martedì 10 agosto 2021

Dall'oasi di Vendicari alla punta più a sud d'Italia

Siamo pronti a immergerci in un'oasi meravigliosa a soli 15 chilometri dal centro di Noto, in provincia di Siracusa-Sicilia, la RISERVA NATURALE ORIENTATA di VENDICARI. 

Creata nel 1984 per consentire la nidificazione e il rifugio della fauna, comprese le tartarughe che si spingono tra le dune bianche per depositare le uova, e il ripristino della tipica vegetazione mediterranea, è un vero paradiso terrestre. Comprende una costa particolare e variegata sviluppatasi tra Pozzallo, Pachino e Avola, per circa 8 km, con un sistema di pantani costieri e una ricca biodiversità ambientale e faunistica. Non solo gli animali, pure l'uomo ha lasciato un segno importante e la sua presenza risale all'età del Bronzo. Vi sono strutture di interesse storico-archeologico come la Torre Sveva, eretta nel XIII secolo per avvistare gli attacchi dei saraceni, e i suggestivi ruderi della Tonnaraovvero quel complesso d'impianti creati sopra e sotto la superficie del mare per la pesca del tonno. Rimasta in attività fino al 1944, i suoi ruderi identificano il paesaggio e ricordano i templi greci. Il tutto si staglia sopra i fondali cristallini, pianeggianti e tranquilli, ideali per lasciar divertire Leonardo. 

Torre Sveva di Vendicari

I resti della Tonnara fanno da sfondo al mare cristallino di Vendicari

Accanto c'è pure un piccolo ma grazioso museo naturalistico nel quale sono raccolte immagini di repertorio della pesca al tonno, gli attrezzi del mestiere, una presentazione di specie di flora e fauna autoctone. Queste meraviglie si raggiungono a piedi dopo aver lasciato la macchina nell'area di parcheggio vicino all'ingresso principale dell'oasi, per intenderci quello con il punto informazioni. Ricordatevi di portare bottiglie d'acqua, viveri per il pic-nic e il necessario per il bagno perché all'interno dei confini di Vendicari non vi sono aree attrezzate. I sentieri sono molti e dalla Tonnara è possibile incamminarsi verso nord, magari per raggiungere la famosa spiaggia di Calamosche, oppure in direzione opposta, in entrambi i casi sostando ai punti di osservazione e godendosi le calette isolate, di roccia o sabbia, isolate dal resto del mondo. Un'esperienza assolutamente da provare.

Il piccolo Museo Naturalistico



Dopo una giornata così piena di emozioni fatichiamo a staccarci dalle acqua limpide di Vendicari. A pomeriggio inoltrato torniamo alla macchina e puntiamo verso sud. Poco più di venti chilometri percorsi in un territorio plasmato dall'agricoltura, fatto di serre dove si produce il pomodoro pachino e distese collinari di campi coltivati, ci separano dalla punta più meridionale d'Italia, a 
Portopalo di CAPO PASSERO
Scesi dall'auto, oltre le dune di sabbia, vediamo comparire pian piano la sagoma del faro e i resti dell'edificio militare appollaiati sull'isola delle Correnti. Separata dalla terra ferma da una sottile striscia di pietre che durante la bassa marea diventa facilmente percorribile, si protende verso il continente africano rimanendo al contempo ancorata all'Italia. 
Pochi passi e siamo al cospetto della statua candida del Cristo Redentore. Sotto di essa la targa riporta queste parole: "avventore ricorda, sei in un luogo magico. Qui approdò Ulisse tornando da Troia, e vi consacrò un cenotafio a Ecuba. Qui approdò San Paolo nel suo viaggio da Malta verso Roma." E ancora un'ulteriore incisione identifica il luogo come il punto più a sud d'italia. In questo confine ideale due mari s'incontrano, mescolando le onde in uno scontro fomentato dai venti forti. La differenza con il mare di Vendicari è stridenti. Qui l'acqua è molto agitata, appare meno pulita così come la spiaggia, e i fondali s'inabissano rapidamente. Non è il posto ideale per far nuotare i bambini, ma un castello di sabbia si può sempre costruire. 

Il Cristo Redentore e sullo sfondo l'isola delle Correnti

Tra l'oasi di Vendicari e l'isola delle Correnti si trova un borgo elegante che si fonde con il mare: MARZAMEMIIl cuore antico del paese è piccolo ma estremamente caratteristico, soprattutto quando inizia a calare il tramonto e le lucine dei ristoranti e delle lampade illuminano le mura delle case color ocra, le porte e le sedie azzurre, le piante grasse avviluppate alle pareti, i fiori rossi e lillà, i pergolati verdi. La fondazione di Marzamemi si deve addirittura agli Arabi, nell'anno mille, che vi eressero la tonnara, della quale restano i ruderi. L'attuale disposizione risale però al XVIII secolo, alle modifiche apportate dalla famiglia Villadorata. Il paese abbraccia la meravigliosa piazza Regina Margherita, con le chiese dedicate al patrono San Francesco di Paola e il Palazzo dei Villadora. Il luogo va vissuto la sera, col buio e la frescura della notte imminente, se ne rimane catturati, di giorno invece, complice la calura spesso insopportabile e la luce abbagliante del sole, il fascino sbiadisce per rifiorire di nuovo al tramonto, come la fiaba di Cenerentola...

I colori di Marzamemi



Tratto dal mio racconto di viaggio 'Assaggi di Sicilia', dedicato al breve ma intenso viaggio on the road nel sud-est della Sicilia, e pubblicato sulla nota rivista online 'Turisti per caso'. Se volete leggerlo per intero cliccate sul link: https://turistipercaso.it/sicilia/82703/assaggi-di-sicilia.html

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.  

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