giovedì 5 novembre 2020

Nella Basilica di San Zeno a Verona

Abbiamo visto Verona a Natale con le bancarelle zeppe di dolciumi e statuine, durante le calde sere d'estate quando si cerca la frescura lungo le rive dell'Adige e pure nelle mezze stagioni, proprio come in questo autunno, periodo da noi amatissimo per via dei colori della natura e per quella voglia di godersi le ultime giornate tiepide dell'anno prima dell'arrivo dell'inverno. Le nostre scarpe si sono consumate sui marmi e le pietre delle vie e le piazze del centro, gli occhi hanno spiato attraverso i portoni dei palazzi che nascondono scaloni e corti signorili, le mani si sono posate sui blocchi dell'Arena, l'anfiteatro romano. Pensavamo di aver visitato tutte le principali attrazioni e anche qualcosa di più, eppure ci mancava una vera e propria meraviglia. Sto parlando della Basilica di San Zeno

L'elegante Basilica romanica di San Zeno

Facciata principale della Basilica
Il complesso trova posto nel quartiere omonimo, tra file di edifici bassi con le mura dai colori sfumati e i bar e le trattorie ai piani terra. E' dedicato al patrono di Verona, San Zeno appunto, che la cittadina veneta festeggia il 21 di maggio. Era originario della Mauretania, regione del Nordafrica un tempo provincia dell'Impero Romano, e il colore della pelle gli ha valso il soprannome di Vescovo moro, carica ricoperta dal 362 al 380. Viveva in modo semplice e si nutriva con i pesci che lui stesso pescava nel fiume Adige, per tale motivo è considerato il protettore dei pescatori d'acqua dolce. La sua vita e i miracoli sono raffigurati in alcuni dei bassorilievi accanto al grande portale d'accesso alla chiesa e sulle formelle in bronzo della porta nascosta dietro a quella interamente in legno, tra episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento. 

La basilica impone sulla piazza la magnificenza dell'architettura romanica. La facciata principale si slancia verso l'alto grazie alle linee verticali e pulite, appare tra l'antica torre dell'Abbazia e l'elegante campanile e con essi condivide un perfetto cromatismo dato dall'impiego della pietra di tufo alternata ai mattoni. Il grande rosone ne occupa quasi per intero la sezione superiore e sotto di esso vi è il protiro, ovvero la zona di passaggio dall'esterno all'interno, realizzato dal maestro Nicholaus. Le colonne che lo compongono poggiano su due leoni e se si osservano le decorazioni in alto si scoprono delle sculture particolari, simboleggianti l'allegoria della vita umana. Per questo sono dette 'la ruota della fortuna'.

La policromia della navata centrale
Percorrendo la navata apprezziamo la policromia dei grossi pilastri, delle pareti e i disegni sulla copertura. Scopriamo l'altare con il timpano in legno sorretto da colonne intrecciate a loro volta poggiate sopra un bue e un leone e ammiriamo, fra i diversi affreschi, quelli sistemati tra due finestre cieche raffiguranti delle Madonne con bambino. Leonardo poi è attirato dalla statua policroma in marmo di San Zeno che ride e da un piccolo manufatto dedicato a fratello sole e sorella luna con tanto di uccellino.



Altro scatto della navata centrale con l'ingresso alla cripta

Il gioiello della basilica è a mio parere la cripta che si apre dopo una scalinata in discesa nel centro della navata. Questo ambiente è davvero fascinoso, creato da 49 pilastri e 54 volte a crociera che suddividono lo spazio in 9 piccole navate. Tra la selva di colonnine mal si celano i tozzi basamenti che sostengono la chiesa superiore e in fondo all'abside, dietro a una cancellata, compare un'urna nella quale sono conservate le spoglie di San Zeno.  

Selva di colonnine della cripta

Accanto alla chiesa si apre il chiostro risalente al X secolo ma più volte rinnovato fino  alla forma attuale del 1400. Lo spazio verde è ampio così come quello destinato al corridoio che gli gira tutto intorno, ospitante vari monumenti sepolcrali. Curioso notare come le arcate dei lati nord e sud siano a tutto sesto mentre quelle sugli altri due lati appaiono a sesto acuto. Parte del prato è occupato dall'edicola sporgente dove un tempo esisteva il lavatoio per i monaci. Ora della vasca d'acqua non vi è traccia, così come della fontana da cui sgorgava la principale fonte di vita del complesso religioso.

Alcune immagini del chiostro



Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.   

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