Durante il mese di novembre è difficile trovare delle giornate serene in cui il sole riesce ancora a scaldare l'aria ormai fresca d'autunno inoltrato e quando sopraggiungono inaspettate, bisogna soltanto apprezzarle.
Noi le abbiamo reso onore con una magnifica escursione pomeridiana al castello di Mancapane, adagiato su un pendio solivo nel comune di Montagna in Valtellina.
P.S. Prima di continuare voglio scusarmi con i lettori del blog per la scarsa qualità delle immagini. Causa rottura della macchina fotografica abbiamo utilizzato un cellulare al quanto economico per immortalare il posto, tuttavia spero che la descrizione di questo frammento di Valtellina riesca a incuriosirvi e affascinarvi.
Castello di Mancapane |
Lasciata l'auto nel parcheggio adiacente il cimitero di Montagna in Valtellina, saliamo lungo la strada che conduce all'abitato di Santa Maria e dopo pochi tornanti, incontriamo le indicazioni per il castello di Mancapane proprio all'inizio di un ripido ma ben segnalato sentiero.
Il sentiero si snoda tra grossi tronchi dalla corteccia scura e rugosa, piante che inseguono flessuose la luce proveniente dall'alto, antichi muri in pietra di contenimento e fiumiciattoli che a causa della pioggia copiosa zampillano tra le fessure della roccia.
Il fondo del tracciato è ricoperto da un manto di foglie secche, cadute dai maestosi castani, che formano un morbido tappeto sul quale camminare.
Intorno a noi l'autunno inoltrato si rivela con i suoi odori e colori, inebriando e colorando il bosco. La giornata è stupenda, il sole splende e il cielo è limpido. In quest'anno molto piovoso sembra un miracolo poter godere di ore così perfette e sarebbe un grave peccato non trascorrerle immersi nella natura.
I nostri due cani annusano attenti il suolo colmo di odori di animali selvatici. Ogni tanto si soffermano e con le zampe anteriori smuovono freneticamente il morbido e ricco terreno bruno. Poi alzano il muso lasciando la lingua a penzoloni, inspirano l'aria umida e i loro occhi vivaci ci osservano come a volerci esortare. Alla fine continuano indisturbati la loro corsa, la loro ricerca, i loro inseguimenti.
In circa mezz'ora raggiungiamo la piccola casetta in pietra del Mulino di Cà Zoia, recentemente ristrutturato e ancora funzionante, la cui visita però è da effettuarsi previa richiesta alla Comunità Montana.
Ancora pochi minuti di cammino e tra i rami spogli, adagiato su una sporgenza formata dai due rami del torrente Davaglione, scorgiamo le mura del Castello di Mancapane.
All'interno delle mura del castello di Mancapane |
Colori autunnali al castello di Mancapane |
ll castello è costituto da una cinta muraria da cui spicca la grande torre alta più di 20 metri.
Grazie alla particolare configurazione lo si può definire come un chiaro esempio di torre con recinto che aveva la funzione di guardia, segnalazione e difesa per uomini e animali.
Le origini risalgono tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV secolo grazie al volere dei feudatari di parte Guelfa De Capitanei allo scopo di controllare l'area sottostante. Da qui infatti si gode di una magnifica vista sui pendii che via via degradano fino al fondovalle.
Purtroppo l'antico splendore è stato gravemente e irrimediabilmente danneggiato dai Grigioni durante la loro occupazione della Valtellina nel 1522.
Curiosità: Il nome Mancapane dovrebbe derivare dal vocabolo greco Catapani, titolo originario di De Capitanei, i feudatari che costruirono torre e cinta muraria.
L'entrata al castello è consentito da un'apertura ad arco tutto sesto parzialmente ricostruita con sezioni in ferro e posta nel lato sud. Entrando ci si ritrova in uno spazio ristretto, piano, nascosto dalle possenti mura in sasso e dal quale si erge la slanciata torre.
Anticamente, una scala in legno che si poteva retrarre per motivi di sicurezza (ostacolando così l'ingresso degli aggressori) conduceva alla porta ricavata a 6 metri di altezza.
Le feritoie a forma di croce permettevano l'uso sia dell'arco che della balestra, mentre
delle nicchie dotate di una piccola apertura permettevano di difendere la rocca tramite pietre, acqua e olio bollente, palle di ferro...
Riposiamo sulla panchina in legno godendoci il piacevolissimo tepore delle ore più calde della giornata e contempliamo le magnifiche tonalità autunnali che colorano le montagne. Il verde acceso dei pini compare qua e là come un'oasi tra i vari toni di rosso e giallo delle latifoglie e salendo, tutto svanisce sotto una leggera coltre di neve.
Luogo incantevole, paesaggi da cartolina e aria pulita: questa è la ricetta ideale per trascorrere un pomeriggio all'insegna del benessere fisico e mentale. Cosa vi serve? Zaino in spalla, voglia di camminare e di lasciarsi sorprendere dalle meraviglie della natura.
Splendido panorama valtellinese nelle vicinanze del castello di Mancapane |
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un enorme saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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