Interno del Musèe des Beaux Arts a Rouen |
Gros Horologe a Rouen |
Abbey aux Hommes e la cattedrale a Caen |
Chiesa di Saint Maclou a Rouen |
Vieux Bassin di Honfleur |
Scorcio di Pont Audemer |
Mont Saint Michel |
Castello di Fougeres |
Castello di Vitrè |
Interno della splendida cattedrale di Chartres |
Celebre lago nel giardino del pittore impressionista Claude Monet |
Casa e giardino del pittore impressionista Claude Monet |
Falesia d'Amont a Etretat |
CONSIGLI PER RISPARMIARE UN PO'
Per il noleggio dell'auto ci
siamo rivolti ad 'Auto Europe' (società che mette a confronto tutti le
compagnie di 'rental cars' presenti in quel dato aeroporto o città) che spesso offre
sconti vantaggiosi.
Booking.com è da sempre il
nostro riferimento per i pernottamenti e i bed and breakfast immersi nello
splendido scenario della campagna francese si sono rivelati un'ottima scelta.
Avendo a disposizione l'automobile consiglio di optare per questo tipo di
sistemazione, certamente più economica e accogliente degli hotel, lontano dal
traffico ma vicino ai centri cittadini e facilmente raggiungibile con il
navigatore.
Dopo le abbondanti colazioni
per pranzo un panino, o meglio una baguette farcita, è più che sufficiente e la
sera ci si può concedere una cena in un ristorante tipico francese (attenzione
ai prezzi generalmente più cari rispetto a quelli italiani a meno che non si
scelga il 'menu du jour', menù del giorno), o entrare in una Brasserie o un
Bistrot (la versione più economica e informale del ristorante), oppure
lasciarsi tentare dalle fragranze che stuzzicano naso e palato delle Creperie
dove si possono assaggiare le specialità francesi: le Crepes (dolci) e le
Galettes (salate).
La cattedrale di Notre Dame è
magnifica e colpisce per le sue due alte e diverse torri: quella di sinistra la
'tour Saint Romain' e la più recente 'tour du Beurre' sulla destra, così
chiamata perché probabilmente eretta con i soldi che i fedeli pagavano per
ottenere la concessione di consumare burro durante la quaresima. Lo stile
romanico della chiesa testimonia la sua costruzione avvenuta nel XII secolo e
si mischia con l'eleganza gotica delle mille decorazioni, guglie, statue di
santi e profeti e del grande rosone. Se l'esterno impressione l'interno toglie
il fiato grazie alla maestosità della navata centrale che culmina nell'ampio
coro, a cui si affiancano le due navate laterali con i rispettivi transetti e
cappelle; il tutto è illuminato da grandiose vetrate.
E' davvero piacevole avventurarsi nella Rue
Saint Romain che corre lateralmente alla cattedrale, per ammirare le
tipiche case a graticcio dalle belle intelaiature in legno a vista i cui spazi
sono riempiti da pietre e laterizi. Qui batte il cuore antico della città
risalente al XV-XVII secolo e che culmina con l'elegante Saint Maclou il
cui bianco abbagliante illumina l'intero quartiere. Se pur di dimensioni
nettamente inferiori, la chiesa non ha nulla da invidiare alla vicina Notre
Dame grazie all'alta torre campanaria e al raffinato ingresso a cinque arcate
abbellite da elaborate cuspidi sotto le quali si aprono tre portali.
Imperdibile il Musèe des Beaux
Arts dove scoprire pittori del calibro del Perugino, del Veronese e il
capolavoro di Caravaggio la 'Flagellazione' che emoziona per il realismo e la
pungente espressività dei protagonisti. Il museo presenta una carrellata della
pittura europea dal medioevo fino ai giorni nostri e non mancano neppure i
massimi esponenti dell' impressionisti: Monet, Sisley e Renoir; per questi
motivi è un'attrazione da non perdere.
