lunedì 7 settembre 2020

Dalla cascata del Vò alla miniera Gaffione a Schilpario

In val di Scalve nella provincia di Bergamo sorge la nota località turistica di SCHILPARIO, a 1135 metri s.l.m.. Il paese occupa la vallate ai piedi del passo del Vivione che mette in comunicazione la vallata bergamasca alla bresciana valle Camonica. 

Cascata del Vò

Qui ci sono diverse attrazioni adatte alle famiglie con bimbi piccoli e noi siamo pronti a scoprire la cascata del Vò. Il tragitto per raggiungerla è ben battuto, in lieve salita e si percorre a piedi in circa venti minuti. Zigzaga in una pineta splendida e pulita da rami e arbusti che pare quella delle fiabe. La frescura del torrente che scorre poco più in basso si insinua fra i tronchi creando un sottobosco umido e verde. Poi il fragore dell'acqua che salta oltre la roccia per venticinque metri prepara gli occhi alla visione che dopo pochi passi ci si trova davanti. Gli spruzzi freddi pungono la pelle e inebriano i sensi. Non la annovero tra le cascate più spettacolari che ho avuto la fortuna di ammirare tuttavia è piacevole, intima ed è la pineta in cui è immersa a renderla particolare. Appena prima sorgono i resti di una regrana, una costruzione in sasso utilizzata in passato per il processo di torrefazione, ovvero la trasformazione della siderite in ossido di ferro, minerale che nel suo stadio iniziale veniva estratto nelle miniere della zona.

La pineta in cui si nasconde la cascata del Vò

Ed è appunto uno di questi luoghi la nostra prossima meta. L'ingresso alla miniera Gaffione si trova a una manciata di chilometri da Schilpario, all'inizio della salita per il Vivione. A causa dell'emergenza Covid-19 bisogna prenotare l'orario d'ingresso e presentarsi almeno dieci/quindici minuti prima per avere il tempo di acquistare il biglietto e soprattutto per indossare abbigliamento pesante e comodo. All'interno infatti la temperatura si aggira intorno ai 7° Celsius e l'umidità supera il 95%, inoltre gli spifferi d'aria incanalata nei tunnel peggiora la percezione di freddo. Consiglio quindi di calzare scarponcini per camminare comodamente fra sassi e pozze d'acqua e di infilarsi felpa e giacca invernali. I caschetti vengono distribuiti dal personale. Vi assicuro che superata l'ora di permanenza in miniera (la durata totale della visita è di un'ora e mezza) desidererete di esservi vestiti ancora di più! Gelo a parte, l'esplorazione del luogo inizia sui vagoni di un trenino che si addentra nella roccia per 200 metri, dopodiché si deve scendere e seguire le indicazioni della guida in un percorso a piedi sotterraneo con un dislivello in discesa di 30 metri e 2,5 chilometri  di lunghezza. Sembrano molti ma in realtà non sono nulla rispetto ai 60 km esistenti. La nostra accompagnatrice, molto brava, simpatica ed esperta, ci spalanca la porta, metaforicamente parlando, su un mondo a noi sconosciuto, alternando tratti di camminata a momenti di sosta nei punti più interessanti per elargire le spiegazioni. Si comincia con la storia delle miniere e al come venivano individuate le vene del minerale in superficie, per proseguire con i metodi di scavo delle stesse e il passaggio da quelli manuali all'avvento delle grandi industrie siderurgiche di estrazione del ferro come la Falck. Utensili e fotografie d'epoca arricchiscono la visita. Fra queste mi colpisce il viso del fuochino, colui che utilizzava la dinamite, e l'immagine che immortala i minatori con un paio di bambini piccoli, 7 e 8 anni. Erano usati come 'animali da soma' per trasportare in superficie il minerale in piccole gerle pesanti 20 chilogrammi e oltre sulla schiena, arrampicandosi in cunicoli verticali e scivolosi. Questo è accaduto fino agli anni '40: pazzesco. Incredibile pure la purezza dei fiumi sotterranei e i colori delle rocce.  

Alcune immagini della miniera Gaffione





Dopo essere rimasti al freddo e nella parziale oscurità per un'ora e mezza la sensazione che si prova tornando all'esterno, e si viene investiti dalla luce e dal calore del sole, è di liberazione. Pare impossibile che degli uomini potessero lavorare in quelle condizioni per 8 ore al giorno, 6 giorni la settimana, senza alcuna tutela né protezioni, o comunque con pochi di essi conquistati a seguito degli scioperi della seconda metà del '900. 

La miniera di Gaffione è per noi un'incredibile scoperta, la prima nel suo genere che visitiamo, e la consiglio assolutamente.

Tratto dal mio diario di viaggio 'le meraviglie della valli bergamasche'. Se volete leggere l'intero articolo cliccate sul link della nota rivista on line 'turisti per caso': https://turistipercaso.it/bergamo/82169/le-meraviglie-delle-valli-bergamasche.html

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.   

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