Tratto dal mio racconto 'Budapest, moderna e aristocratica', dedicato al viaggio tra i musei, le terme, i palazzi e i giardini della capitale ungherese, e pubblicato sulla nota rivista online 'Turisti per caso'. Se volete leggerlo per intero e collezionare consigli pratici per organizzare la vostra fuga a Budapest, cliccate sul link: https://turistipercaso.it/diari-di-viaggio/moderna-e-aristocratica-questa-capitale-europea-e-la-meta-perfetta-per-un-viaggio-low-cost.html
Il parco Vàrosliget è il principale di Budapest e lo si raggiunge con la linea 1 della metro scendendo alla fermata Széchényi-furdo, nel centro del polmone verde, o in quella di Hosok tere, nell'immensa Piazza degli Eroi.
Ne iniziamo l'esplorazione dallo zoo, aperto al pubblico dal 1866 e uno dei più antichi al mondo. Se pure non rientra fra i più estesi, a noi è piaciuto molto. I punti forti del giardino zoologico sono la presenza di numerosi e ben forniti spazi gioco, il 'grande lago', i recinti dedicati ai gorilla, gli orangotango e alle giraffe, la bellezza degli edifici presenti e la 'grande roccia' su cui vale la pena inerpicarsi per avere una visione dall'alto dell'area.
Due immagini dello zoo di Budapest
Affamati, ceniamo nella zona chioschi appena fuori l'entrata principale dello zoo, saziandoci con delle deliziose langos, le tipiche focacce fritte farcite al momento secondo le nostre scelte. E da bere birra e limonata.
Per smaltire il pasto ipercalorico, la passeggiata tra i prati e il lago del Vàrosliget è indispensabile. Senza fatica si arriva al sontuoso complesso dei Bagni Széchenyi, inaugurati nel 1913 in stile neobarocco, poi osserviamo dal basso il volo della mongolfiera bianca e rossa che compie salite panoramiche restando ancora a terra con una lunga corda.
Qualche passo ancora in direzione dello specchio lacustre e l'attenzione viene calamitata sul castello Vajdahunyad, talmente scenografico che pare si sia materializzato da una favola della Disney.
Per giungere nel cortile interno ravvivato dalle aiuole bisogna percorrere il ponte in pietra con a guardia le sculture di leoni e oltrepassare il grande portale. A quel punto non si sa più in che direzione soffermare lo sguardo data la quantità di splendidi edifici affacciati su di esso. In
realtà dell'interno si visita ben poco, fatta eccezione per le sale
occupate dalla biblioteca e il museo
dell'agricoltura ungherese (da noi evitato per mancanza di interesse)
e la torre della porta. Incuriositi vi saliamo in cima ma lo
sconsiglio in quanto la vista non vale il costo se pur esiguo del
biglietto, e a eccezione del plastico della fortezza non c'è nulla
da vedere. L'esterno invece è una magnifica miscela dei quattro
stili costruttivi storici (romanico,
gotico, rinascimentale e barocco), capace di creare un effetto
elegante, unificato e per niente caotico. Era questo l'obiettivo del
progettista Ignác Alpár, realizzare un maniero per
le celebrazioni
del millennio avvenute nel 1896, che rappresentasse la storia
dell'architettura ungherese. Di fatto si ispira a un castello della
Transilvania. Possiede un'entrata che ricorda il Medioevo affacciata
sul cortile interno con il chiostro del monastero, la chiesa con la
facciata dai rimandi gotici dal grande rosone e via via gli altri
edifici con diverse caratteristiche architettoniche.
Immagini del castello Vajdahunyad
Accanto al maniero si estende l'immensa Piazza degli Eroi, la maggiore della città e creata nel 1896 per celebrare i mille anni dell'Ungheria. Nel centro si trova un piedistallo con le sculture a cavallo dei sette capi tribù fondatori della Nazione, sormontato da una colonna dal capitello corinzio sopra cui poggia la statua dell'Arcangelo Gabriele. Le sculture rappresentanti le altre personalità celebri della storia ungherese le troviamo nei due colonnati semicircolari e laterali al complesso principale.
La tradizione musicale della capitale ungherese è nota a chiunque, avendo vissuto la fiorente
crescita culturale nell'Impero austro-ungarico, e per questo è celebrata nel nuovo museo della musica. Non ci vuole molto per scorgerne la sagoma ben mimetizzata fra gli alberi. Disegnato dall'architetto giapponese Sou Fujimoto, occupa un edificio futuristico dalle linee accattivante, moderna, surreali e solo per questo giustifica la visita. Iniziato nel 2018, già nel 2019 vince il titolo di Miglior architettura di servizio pubblico d'Europa, per poi collezionare altri riconoscimenti internazionali. Si sviluppa su 4 piani circolari e ospita pure sale di studio per la musica e i concerti, mentre al livello -1 vi sono l'esposizione vera e propria dedicata al pubblico e la cupola del suono. I biglietti per accedere a entrambe sono acquistabili sul sito (scelta consigliata per assicurarsi l'orario d'accesso preferito) oppure direttamente in loco, ma com'è accaduto a noi può capitare di dover aspettare un poco. Per noi non è stato un problema perché nell'attesa abbiamo giocato un nel parco giochi antistante a tema musicale e sorseggiato una bevanda fresca accompagnata da dolcetti nel bistrò della hall.
All'entrata vengono consegnate delle cuffie che guidano attraverso il percorso, purtroppo solo nelle lingue ungherese e inglese. A mio parere dovrebbero ampliare la scelta in quanto, sebbene ci sia pure una modalità bambino, diventa difficile per i piccoli capire appieno la mostra. Una volta varcata la soglia dell'esposizione permanente si subisce fin da subito un impatto coinvolgente, immergendosi in un bosco accompagnati da suoni e immagini. Serve a comprendere come le melodie siano in grado di trasportarci in qualsiasi mondo noi vogliamo. Si prosegue con la storia della musica ungherese ed europea, individuandone i centri principali nel diciassettesimo secolo, e se ne valuta i mutamenti a secondo del variare delle stagioni. Poi si sale sulla carrozza insieme a Mozart il quale sosteneva: se sei artista o scienziato, senza viaggiare sei una creatura di poco senso. Bisogna pensare che è il pensiero di uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi vissuto nella seconda metà del 1700, quando i viaggi erano un privilegio per pochi, appunto per gli uomini di scienza o i grandi artisti, per i quali il girare era indispensabile al fine di accrescere la propria cultura.
Proviamo pure l'esperienza della cupola del suono, una sorta di planetario capace di suscitare emozioni forti grazie al susseguirsi di proiezioni visive accompagnate da effetti sonori. Sono proposti diversi spettacoli fra cui quello sull'architettura di Budapest disegnata con nuvole di punti che prendono forma e si dissolvano: inconsueto e stimolante.
Nel parco Vàrosliget c'è pure il più grande parco giochi cittadino. In Italia non ho mai visto nulla di simile, né per le dimensioni, né tantomeno per la varietà delle attrezzature. Sono presenti percorsi avventura e palestra di arrampicata ad accesso libero, scivoli altissimi, fiumiciattolo attrezzato per il divertimento dei bimbi e molto altro.
Un'attrazione del più grande parco giochi cittadino |
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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