La Torre di Giovanna d'Arco era la
torre maestra dell'antica fortezza. E' alta 35
metri ed è ciò che rimane del
castello di re Philippe-Auguste voluto in seguito alla conquista della
Normandia nel 1204 e poi quasi completamente distrutto nel XVI secolo. Un
profondo fossato ora asciutto circonda la possente torre, raggiungibile con un
ponte levatoio, le cui mura hanno l'impressionante spessore di 4 metri. Entrando ci si trova nella
'sala bassa' dove nel lontano 9 maggio 1431 Giovanna D'Arco conobbe gli
strumenti di tortura lì collocati e nel soffitto con volta a ogiva si può
notare la botola che serviva a trasportare i carichi pesanti ai piani più alti.
Una scala a chiocciola consente l'accesso ai livelli superiori dove gli unici
pezzi originali rimasti sono le panche in sasso vicino alle feritoie.
Per continuare la visita dei luoghi legati alla
triste storia di Giovanna d'Arco (eroina nazionale francese
che guidò vittoriosamente l'esercito francese durante la guerra dei cent'anni;
successivamente catturata, consegnata agli inglesi, condannata per eresia e
arsa viva il 30 maggio 1431) bisogna spostarsi in Place du Vieux Marché dove
al centro si erge la moderna chiesa di Sainte Jeanne d'Arc.
L'interno è particolarissimo per il soffitto in legno dalle travi curve che
somiglia alla carena di una vecchia nave e per i bellissimi mosaici delle
enormi vetrate. Da Place du Vieux Marchè si procede lungo la pittoresca Rue
du Gros Horologe dalle immancabili medievali case a graticcio che
disegnano la scenografia perfetta di un romanzo storico e a un tratto si passa
sotto l'arco del Gros Horologe dov'è ancorato un grosso
orologio abbellito da figure allegoriche il cui meccanismo risale addirittura
al 1389. Di sicuro interesse anche l'elaborata facciata in marmo del Palais
de Justice che compare
infondo alle strette viuzze del centro.
Prima di lasciare la città ci spostiamo sino
alla chiesa di Saint Ouen per osservarne l'incredibile
facciata la cui imponenza è esaltata: da due alte torri terminanti in guglie,
dall'enorme rosone e dai tre portoni che si aprono sotto una serie di archi a
sesto acuto.
(sito internet di Rouen:
http://www.normandie-tourisme.fr/articles/rouen-217-6.html)
La prima tappa di giornata è all' ABBAZIA DI SAINT MARTIN DE
BOSCHERVILLE famosa per l'alta torre-lanterna sopra il transetto e le
due snelle torrette che fiancheggiano la facciata romanica. L'interno è
semplice ma elegante e i curati giardini sul retro ricchi di fiori e siepi
abbelliscono l'intero complesso abbaziale che comprendeva il dormitorio, le
cucine, il granaio per la conservazione del raccolto, la falegnameria,
l'infermeria e la stalla per la comunità di monaci che vi dimoravano.
(sito internet:
http://www.abbaye-saint-georges.com/it/index.php)
La facciata
principale, se pur
dall'aspetto austero con le due torri alte ben 46 metri, a prima vista appare completa
regalando così l'illusione che l'intero complesso sia ancora perfettamente
conservato. Invece varcando il portale ci si ritrova nella lunga e stretta
navata centrale dagli archi e le pareti in pietra, dove il pavimento è un
soffice tappeto d'erba e il tetto è un bel cielo azzurro solcato qua e là da
nuvole bianche. Dell'antico coro non è rimasto praticamente nulla eccetto una
delle 7 piccole cappelle disposte intorno a esso. Si raggiungono i resti della
più piccola chiesa di Saint
Pierre per poi passeggiare
nel chiostro e arrivare di fronte alla foresteria, ovvero la zona dedicata ai
visitatori importanti. Ci si perde quindi nel grande
parco di 15 ettari dove i prati si alternano a boschi di
pini e faggi e a curati giardini. Da qui si possono scattare delle foto
suggestive dell'abazia, perdersi nelle note del tempo ammirando centinaia di
anni di storia e con un po' di fantasia immaginare la magnificenza del
complesso quando ancora i monaci pregavano inginocchiati sui banchi nella
navata centrale o gli aristocratici consumavano un ricco pranzo nella
foresteria.
