A volte si pensa che la montagna sia accessibili a pochi, che per i nostri figli non sia divertente, né interessante o magari sia troppo faticosa, invece esistono luoghi montani a misura di bambino e in questo post vi farò scoprire due mete adatte alle famiglie.
Il RIFUGIO GERLI PORRO si trova all'inizio del pianoro prativo dell'Alpe Ventina alla quota di 1965 metri, è circondato da picchi montuosi di notevole altezza e in particolare si colloca ai piedi del Monte Disgrazia, vetta molto conosciuta tra gli alpinisti di fama mondiale.
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Kira in primo piano e il rifugio Porro sullo sfondo |
E' il regno degli amanti delle arrampicate grazie alle diverse vie ferrate, e quello degli instancabili camminatori dato che da qui passa l'alta Via ed è il punto di partenza di numerosi sentieri per escursioni più o meno impegnative. Questo è il regno di scoiattoli e cervi, marmotte e stambecchi, aquile e falchi... ma è anche il regno delle famiglie!
Una comoda mulattiera lo collega al bel paese solivo di Chiareggio, situato a circa 1600 metri nel comune di Chiesa in Valmalenco. La prima parte del percorso si snoda all'ombra della fitta pineta e presenta pendenze medio basse. Il secondo tratto, e in particolare l'ultimo pezzo prima dello scollinamento al rifugio, risulta più ripido ed esposto al sole senza tuttavia presentare alcun pericolo. In un'ora si copre l'intero dislivello e anche il mio Leonardo di 2 anni ha camminato con i suoi scarponcini, alternando momenti in cui si è infilato volentieri nello zaino. Ovviamente i tempi di percorrenza sono molto variabili a seconda dell'allenamento e soprattutto se si ha o meno prole al seguito. Con noi c'era pure la nostra cagnolina Kira, inseparabile compagna di avventure, che ha potuto respirare aria pulita e bere nelle acque fresche del fiume.
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Vista sul passo del Muretto salendo lungo la mulattiera del rifugio Gerli Porro |
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Veduta dell'Alpe Ventina verso i rifugi Porro e Ventina |
L'Alpe Ventina infatti è percorsa dal torrente alimentato dall'omonimo ghiacciaio il cui fronte è ormai ben distante dalla Porro. Per scoprire quanto il ghiaccio si è ritirato nel corso degli ultimi secoli, e più precisamente dal XVII della Piccola Età Glaciale, si può seguire il facile 'sentiero glaciologico' della lunghezza totale di 4,5 chilometri (andata e ritorno) che dal rifugio conduce poco prima dell'attuale fronte del ghiacciaio. Il tracciato è dotato di cartelli esplicativi nei pressi delle morene trascinate dai ghiacci durante i loro movimenti di espansione e ritiro, e risulta molto interessante per conoscerne l'evoluzione e per godere di un panorama suggestivo. Inoltre è adatto a coloro che vogliono smaltire il lauto pranzo dei rifugi (oltre alla Porro infatti, poco più avanti vi è anche la capanna Ventina), divertendosi e facendo movimento all'aria aperta.
Stavolta essendo da sola con bimbo e cane non me la sono sentita di affrontarlo ma, conoscendolo, lo consiglio anche a persone non troppo allenate visto il contenuto dislivello in salita di 250 metri.
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Splendido panorama sulle morene e il ghiacciaio Ventina |
Le sorprese non sono ancora finite perché qui c'è pure il 'sentiero del larice millenario'.
Gli alberi sono un elemento indispensabile per il nostro pianeta perché è grazie a essi se restiamo in vita, e sotto la corteccia raccolgono e conservano informazioni utili in merito alla storia dell'ambiente circostante. I famosi anelli consentono di capire l'età di una pianta e all'Alpe Ventina è stato rinvenuto un larice caduto di mille anni: incredibile! Un comodo tracciato permette di scoprire altri larici 'più giovani' ma comunque centenari, molti di questi ancora in vita e i cui anni sono stati identificati prelevando delle piccole parti di tronco usando un apposito strumento molto simile al trapano manuale.
Non solo bellezze, camminate e scoperte: all'Alpe Ventina vi è una cappella che ricorda tutte le persone morte sulle vette circostanti. La montagna significa attenzione, è un momento per confrontarsi con se stessi ed è importante non sopravvalutarsi mai. La montagna vince sempre e non perché sia crudele: lei è sempre là splendida e maestosa, siamo noi talvolta a volerla sfidare. Dobbiamo soltanto percorrerla con rispetto e a volte accontentarci di ammirarla dal basso...

Cartelli esplicativi al rifugio Gerli Porro
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Vista sul Passo di Campagneda salendo verso il rifugio Cristina |
L'altra meta a misura di bambino di cui vi voglio raccontare oggi è il RIFUGIO CRISTINA. Per arrivare ai piedi del Pizzo Scalino, dov'è posta a 2287 metri di altezza e nel mezzo dell'alpe Prabello, si deve percorrere l'altro ramo della Valmalenco ovvero quello che sale da Lanzada verso le dighe dell'Alpe Gera e di Campo Moro. Poco prima di arrivare nel punto in cui la carrozzabile continua pianeggiante sin sotto il muraglione del secondo bacino artificiale si svolta a destra, dove è consentito lasciare l'auto nelle piazzole laterali fino a quando una sbarra impedisce ai mezzi non autorizzati di continuare. Da qui bisogna caricarsi lo zaino in spalla e proseguire sul bitume fino all'inizio dell'alpeggio di Campagneda da cui si può scegliere se continuare sulla carrozzabile che diventa sterrata, o in alternativa optare per il sentiero alla propria destra.
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Panorama sulle vette salendo verso il Cristina |
Quest'ultimo può risultare impegnativo se si hanno dei bimbi che camminano ma ancora piccoli (per intenderci di 3 anni), nel mio caso avendo caricato Leonardo sulle spalle ho scelto di affrontare l'andata lungo il sentiero mentre il rientro sulla strada.
Man mano che si sale la vista si amplifica e abbraccia gran parte delle cime più alte della Valmalenco. L'ora di agevole camminata consente di superare i circa 350 metri di dislivello in uno scenario di alta quota ma ancora dolce, nel quale compaiono qua e là cespugli di rododendri e di mirtilli rossi, basse conifere e zolle di erba dura mescolati ai sassi piatti di color grigio chiaro. Questi ultimi sembrano fatti apposta per ospitare i picnic degli escursionisti e io insieme a Leonardo e a Kira non facciamo eccezione. Appena arrivati all'ampio altopiano ospitante le baite dell'alpe Prabello e, sopra una roccia in posizione dominante il rifugio Cristina, ci accomodiamo sulla superficie dura e ruvida per consumare il nostro meritato pranzo. Al cospetto della 'piramide' del Pizzo Scalino rimango a bocca aperta perché sebbene lo abbia ammirato moltissime volte la bellezza di questa montagna non sbiadisce mai, così come l'intramontabile incanto di questa passeggiata.
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Veduta dall'alpe Prabello verso la cima Motta e il gruppo del Disgrazia |
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Il Pizzo Scalino svetta imponente sopra la capanna Cristina |
Tre meravigliose immagini dell'Alpe Prabello incorniciata dalle montagne
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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