venerdì 23 agosto 2024

Sui monti dell'Aprica

Per evitare il traffico intenso del mese di agosto non ci allontaneremo troppo da casa, decidendo invece di salire in una vicina località frequentata dal turismo estivo e invernale: l'APRICA. E' al contempo paese e valico alpino posizionato all'altezza di 1181 metri in una lunga conca a cavallo tra la Valtellina e la valle Camonica, linea di confine fra la provincia di Sondrio e quella di Brescia, e dal quale partono due principali impianti di risalita: Palabione e Magnolta. Scegliamo quest'ultimo, la cui stazione di valle si trova ai piedi dei prati ripidi a inizio paese provenendo da Tresenda. 
Le cabinovia recentemente rinnovate conducono in pochi minuti a quasi 1900 metri di altitudine, catapultandoci tra i pascoli e le pinete con vedute sul fondovalle, l'antistante montagna di Trivigno e le alture del versante retico della media Valtellina. Il panorama lo conosciamo bene avendo già affrontato l'escursione in quota, adatta alla famiglia. tra il Palabione e la Magnolta, descritta nel post 'Riscoprendo l'Aprica' e seguendo in parte il percorso tematico 'il legno è vita' che si snoda su un tracciato comodo e superando il lieve dislivello in un tempo complessivo di percorrenza tra andata e ritorno di 1 ora. L'escursione di oggi occuperà invece 3 ore abbondanti di pura camminata (escluse le diverse soste) con un dislivello in salita di circa 500 metri.

Pannelli del percorso tematico 'il legno è vita'



Oggi come allora bypassiamo subito il ristoro Aprica all'arrivo della cabinovia e proseguiamo in salita sulla strada sterrata che d'inverno si trasforma nella pista da sci della piana dei Galli. Giriamo attorno al bel laghetto per la pesca sportiva ravvivato da spruzzi d'acqua e circondato dai pini al riparo dei quali trovano posto tavole, panchine e fontanelle, quindi ammiriamo la veduta amena sul lago artificiale Belviso. Pochi passi consentono di raggiungere l'agriturismo Malga Magnolta, partenza dell'itinerario 'il legno è vita', e lì seguiamo le indicazione per il lago Palabione, a 2110 metri di quota, segnalato a circa 1 ora di cammino. 

Veduta amena sul lago artificiale Belviso dalla Piana dei Galli

Sbagliare strada è impossibile dato che la strada sterrata incrocia la pista da sci su cui bisogna avanzare, l'unico aspetto impegnativo sono le pendenze particolarmente arcigne, ma basta camminare con calma senza esagerare. La fatica è presto ripagata perché una volta superato sulla sinistra il piccolo bacino di accumulo per l'innevamento invernale si giunge in poco tempo al Palabione, circondato in parte dalle reti di protezione per lo sci. Purtroppo i fianchi ripidi della montagna che si gettano verticali nell'acqua impediscono la formazione di spazi dove potersi sedere e rinfrescare. Decidiamo allora di imboccare i primi metri del sentiero 'Malga Magnolta-Lago Palabione-Monte Filone' che conduce alla croce ben visibile e vicina, accampandoci sull'altopiano affacciato sopra il lago e disseminato di mirtilli: un ottimo dessert dopo il pranzo sacco.

Panorama lungo il percorso per il lago Palabione



 Lago Palabione


Riposati e con la pancia piena torniamo sulla pista per risalirla interamente fino ai piedi del monte Palabionecon la 'via ferrata del cuore alla croce' che ne identifica la cima 2361 metri di altezza. Qui scopriamo un laghetto effimero, ovvero visibile solo per brevi periodi, e possiamo scattare foto suggestive con la vetta che si specchia sulla superficie dell'acqua e la riva umida cosparsa di pennacchi, i fiori simili a batuffoli bianchi tipici delle aree montane paludose. 

Laghetto effimero ai piedi del monte Palabione

Sentiero in salita alle spalle del laghetto effimero  

Il panorama è ampio, sprofonda da un lato nella valle di Campovecchio e si allunga fino alle vette dell'alta Valtellina e della valle di Poschiavo che conduce al Passo del Bernina in Svizzera. Diventa ancora più profondo risalendo il primo tratto del sentiero per il Dosso Pasò: superando lo scheletro di un vecchio impianto sciistico in disuso, la prima conca prativa attraversata da un fiumiciattolo attorno al quale i colori del muschio sono di una brillantezza unica, il secondo avvallamento e poi una parte della salita verticale tra i sassi finché finalmente si ammira dall'alto il cucuzzolo del Monte Palabione. Oltre non ci azzardiamo, esistono tracciati che bisogna affrontare con un equipaggiamento adeguato e meglio se accompagnati da guide. 

I colori brillanti della natura



Due vedute sul Monte Palabione (nella seconda immagine è la seconda vetta più lontana) salendo verso Dosso Pasò



Torniamo perciò alla Piana dei Galli per salire sull'ultima discesa del giorno della cabinovia Magnolta che ci riporta in paese, dove trascorreremo la serata tra un aperitivo, la cena e i parchi gioco, e concluderemo il ferragosto guardando a bocco aperta il cielo, illuminato dal meraviglioso spettacolo pirotecnico di chiusura della festa in contrada Santa Maria, la più antica dell'Aprica.
E speriamo l'anno prossimo di ripetere ancora un 15 di agosto tra natura, sport e festeggiamenti.   


Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.   

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