(sito internet: http://www.abbayedejumieges.fr/)
Questo territorio a picco sul mare fa parte
della 'Cote d'Albatre' che si estende per circa un centinaio di chilometri ed è
caratterizzato da splendide scogliere bianche e spiagge di ciottoli e ghiaia
che sembrano state create da falci divine per la loro forma a mezzaluna.
Entusiasti scivoliamo verso il mare affondando i piedi tra i piccoli sassi
levigati e appena prima di sfiorare l'acqua ci fermiamo a contemplare il
paesaggio spettacolare. A sud si staglia l'alta falesia d'Aval a
cui si appoggia il suggestivo arco naturale chiamato Manneporte e
poco dietro si erge l'aiguille d'Etretat, una sorta di solitaria
piramide affusolata e appuntita circondata dal mare. A nord la baia è
chiusa dalla falesia d'Amont sulla quale sorge la piccola
cappella di Notre Dame des Flots.
Ovviamente non ci accontentiamo di ammirare
queste meraviglie solo da lontano, vogliamo scoprirle e assaporarle passo dopo
passo. Ci inerpichiamo quindi lungo la scala ricavata nel fianco della falesia
d'Aval e come per magia ci ritroviamo sulla sua sommità a guardare dall'alto il
picco dell'aiguille d'Etretat che si specchia nelle acque cristalline e l'ampia
spiaggia con le bianche scogliere verticali che si apre ancora più a sud, non
visibile da Etretat. Potremmo camminare per ore in questo scenario da
sogno, abbagliati dal sole che si riflette sulla candida roccia calcarea e
accarezzati dalla lieve brezza marina. Con dispiacere abbandoniamo il lato sud
della baia e percorriamo tutta l'insenatura di Etretat per salire sulla falesia
d'Amont (raggiungibile anche in auto). Anche da qui si gode di una vista
spettacolare sulla falesia gemella e sul grazioso villaggio e prima di
ripartire non rinunciamo alla passeggiata per la graziosa Etretat, tra case
antiche, negozi di souvenir e caratteristici ristorantini.
(sito internet:
http://www.etretat.net/office-de-tourisme-etretat/modules/content/content.php?page=accueil)
(sito internet:
http://www.ville-pont-audemer.fr/)
Non si può venire in Normandia senza visitare
questo gioiello portuale sorto proprio dove la Senna si getta nel mare. La sua
bellezza non è data da prestigiosi monumenti ma da un architettura rustica e
lineare che si scopre a ogni passo addentrandosi nel labirinto di strade che
creano il cuore del paese.
Il tutto nasce intorno al Vieux Bassin ovvero
il vecchio bacino lungo cui sono allineate le antiche case in pietra perlopiù
dalle tonalità del grigio e attorno al quale si sviluppa il centro storico
dall'atmosfera suggestiva e capace di ammaliare turisti e artisti da tutto
il mondo. Qui si trova l'antico mercato dove ancora oggi le bancarelle
sfoggiano pesce e crostacei di ogni genere, si curiosa nelle prestigiose
gallerie d'arte, nei graziosi negozi di souvenir, nelle immancabili
'boulangerie patisserie' e ci si accomoda nei ristorantini tipici.
La chiesa
di Saint Cathrine infine vi colpirà: per la sua struttura
completamente in legno creata dai falegnami esperti nel XVI secolo e
il particolare campanile isolato dal resto della struttura.
