A CORDOVA è facile immergersi nei ritmi andalusi, rilassati e sereni. Le vie con le abitazioni che si susseguono le une incollate alle altre, sebbene non siano alte, riparano dai raggi del sole bollenti già in primavera. Le loro facciate non colpiscono di certo per la bellezza ma nascondono delle perle rare che scopriremo in serata. Ora invece dobbiamo esplorare l'imponenza della Grande Moschea-Cattedrale, l'attrazione principale della città (link per info: https://mezquita-catedraldecordoba.es/en/).
La costruzione iniziò nel 786 d.C. per volere del primo emiro Abd al-Rahman I sui ruderi della Basilica visigota di San Vicente. Col continuo crescere della comunità musulmana venne via via ampliata fino all'XI secolo e in tutto questo tempo rappresentò il simbolo del potere islamico in Occidente. Il 29 giugno 1236, a seguito della riconquista cristiana, ospitò la messa di dedicazione della cattedrale al culto cattolico, e dei nuovi lavori crearono lo splendido connubio di stili visibile oggi, grazie al quale nel 1984 fu dichiarata Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco.
Per entrare non è necessaria la prenotazione, basta mettersi in fila agli sportelli automatici di l'acquisto dei biglietti e in poco tempo ci si ritrova in una selva di colonne sormontate da archi sovrapposti, decorati con strisce color ocra. Tra una fila e l'altra spicca la copertura piana di legno scuro, spesso decorato con motivi ornamentali. La prospettiva composta dall'infinita serie di elementi architettonici è superlativa e nonostante lo spazio interno sia enorme è inondato da una buona illuminazione, proveniente dalle vetrate e dai lucernari.
Il gioiello della Moschea-Cattedrale |
La zona con maggiore fascino è la Maqsura lungo il muro di qibla (direzione), che sarebbe dovuta essere orientata verso la Mecca ma in realtà, forse per un errore di calcolo dei costruttori, volge al Guadalquivir. L'area dedicata alla preghiera è impreziosita da colonne con fusto rosa che sorreggono doppi archi in stile mudejar poggiati su fastosi capitelli corinzi. Il Mihrab ne è il gioiello. Una stanza ottagonale con il tetto a forma di conchiglia, ricche decorazioni dai motivi vegetali stilizzati e geometrici, mosaici e tavole con i disegni che richiamano l'albero della vita.
Nelle pareti perimetrali della Mezquita, costruite con conci di calcare, si aprono diverse cappelle dalla copertura a cupola e altrettanti ornamenti e pilastrini: sono il frutto della riconquista cristiana di cui parlavo prima. La più sontuosa fra tutte, la cappella Reale, si contrappone allo splendido coro impreziosito da intagli e dallo spettacolare trono episcopale. Merita sedersi ai banchi a contemplare in silenzio il tripudio di capolavori architettonici.
Conclusa la visita si esce nel Patio de los Naranjos, il grande chiostro ombreggiato da piante di aranci, cipressi, palme e ulivi, rinfrescato da fontane e rivoli d'acqua, e dominato dall'antico minareto alto ben 54 metri eretto nel X secolo, poi rivestito di elementi barocchi al fine di trasformarlo in un campanile. E' possibile visitarlo dai sette anni previo l'acquisto di un ticket alle biglietterie automatiche, con scelta della fascia orario di accesso.
Un poco irritati da questo divieto per noi assurdo, in quanto siamo saliti a piedi con nostro figlio su edifici ben più alti, abbandoniamo la Moschea-Cattedrale per attraversare l'antistante Ponte Romano sul fiume Guadalquivir, seconda attrattiva di Cordova. Le origini risalgono al primo secolo avanti Cristo sebbene la struttura di oggi, caratterizzata da sedici archi possenti, sia del Medioevo. Nel centro spicca la statua dell'Arcangelo San Raffaele al quale gli abitanti sono grati per aver salvato la città dall'epidemia di peste del 1600, mentre all'apice opposto sorge la Torre di Calahorra. Nata con funzione protettiva di accesso al ponte, ora ospita il Museo Vivo di al-Andalus dedicato alle tre religioni, cristiana, musulmana ed ebrea che furono capaci di convivere tra il IX e il XIII secolo.
Splendido Patio fiorito |
Ciò crea una sana rivalità fra gli abitanti i quali impiegano cuore, fatiche e tante ore di lavoro per realizzare scenari idilliaci. Entrare in questi cortili significa capire l'anima andalusa, festosa e lavoratrice assieme, raffinata ed estrosa, gelosa delle tradizioni eppure aperta e calorosa verso il mondo. Profumi e colori scatenano la festa dei sensi, romanticismo è la parola d'ordine e noi ce ne siamo innamorati. Di certo programmare un viaggio a Cordova in occasione de la Fiesta de los Patios attribuisce alla visita un grosso valore aggiunto.
Un'altra attrazione di Cordova è l'Alcazar de los Reyes Cristianos (info e storia al link: https://cultura.cordoba.es/equipamientos/alcazar-de-los-reyes-cristianos/), il palazzo fortezza dentro cui è sintetizzata la storia dei diversi domini subiti dall'Andalusia, dai romani ai visigoti e all'epoca araba.
La costruzione attuale eretta da Alfonso XI nel 1328, patrimonio Unesco dal 1994, rappresentava il punto di riferimento della riconquista cristiana sul dominio mussulmano. Per accedervi non occorre la prenotazione, bisogna mettersi semplicemente in coda alla biglietteria, e una volta entrati se ne percepisce la possanza, sebbene non possa competere in bellezza e prestigio con l'Alcazaba di Siviglia o con il complesso dell'Alhambra di Granada. Vale comunque la pena visitarla, non tanto per gli interni disegnati a formare un recinto quadrato attorno al patio centrale, con torri ai vertici e l'unica sala dei mosaici degna di nota, ma per i giardini meravigliosi.
Fiori e giochi d'acqua dell'Alcazar de los Reyes Cristianos |
Ci si perde fra le piante di agrumi cariche di frutti, le palme e i cipressi, e si respira ad ampi polmoni zigzagando fra le siepi modellate a labirinto. I bambini come nostro figlio Leonardo possono correre e divertirsi lungo i grandi stagni nei piani superiori del parco e le immense fontane vivacizzate da zampilli d'acqua, attorniate da fiori dalle mille sfumature. Si perde la cognizione del tempo e credetemi, se viaggiate con figli piccoli, troverete un'oasi di svago per loro e di quiete per voi.
Leonardo si diverte con l'acqua dei giardini dell'Alcazar |
Con queste ultime immagini negli occhi salutiamo Cordova. Di attrazioni ce ne sarebbero altre, come il Palazzo de Viana e la Sinagoga, ma quelle esplorate ci hanno regalato una buona visione della città che conserveremo per sempre nel cuore.
Tratto dal mio racconto di viaggio 'Splendida Andalusia: dal mare alla montagna', dedicato al viaggio on the road da Malaga a Cordova, scoprendo le montagne del Torcal, di Ronda e dei Pueblos Blancos, e pubblicato sulla nota rivista online 'Turisti per caso'. Se volete leggerlo per intero cliccate sul link: https://turistipercaso.it/diari-di-viaggio/splendida-andalusia-dal-mare-alla-montagna.html
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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