In Lombardia lo specchio d'acqua di maggiore charme è certamente il lago di Como grazie alle sue ville dai giardini spettacolari, i borghi pittoreschi, il ramo comasco selvaggio e simile a un fiordo, gli hotel di lusso e le residenze dei divi hollywoodiani. Ma in Lombardia vi sono altri tre laghi amati dal turismo internazionale e capaci di regalare emozioni, scorci ed esperienze a tutti coloro che decidono di trascorrervi un week end di primavera così come una vacanza estiva.
Oggi andiamo alla scoperta di uno di questi: l'Iseo (o Sebino), diviso tra la provincia di Brescia e quella di Bergamo, adagiato all'imbocco della Val Camonica, nota in particolare per le incisioni rupestri e culminante ai 1883 metri del Passo Tonale. Siccome ci piace camminare ne esploriamo le bellezze a piedi, in modo lento, per assorbire il più possibile le atmosfere e i panorami vivibili a mezza costa. Tutto questo è possibile grazie a un attento lavoro di recupero da parte della Comunità Montana dell'Antica strada Valeriana. Sin dai tempi antichi e fino alla metà del 1800 ha rappresentato l'unica via per raggiungere la Val Camonica dalla sponda bresciana. Poi la crescita degli scambi commerciali determinarono la costruzione del tratto di litoranea da Marone a Pisogne, ora riconvertito in pista ciclo-pedonale.
Sviluppata sui pendii delle Prealpi calcaree, si trova sospesa tra l'acqua e la montagna, presenta un percorso ondulato ma mai troppo impegnativo per quanto riguarda l'altimetria e soprattutto si attraversano ambienti estremamente vari. Tali caratteristiche cancellano la monotonia che talvolta può affliggere il camminare, e chi come noi ha dei bambini sa bene quanto sia importante non farli annoiare. Altrimenti la giornata tramuterebbe in un incubo di lamenti e arrabbiature.
Si passa così dai pascoli alla vegetazione mediterranea composta da ulivi, fichi d'india, vigneti, castagni e querce, si attraversano i cuori storici di borghi ben ristrutturati e porzioni di insediamenti nuovi con villette dallo stile contemporaneo ben integrate nel territorio. Il procedere calmo è accompagnato dall'onnipresente visione di Montisola, l'isola più grande del Sebino, sulla cui cima si erge il Santuario della Madonna della Ceriola, meta di escursioni idilliache in primavera e autunno quando l'aria è ancora fresca e i colori della natura si accendono di fiori dai colori tenui o di foglie dalle tonalità calde. Non a caso al grande isolotto montuoso ho dedicato due post, il primo sul suo periplo di circa 9,5 chilometri, al link: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2017/03/monte-isola-il-giro-di-uno-dei-borghi.html, l'atro sull'ascesa alla chiesa in vetta, al link: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2015/04/monte-isola-uno-dei-borghi-piu-belli.html
Torniamo all'Antica strada Valeriana, per l'asciare l'auto nei parcheggi gratuiti della stazione ferroviaria di Marone-Zone e acquistare i biglietti del treno nel bar attiguo. L'idea infatti è di tornare con il mezzo pubblico dopo aver coperto circa 12 chilometri suddivisi in tre tratti.
Per farlo dobbiamo oltrepassare il passaggio a livello e continuare sulla strada asfaltata in salita il cui punto di riferimento è il promontorio roccioso sopra il quale svetta una croce gialla, tra un alto pino e la bandiera dell'Italia, antistante all'Eremo di San Pietro. Rappresenta la sosta iniziale dell'escursione, all'interno della prima porzione di 4,3 chilometri da Marone-Zone a Dosso. In realtà il pezzo ufficiale inizia, o si conclude, nella vicina Colpiano, ma noi per la comodità di posteggiare accanto alla stazione operiamo questa deviazione. L'edificio religioso è il luogo perfetto per il pranzo al sacco, d'altronde sorge in posizione panoramica sulle rovine di una rocca medievale, presenta un'architettura semplice risalente al 1500 e si raggiunge superando un ripido acciottolato con le stazioni della Via Crucis, capaci di caricare il luogo di sacralità. Dal culmine la veduta è ampia e spazia dalle vallate profonde boschive sormontate dai picchi rocciosi fino al lago, con la maestosa Montisola. All'eremo segnalo la presenza di un bagno, seppure spartano, e una fontanella, mentre all'inizio del viottolo vi sono un parco giochi e un campetto da calcio: sempre graditi dai bimbi e pure dai genitori.
Immagini dell'Eremo di San Pietro
Abbandonato San Pietro scendiamo di una paio di tornanti lungo la medesima strada della salita per individuare i cartelli dell'Antica strada Valeriana in corrispondenza del piccolo e grazioso borgo di Vesto. Ci si lascia presto alle spalle le sue casette in pietra per tuffarsi in boschi e uliveti, quindi tornare all'ombra della storia tra le viuzze acciottolate del villaggio rurale di Massenzano e poi rigettarsi nella natura, in un'alternarsi vivace di ambienti. Il percorso così non risulta mai monotono ed è un piacere scoprirlo, passo dopo passo.
Il secondo tratto unisce Dosso, frazione di Sale Marasino da dove partono i traghetti per Montisola, a Tassano, con una lunghezza di 3,8 chilometri. Dapprima si attraversa la nuova zona residenziale che precede il nucleo storico di Marasino dischiuso dalla chiesa di Sant'Antonio Abate. Saliamo beatamente tra i prati sino a Gandizzano simboleggiato dal Santuario della Beata Vergine Maria e dove soprattutto un pittoresco uliveto si adagia su un altopiano pianeggiante, regalandoci delle vedute campestri eccezionali, capaci di tranquillizzare e rendere di buon umore. E' la testimonianza dell'equilibrio raggiunto tra uomo e natura, un luogo in cui il tempo scorre lento ed è ancora possibile condurre una vita semplice a stretto contatto con quello che la campagna, se ben accudita, è in grado di offrire.
Prati e uliveti vista lago in prossimità di Gandizzano
Proseguiamo con un sorriso stampato in viso, siamo felice, appagati e non vorremmo essere in nessun altro posto. Le contrade dalle atmosfere antiche non sono ancora infinite e così superiamo Maspiano, con i bellissimi edifici ristrutturati, e Tassano, da cui ha inizio il terzo e ultimo segmento dell'intera escursione che trova il suo termine a Pilzone dopo 3,5 chilometri. Si è ancora immersi in uliveti, boschi e prati, villette moderne disposte sul fianco della montagna e attorniate da giardini perfetti. Una sosta alla chiesetta bianca di San Fermo a Gazzane è d'obbligo per godere di una vista immensa e romantica sul lago e le montagne alle spalle.
Poi non resta che cominciare la discesa dolce con meta conclusiva nel paese accovacciato lungo la riva bresciana del Sebino, e attendere il treno del ritorno a Marone-Zone nella minuscola stazione ferroviaria di Pilzone, accanto alla Parrocchia con scivolo e giostra girevole. Se come noi siete in anticipo potete compiere ancora qualche passo fino al lido pubblico per riposare le gambe coccolati dal sole tiepido della sera e lasciar scorrere nella mente le magnifiche istantanee di una giornata sull'Antica strada Valeriana.
L'idillio dell'ultimo tratto di percorso nelle vicinanze di Pilzone, con l'immensa Montisola nel centro del lago d'Iseo
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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