(sito internet:
http://www.normandie-tourisme.fr/articles/honfleur-278-6.html)
La sagoma del castello si
staglia in mezzo alla città sopra uno sperone di roccia. Voluto da Guglielmo il
Conquistatore, la fortezza colpisce per l'imponente cerchia muraria e le sue
torri d'osservazione. Una volta raggiunto il 'giro di ronda' alla sommità delle
mura si può osservare la chiesa di Saint Pierre eretta lì di
fronte con il grande rosone, l'alto campanile terminante in una slanciata
guglia e le decine di decorazioni e i pinnacoli. Sotto di noi si estende una
florida e dinamica cittadina e pare impossibile che dopo la fine della seconda
guerra mondiale ben il 70 per cento delle abitazioni erano state
distrutto.
Ci lasciamo sedurre dalla vitalità di Rue
Saint Pierre, centro pedonale cittadino ricco di boutique, negozi e
ristoranti e arriviamo fino agli splendidi giardini fioriti di Place Guillouard
chiusi su un lato dall'edificio settecentesco dell'Abbey aux Hommes (antica
abbazia fondata nel 1061 e completamente distrutta) ora sede dell'hotel de
Ville, ovvero del municipio. Connessa all' Abbey aux Hommes sorge la
grande chiesa di epoca romanica di Saint Etienne. La sua storia la
contraddistingue dalla maggior parte degli altri santuari costruiti e ampliati
in decine di anni, infatti Saint Etienne fu edificata in soli 15 anni dal 1063
al 1077 per volere di Guglielmo il Conquistatore che per sua volontà qui fu
sepolto. Non aspettatevi il tripudio di decorazioni gotiche, la sua bellezza
sta nella perfetta armonia delle proporzioni dove la maestosità e la severità
delle linee architettoniche si rivelano sia nella facciata esterna che nella
grandiosità delle arcate interne.
(sito internet:
http://www.normandie-tourisme.fr/articles/caen-291-6.html)
Finalmente è arrivato il momento di visitare sua
maestà MONT SAINT MICHEL.
Consiglio: se la giornata lo permette vi suggerisco di
lasciare l'auto in uno dei tanti parcheggi gratuiti del paese di Beauvoir e
percorrere la comoda pista ciclo-pedonale che, costeggiando il fiume Couesnon
dopo circa
(sito internet con gli orari delle maree:
http://www.ot-montsaintmichel.com/index.htm )
Curiosità: si sta costruendo un nuovo viadotto che
collegherà Mont Saint Michel alla terra ferma, lungo
Ma torniamo a concentrarci sulla maestosa
meraviglia di Mont Saint Michel che
nel 1979 è stato proclamato dall'UNESCO Patrimonio mondiale dell'umanità. Su
questo isolotto di roccia dura alto circa
Un po' di storia: Pare che sia stato
l'arcangelo Michele a ordinare al vescovo di Avranches di edificare, sull'allora
solitario isolotto granitico dal difficile accesso e in balia delle maree e
delle sabbie mobili, un edificio religioso che fungesse da luogo di
pellegrinaggio per i fedeli. Fu così costruito nel VIII secolo un piccolo
oratorio che ben presto diventò una chiesa e nel XIII secolo un'abbazia. Nei
due secoli successivi il prestigio aumentò e con esso le dimensioni del
monastero al quale si aggiunse un chiostro e vari edifici per accogliere i
monaci, i fedeli, l'abate e la guarnigione reale. Nel momento del suo massimo
splendore iniziò, strano a dirsi, il lungo periodo di decadimento a causa di un
clero sempre più interessato agli aspetti materiali e meno a quelli spirituali.
L'abbazia subì opere di demolizione, mutamento, fu persino trasformata in
prigione e bisogna aspettare il 1874 per vederla giustamente
tutelata, quando l'edificio fu finalmente considerato un monumento
storico.
Dopo esserci saziati con delle vedute
incredibili sui vastissimi banchi di sabbia e sull'elegante borgo
varchiamo la soglia della 'Merveille', ovvero quella parte dell'abbazia
in stile gotico che appare veramente Meravigliosa.
