Tutto questo è documentato nella Fucinarimasta attiva fino agli anni '80 dello scorso secolo, e ora trasformata nel Museo etnografico del ferro. Qui un ragazzo simpaticissimo e preparato mostra al pubblico come si lavorava questo materiale, impiegando i macchinari  originali ancora oggi in funzione. Le dimostrazioni risultano molto interessanti e coinvolgenti sia per i grandi che per i piccoli. Basti pensare che il nostro Leonardo di tre anni le ha ascoltate, e soprattutto guardate, a bocca aperta. Impressionante e rumoroso il grosso maglio, il cui braccio è costituito da un robusto tronco in legno di noce. Vedendolo in azione si comprende sia l'ingegnosità delle persone che lo hanno costruito, sia la durezza del mestiere di fabbro di un tempo.


L'interno di oggi, come'era una tempo, della Fucina Museo
Se dopo la camminata per il borgo e la miriade di attrazioni visitate vi è venuta fame, potete apprezzare, come abbiamo fatto noi, l'ottima pizza del ristorante Victoria, a due passi dalla Fucina Museo. Il personale gentile, il servizio rapido e il menù per bambini rappresentano il valore aggiunto del locale.

Quindi è piacevole passeggiare per una ventina di minuti fino all'Eremo dei Santi Pietro e Paolo. Il convento francescano fondato nel 1230 si sviluppa intorno ai due chiostri, gli elementi architettonici più caratteristici dell'intero complesso. Uno, il più grande, si affaccia sulla vallata mentre l'altro, di minori dimensioni, intimo e più articolato, è protetto dalle mura in sasso del monastero. 

All'interno dell'Eremo dei Santi Pietro e Paolo
Il chiostro più grande nell'Eremo dei Santi Pietro e Paolo
Sulla via del ritorno verso il centro del paese deviamo su una stradina ripidissima che si inerpica sui fianchi di una collina boscosa. Sul culmine si erge la grande Statua del Cristo Re. La scultura impressiona per le sue dimensioni e il rivestimento in oro zecchino. Eretta per celebrare i patti lateranensi e quindi la pace fra il Vaticano e il Regno  d'Italia, dal 1931 osserva la valle dal colle della Maddalena. 


L'impressionante statua del Cristo Re

Tratto dal mio diario 'Bienno e Bergamo Città Alta: perle medievali', dedicato ai due borghi, il primo in Val Camonica e il secondo nella bergamasca. Se volete leggere per intero il racconto, cliccate sul link della nota rivista online 'Turisti per caso': https://turistipercaso.it/bergamo/81707/bienno-e-bergamo-citta-alta-perle-medievali.html 

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.   

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