Il 2020 lo ricorderò, Covid-19 a parte, come l'anno della riscoperta della mia Valmalenco e in generale della meravigliosa Valtellina. Anche oggi ci troviamo a una manciata di chilometri dal capoluogo, Sondrio, sui prati della località turistica di CASPOGGIO, un tempo conosciuta per le piste da sci, ora in disuso. La seggiovia biposto un po' datata su cui montiamo trasporta me, mio marito e nostro figlio Leonardo di quattro anni, dal paese fino alla località di Sant'Antonio a 1340 metri di quota, facendoci superare senza fatica circa 250 metri di dislivello in salita. Ad accogliere turisti e non, aggiungendo un tono di sacralità al luogo, c'è la piccola chiesa bianca proprio di fianco alla stazione di arrivo dell'impianto. Poco più sotto invece, per dissetare i palati e riempire gli stomaci, spunta la costruzione in legno del Sandy bar e ristoro dov'è possibile pranzare o anche solo sorseggiare un caffè in terrazza godendosi il sole. Per noi il locale si identifica nella sosta gelato prima di incamminarci verso l'alpe Motta. Nemmeno mezz'ora lungo un sentiero ben tenuto e ombreggiato dalle fronde dei pini e dai rami delle betulle consente di giungere i 1420 metri di altitudine di un monte che regala paesaggi da cartolina. Posto su un dosso a sbalzo e arrotondato sopra la conca centrale della Valmalenco consente una visione a 360° su entrambi i rami di cui si compone la vallata, verso le dighe e in direzione di Chiareggio. Da una parte il Pizzo Scalino e i muraglioni sottostanti e dall'altra la salita al rifugio Longoni e alla dismessa capanna Scerscen. Fra di essi il profilo del monte Motta, dietro cui si nasconde il lago Palù. Poi lo sguardo scorre sul canalone che conduce ai laghetti di Sassersa, gli ampi pascoli di Arcoglio e giù in fondo sulle Alpi Orobie: davvero spettacolare. A Motta di Caspoggio i bimbi possono divertirsi con l'acqua fresca della fontana, l'altalena e uno stagno pieno zeppo di girini. Il pomeriggio trascorre lento e rilassato, il modo perfetto per rasserenare mente e corpo.
Vedute dall'alpe Motta di Caspoggio
Nel tardo pomeriggio salutiamo quei panorami fascinosi per scendere, in poco più di trenta minuti, nella frazione di Santa Elisabetta, passando di nuovo per Sant'Antonio e alternando il sentiero a tratti di strada sterrata o bitumata. Alle porte del piccole villaggio è divertente sostare nei pressi del recinto degli alpaca per osservare le loro espressioni buffe, le code vaporose e i ciuffi morbidi sopra gli occhi. La famiglia Negrini gestisce gli animali, programma laboratori con la lana, organizza trekking e persino sedute di yoga con i curiosi mammiferi. Qui è possibile acquistare vari manufatti realizzati con la lana e sperimentare l'emozione di pernottare una notte in tenda. Per informazioni consultate il loro sito internet: http://www.alpacaslafoppa.com/.
I simpatici alpaca |
Altri dieci minuti in discesa in mezzo al bosco e siamo al centro sportivo di Caspoggio. Lì i bambini la fanno da padroni tra scivoli e altalene, la piste per i gommoni e quella di pump track dove piccoli e grandi ciclisti possono cimentarsi in dossi e paraboliche in sella alla propria bicicletta.
Una volta esaurite le energie per il gioco vale la pena percorrere la parte storica del paese ben restaurata fino alla chiesa e poi imboccare una traversa di via Pizzo Scalino per percorrere la nuova ciclabile che collega Caspoggio a Lanzada, in corrispondenza della centrale idroelettrica Alfredo Bizzoni e del centro sportivo Pradasc con parcheggi, un bar, palestra di arrampicata e parco giochi.
Quella descritta nel post è una bella escursione accessibile a tutti, priva di difficoltà, che unisce lo svago al camminare, il tutto condito da paesaggi montani unici.
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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