Saliamo la solenne scalinata detta Grand Degré ed entriamo nella chiesa posta,
non a caso, nel punto più alto del complesso. Splendide le cappelle e il coro
gotico fiammeggiante, indimenticabile la vista dal grande terrazzo situato al
di fuori della facciata principale neoclassica della chiesa. La visita procede
nel grazioso chiostro, luogo di meditazione, il cui giardino centrale è
circondato da snelle colonne che sostengono piccoli archi a sesto acuto.
Passiamo nell'ampio e semplice refettorio dei monaci, poi scendiamo nella Sala
degli Ospiti di alto rango abbellito da slanciate colonne e due grandi camini
ed entriamo nella piccola Chapelle Sainte Madeleine. Oltre ci aspetta
un'ambiente dalle possenti colonne e i soffitti a volte incrociate, freddo,
buio e che ci fa venire i brividi. Tra cappelle, cripte e corridoi arriviamo
alla Grande Roue, ovvero alla sala dov'è sistemata una grande ruota in legno
che, mossa dai detenuti, serviva come montacarichi lungo le ripide mura
dell'abbazia. Poi contempliamo la Chapelle Saint Etienne, l'infermeria dei
monaci e infine la luminosa Sala dei Cavalieri col suo intreccio di colonne che
sostengono alti soffitti ad archi acuti incrociati.
Inutile aggiungere che la scoperta di Mont
Saint Michel è stata sbalorditiva.
Abbandoniamo a malincuore la rupe solitaria in
mezzo al mare e durante il cammino ci voltiamo spesso a contemplare per
un'ultima e un'ultima volta ancora il meraviglioso complesso.
Non dobbiamo indugiare troppo però, perché il CASTELLO DI FOUGERES in Bretagna ci attende.
Il castello stranamente non è posto su un altura
ma al contrario si trova più in basso rispetto all'attuale centro storico dove
ancora si respirano atmosfere antiche, questo perché proprio in quel punto
passava il confine tra il regno di Francia e il ducato di Bretagna. La fortezza
come la vediamo oggi nacque nel 1166 (dopo che l'antenata in legno fu distrutta
dagli inglesi) e successivamente venne ampliata e rafforzata fino al XV quando
perse la sua valenza militare in seguito alla fine dell'indipendenza della
Bretagna.
La cittadella
fortificata circondata da un
profondo fossato era composta da possenti mura, torri e torrette (ancora
visibile e ottimamente conservate) e all'interno sorgeva il palazzo signorile
del quale purtroppo non rimane nulla. Varcata la prima cinta muraria risalente al XII secolo ci si trova in
uno spazio ristretto nel quale il ponte levatoio, se abbassato, concede il
diritto di accedere alla seconda
cinta muraria, quella che protegge l'ampia corte dove un tempo la
popolazione svolgeva le proprie attività quotidiane. L'area qui è molto ampia,
oltre due ettari, e ci si sente protetti difesi dalle due grandi torri a ferro
di cavallo, Tour Surienne e Tour Raoul, dalle alte mura e dalle altre torrette
minori.
E' incredibile pensare che il castello di
Fougères racchiude ben mille anni di storia; le sue pietre sono state testimoni
di incendi, battaglie, resistenze, uccisioni ma anche di lieti eventi come
banchetti, matrimoni e piacevoli scenari di vita quotidiana.
Percorriamo tutta la corte che oggi è invasa da
auto d'epoca in occasione del ventesimo 'rallye du pays de Fougeres' e
varchiamo la terza e ultima
cinta muraria che racchiude
il torrione, punto più alto della fortezza ed estremo rifugio dei conti in
caso di assalto, con le più moderne Tour des Gobelines e Tour Melusine.
Dopo l'intero giro ci sediamo sui gradini in
pietra e rimaniamo a contemplare lo spazio sottostante immaginando come poteva
apparire molte centinaia di anni fa quando i contadini con i carretti vendevano
frutta e verdura, i cavalieri rientravano dopo un giro di perlustrazione, i
maniscalchi ferravano i cavalli e i signori si affacciavano alle finestre del palazzo
vivendo ognuno la propria esistenza in quell'epoca dinamica e burrascosa.
