venerdì 1 settembre 2023

Anello dei laghi Cavloc e Bitabergh

Siamo in Svizzera, ai 1815 metri del Passo Maloja, all'apice della Val Bregaglia e al principio dell'Engadina, l'idilliaca vallata alpina alla quale ho dedicato svariati post, leggibili digitando il nome della località nel riquadro in alto a sinistra 'cerca nel blog'. 
Quello di oggi è un percorso ad anello tra i laghi Cavloc (1908 metri di altitudine) e Bitabergh (a 1860 metri),  della lunghezza compresa tra gli 8 e i 9 chilometri (a secondo del parcheggio in cui si lascia l'auto e del compimento o meno del periplo dei bacini). La prima frazione sino a Cavloc è percorribile anche con i passeggini se si parte dall'area di sosta di Salecina, la bella conca verde collegata al resto del mondo da una breve stradina che si stacca dall'ultimo tornante della carrozzabile per il Maloja. Il posteggio è gratuito e di dimensioni ridotte, perciò è difficile trovare un posto libero in alta stagione. Non è comunque un problema in quanto ve ne sono diversi altri nelle vicinanze seppure a pagamento. In alternativa quindi vi consiglio quello nella piazzetta con i wc liberi, e puliti, accanto al negozio Giacometti sport e all'inizio della via Chesa Al Dschember, dove una fontana in sasso dispensa l'acqua gelata dei ghiacciai. 
Iniziamo la marcia da qui per incrociare, dopo qualche passo, il sentiero Segantini scandito dai cartelli raffiguranti ciascuno un dipinto del noto pittore, principale esponente del simbolismo e vissuto 41 anni nella seconda metà del 1800, che immortalano il paesaggio visto dall'artista proprio nel punto in cui sono posizionati. Poi l'altopiano di Salecina si schiude davanti a noi regalando visioni ampie, pure e serene. Bisogna attraversarlo completamente per potersi congiungere alla via sterrata, e in alcuni porzioni bitumata, transitabile a piedi, in bici e solo dai mezzi autorizzati, che alterna le pendenze impegnative a quelle più semplici e a pianori. 

Panorama alpino al principio della nostra camminata

L'ampia conca di Salecina



L'oretta di cammino trascorre veloce e inaspettatamente sulla destra, tra i rami dei pini, appare la superficie increspata del Cavloc. Il sole fa brillare le piccole onde create dal vento lieve, dai coraggiosi che tentano un tuffo a dir poco refrigerante e dallo scivolare dei germani reali. L'avvallamento è abbracciato dalla pineta e dai pascoli della malga dov'è possibile acquistare prodotti caseari freschissimi, mentre i fianchi ripidi dei monti e le vallate impervie per il passo Muretto e la capanna Forno chiudono l'orizzonte senza tuttavia opprimere. E' un idillio montano nel quale rilassarsi, consumare un pranzo al sacco o seduti ai tavoli del ristoro Cavloccio e dispensare pezzetti di pane a mamma anatra accompagnata dai suoi anatroccoli per nulla spaventati dalla presenza umana.

Scorci dell'incantevole lago Cavloc e... della famigliola di anatre




A compiere per intero il giro del lago impieghiamo una quarantina di minuti comprensivi di pause per scattare fotografie (la sottoscritta), raccogliere mirtilli (mio marito) e lanciare sassolini nell'acqua (nostro figlio Leonardo), perché ognuno in montagna soddisfa le proprie passioni. Altrettanto tempo serve a tornare al punto lungo la riva da cui si stacca il sentiero per Bitabergh e a raggiungere il bacino lacustre. Il tracciato è un continuo saliscendi tra sassi e radici, privo di pericoli ma inadatto a bimbi piccoli, si snoda immerso nella foresta che talvolta si dirada per concedere vedute piacevoli.

La conca di Salecina vista dal sentiero verso il lago Bitabergh

Non stupitevi se quando troverete la segnaletica con l'indicazione dell'arrivo a destinazione non vedrete il laghetto. Si adagia qualche passo più avanti e un fitto bosco di conifere ne disegna il breve periplo. Sebbene non possa essere paragonato al Cavloc, né come superficie, né per la fruibilità e tanto meno per la bellezza, possiede comunque un fascino solitario, selvaggio, ed è l'habitat ideale per rane e girini. Inoltre è l'ultima postazione delle 17 totali dislocate sul percorso dei contrabbandieri con partenza dal passo Maloja. Ognuna è identificata da una cartellonistica in cui viene spiegata la vita di quelle persone, italiane e svizzere di Valtellina e Val Bregaglia, che dal 1800 fino agli anni '50/'60 del novecento sono riuscite a sopravvivere e a volte a prosperare grazie al contrabbando delle merci. Il sentiero si identifica con la sagoma di un cappello, è adeguato a bambini dai 5 - 6 anni in su e c'è pure un mini ponte tibetano 'dondolante' per cimentarsi in esercizi di equilibrio.

Scatti del laghetto di Bitabergh



Ponte tibetano lungo il percorso dei Contrabbandieri

In venti minuti di discesa su una via ben tracciata, con gradini in sasso e tra i cespugli verdissimi di mirtilli, siamo di nuovo nella conca di Salecina, ma in posizione opposta rispetto a quella dell'andata, dove il muraglione della diga di Orden si alza per 42 metri e si estende per 171 metri. Eretto tra il 1969 e il 1971 in seguito alle numerose inondazioni  del fiume Orlegna, dal 1997 la sua presenza è resa più gradevole grazie a nove colonne in metallo ciascuna di un colore diverso che compongono insieme l'arcobaleno. Guardare verso il basso mentre lo si attraversa può suscitare vertigini e sensazioni di vuoto pericolose, perciò prestate attenzione soprattutto se con voi ci sono dei bimbi piccoli. 
Così l'escursione si concluderà con una collezione di ricordi piacevoli in grado di farvi stare bene anche durante la routine giornaliera troppo spesso insopportabile...

Sul muraglione della diga di Orden


Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.  


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