Dell'antico splendore rimane il
caratteristico centro storico con le case dall'intelaiatura in
legno e i tetti in ardesia e il suo grande castello perfettamente
conservato la cui costruzione è iniziata nel XI secolo per poi protrarsi fino
al 1500. La fortezza appare come una cittadella fortificata di forma
triangolare con tanto di torri e torrette che sorvegliano la volta d'ingresso
alla quale si accede grazie a un ponte levatoio. Dall'ampio cortile interno si
visitano: la Tour Saint Laurent (il mastio) con i suoi diversi piani dove sono
custoditi arazzi e sculture, la Tour de l'Argenterie e la Tour de l'Oratoire.
Le torri sono collegate fra loro da un comodo camminatoio in cima alle mura
perimetrali.
Il castello di Vitrè ci è sembrato molto simile
a quello di Fougères, salvo per le dimensioni molto più contenute, e le
sensazioni di stupore e curiosità che si provano passeggiando in quest'ambiente
medievale rimangono le stesse.
(sito
internet: http://www.bretagna-vacanze.com/cosa-scoprire/patrimonio/vitre)
(sito internet della cattedrale di Chartres:
http://www.cathedrale-chartres.org/)
SESTO GIORNO: Reggia di Versailles
Un'intera giornata dedicata a Versailles:
finalmente vedrò la splendida residenza che tanto mi ha fatto sognare da
bambina grazie al cartone animato 'Lady Oscar'. Ve lo ricordate? Aiuto come
sono vecchia!
Consiglio: se potete acquistate i biglietti su internet (per esempio
su: http://www.guidatours.com/it/biglietti-versailles-c-16.html); se
invece, com'è accaduto a noi, per il giorno della nostra visita l'operazione
non era possibile su nessun sito, saltate la lunga fila alla biglietteria e
usufruite delle macchinette self-service facili e veloci ma che quasi nessuno
utilizza (si trovano in una stanza sulla sinistra degli sportelli ufficiali).
Inutile dire che per conoscere Versailles non
basta visitare il palazzo ma bisogna perdersi nei meandri dei suoi infiniti
giardini arrivando fino al Trianon per cui è meglio comprare subito un ticket
cumulativo, risparmiando, e non acquistare i biglietti per ogni singola
attrazione. Detto questo, se arrivate in tarda mattinata e c'è una fila
lunghissima per entrare al Palazzo non disperatevi ma accedete subito ai
giardini e proseguite la visita fino al Trianon con tutta calma poi, verso le 4
del pomeriggio ritornate all'ingresso e come per magia scoprirete che la fila è
scomparsa...Questo perché la maggior parte dei gruppi, soprattutto quelli degli
insopportabili giapponesi, e la stragrande maggioranza delle persone segue
rigidamente il senso della visita (Palazzo, poi in trenino fino al Trianon e
infine i Giardini) che invece si può tranquillamente capovolgere.
(sito internet:
http://www.chateauversailles.fr/homepage)
Il mattino senza nemmeno un minuto di coda
accediamo alla bellissima terrazza sul retro del Palazzo dove sono collocati i
Parterre d'acqua, cioè le due grandi vasche ornate da statue che preannunciano
cosa si troverà pochi passi più avanti. Il Giardino è immenso e la vista spazia fino al
Grand Canal e al Parco di latifoglie. Grandi fontane dai meravigliosi giochi
d'acqua si alternano a lunghi filari di siepi, gruppi scultorei, viali di
ghiaia più o meno ampi e selve. Il tutto è creato seguendo la ricercata e
precisa arte dei giardini alla francese e ispirandosi al mito di Apollo, dio
del sole.
Sulla destra scende il Viale d'Acqua che conduce
al Bacino del Drago e poi al grande Bacino di Nettuno mentre davanti ai nostri
occhi scivola verso il Bacino d'Apollo e il Grand Canal il tappeto verde del
Viale Reale. Lateralmente si sviluppa un intricata serie di boschetti che
nascondono magnifiche fontane, sculture e pergolati fioriti. Se ci soffermiamo
a pensare che qui i più importanti re di Francia hanno organizzato feste,
banchetti, balli in maschera, rappresentazioni teatrali e spettacoli con fuochi
d'artificio il luogo diventa ancor più magico e grandioso.
Quello che mia ha colpito di più? Sicuramente
ammirare gli splendidi giochi d'acqua del Bacino dello Specchio e l'incredibile
ambientazione dei Bagni di Apollo con i tre gruppi scultorei posizionati nella
grotta.
Il Grande
Trianon nasce sulle ceneri di
un villaggio che Luigi XIV acquistò e fece demolire nel 1668 per poterci
edificare la sua residenza privata, luogo di riposo riservato nella quale
sfuggire dai rigidi vincoli dell'etichetta di corte che lui stesso aveva
deliberato. Il Grande Trianon è un basso e lungo edificio che affaccia
sull'enorme giardino fiorito e caratterizzato dalle colonne rosa dell'ampio
porticato. All'interno quadri, stoffe preziose, vasi, lampadari e un raffinato
arredamento impreziosiscono l'ambiente rendendolo elegante e accogliente.
Il vicino Piccolo
Trianon fu invece costruito
tra il 1763 e il 1768 su volere di Madame Pompadour, amante del re Luigi XV,
come proprio rifugio d'amore; sfortunatamente la dama morì prematuramente nel
1764 e la storia di questo edificio si legò indissolubilmente alla Regina Maria
Antonietta che lo ricevette in dono dal marito Luigi XVI nel 1774 per potervi
condurre una vita lontana dalla mondanità e dai doveri della Reggia.
La tenuta
del Piccolo Trianon è davvero
incantevole a partire dal lineare Padiglione francese, proseguendo per il
decorato Teatro della regina con gli armoniosi interne dalle tonalità del blu e
dell'oro, immergendosi nel Padiglione ottagonale del Belvedere che si specchia
nelle acque del lago e giungendo sino al neoclassico Tempio dell'Amore che
ospita la copia della celebre statua 'l'Amore che ricava il suo arco dalla
clava d Ercole' di Bouchardon. Il Villaggio
della regina poi è davvero
incantevole con le abitazioni dai tetti in paglia ispirate ai paesi della
Normandia. La moda ai tempi di Maria Antonietta dettava un ritorno alla natura
e perciò la regina lo fece edificare con tanto di fattoria, stalla, latteria
per la preparazione del burro e del formaggio, il mulino ad acqua, la casa del
guardiano e il boudoir. La maggior parte delle costruzioni sono ancora visibili
e ben conservate ed è veramente strano pensare che all'interno di Versailles
esista un luogo così, in piena contraddizione con lo sfarzo dei Palazzi e dei
Giardini.
Sono quasi le quattro del pomeriggio e, seguendo
il consiglio di una gentilissima hostess incontrata in mattinata mentre
acquistavamo i biglietti alle macchinette, decidiamo di avviarci all'ingresso
del Palazzo dove, strano a dirsi, non c'è proprio nessuno.
Un po' di storia: l'epopea di Versailles nasce con Luigi XIII che,
innamoratosi del posto quando da bambino vi si recava a caccia col padre,
decise nel 1623 di costruirvi un piccolo padiglione. Da allora tutti i re
rimasero irrimediabilmente colpiti dal fascino del luogo tanto che Luigi XIV,
re Sole, fondò la vera e propria Reggia di Versailles che presto diventò il
simbolo e la sede della monarchia assoluta e del potere illimitato ed esclusivo
che essa comportava. Con lui nasce la rigida etichetta che tutti devono seguire
per poter vivere o anche solo visitare Versailles e che idealizza così i
sovrani. I suoi eredi però, Luigi XV e soprattutto Luigi XVI interpretano la
Reggia più come un luogo dove poter sfuggire ai noiosi impegni di stato piuttosto
che come un simbolo della monarchia visibile e accessibile dalla nobiltà. E'
proprio da questi atteggiamenti che inizia il lento ma inesorabile declino
della monarchia assoluta che poi sfocerà nella devastante Rivoluzione francese.
E' impossibile non notare il grande cancello e
le decorazioni dorate sul tetto e le terrazze del PALAZZO, preludio di uno sfarzo
smisurato all'interno. Dopo una visita veloce del piano terra si sale al primo
piano dove si è accolti dalla tribuna reale della Cappella. Da qui inizia la
scoperta del Grande appartamento del Re nel braccio nord del
palazzo e comprensivo di sette saloni: il Salone di Ercole, il Salone
dell'Abbondanza, il Salone di Venere, di Diana, di Marte, di Mercurio e infine
di Apollo. Ognuno di loro ha dai magnifici soffitti affrescati che lasciano
letteralmente a bocca aperta mentre col naso all'insù si è intenti ad
ammirarli. Fra tutti, il Salone di Ercole è quello che più mi ha entusiasmato
per la ricchezza e i particolari della sua composizione allegorica, tuttavia
quando si varca la soglia della Galleria
degli Specchi (preceduta dal
Salone della Guerra e seguita dal Salone della Pace) ci si accorge
di non aver mai visto nulla di così grandioso e appariscente. Con i suoi
A seguire si scopre il Grande Appartamento della Regina,
nel lato sud, con la Camera della Regina dai preziosi drappi e tessuti,
il Salone dei Nobili, l'Anticamera del Grand Couvert dove la famiglia reale si
sedeva a tavola e la Sala delle Guardie nella quale dodici guardie del corpo si
susseguivano giorno e notte per proteggere la sovrana. Vi è poi l'Appartamento
del re nelle cui stanze si svolgeva la sua vita privata e la Scale di Marmo, la
più frequentata del Palazzo per il via vai di reali e cortigiani.
Per una giornata intera ci siamo immersi nelle
bellezze e grandiosità della Reggia di Versailles...ora casa nostra ci sembrerà
uno sgabuzzino!
Diciamo la verità, nessuno
conoscerebbe Giverny se non fosse per un certo CLAUDE MONET, il
pittore impressionista per eccellenza che attraverso la sua arte riuscì a
esprimere i propri turbamenti, emozioni, eccitazioni e che scelse di vivere qui
dal 1883 fino al 1926, anno della sua morte. Monet dipinse fino all'ultimo
periodo della sua intensa vita e agli anni '20 risalgono quadri dalle
pennellate più astratte dovute sia alla nuova corrente artistica che stava
ormai superando l'impressionismo, sia alla malattia degenerativa agli occhi che
gli impediva di percepire l'intensità dei colori ma che di certo non arrestava
le sue impressioni.
La casa, insieme al giardino, è
diventata il Musée Claude
Monet e dietro i rampicanti
che nascondono in parte l'intonaco rosa e le persiane verdi si celano le stanze
arredate personalmente dal pittore. All'interno nulla appare impersonale, al
contrario tutto è vissuto, amato, sfruttato, l'atmosfera ci catapulta indietro
nel tempo e possiamo così immaginare Monet nello studio mentre ritocca uno dei
suoi famosissimi quadri. Fuori il giardino appare veramente come un dipinto
impressionista e per la sua bellezza si capisce come mai il pittore abbia tanto
amato ritrarlo come nel 'Il giardino dell'artista a Giverny' del 1900 o
nel ciclo 'Le ninfee'. Nel parco i fiori di mille colori, grandezze, profumi
crescono vicinissimi gli uni agli altri mischiandosi in un apparente confusione
che invece crea la suggestione del giardino davvero impossibile da dimenticare.
Il laghetto con le ninfee compare tra una selva di bambù, salici piangenti,
piante e arbusti di ogni tipo che emergono dall'acqua o sembrano volervisi
buttare e i ponticelli impreziosiscono lo stagno che appare intimo e
incantevole.
(sito internet:
http://www.fondation-monet.com/fr/)
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