Dolomiti per bambini camminatori e curiosi - parte 3
75, 90, 11. Non sono i numeri da giocare al superenalotto, bensì quelli drammatici legati alla Marmolada. 75 è la percentuale di estensione persa dalla calotta di ghiaccio dai primi anni del '900 a oggi, 90 rappresentano i metri nel punto massimo di ritiro annuo, 11 sono gli alpinisti morti il 3 luglio 2022 nel collasso di una porzione del ghiacciaio.
Quest'ultimo, un tempo maestoso e splendido, diminuisce in superficie e spessore in maniera preoccupante e il processo accelera di anno in anno. E' la storia che accomuna molte formazioni glaciali di tutto il mondo, ma si tratta di un destino ineluttabile oppure esistono ancora le speranze per salvarlo? Gli esperti affermano che già entro il 2040 potrebbe scomparire e noi ci sentiamo degli spettatori impotenti e impauriti davanti a un tale scenario la cui gravità delle conseguenze sembra non essere chiara ai 'grandi' (per modo di dire visto lo sfacelo verso il quale stanno conducendo l'umanità) della terra.
Quella di oggi sarà un'escursione di 4 ore che però occupa una giornata intera considerando pause ristoratrici, di gioco e ammirazione del panorama.
Io, mio marito e nostro figlio Leonardo cerchiamo di imprimere per bene nella menta lo spettacolo della natura in cui ci ritroviamo immersi una volta parcheggiata l'auto al Passo Fedaia a 2057 metri, sul confine fra Trentino-Alto Adige e Veneto e contraddistinto dal lago artificiale omonimo, e raggiunti a piedi in un'oretta di cammino i 2400 metri di altitudine del Rifugio Padon.
Dal ristoro ci si immette sul sentiero geologico di Arabba numero 680 in direzione Porta Vescovo e Viel dal Pan, incastrato nel fianco prativo e scosceso della montagna, in saliscendi e pianori, con panorami magnifici sulla catena montuosa della Marmolada e il lago Fedaia. Intercettiamo con gli occhi la porzione finale, dalla stazione intermedia Serauta a quella finale di Punta Rocca a 3265 metri di quota, dei tre impianti di risalita costruiti in serie, con partenza dai 1450 metri di malga Ciapela nel versante bellunese. Vediamo la cabina 'sorvolare' quel che rimane del ghiaccio divenuto ormai grigio, incastrato tra picchi rocciosi e immensi ghiaioni: chissà fino a quando riusciremo a contemplarlo.
Vedute sulla Marmolada dal sentiero
con partenza dal rifugio Padon e direzione Portavescovo
Il trail diviene meno esposto e più agevole dopo circa mezz'ora, in località Pre (ovvero prati) de Padon a 2350 metri, una conca ricoperta di cespugli d'erba posizionata ai piedi di famose vie ferrate. Qui c'è una biforcazione, la cui destinazione finale è tuttavia la medesima, il rifugio Luigi Gorza a 2478 metri, posto accanto alla stazione a monte dell'impianto di risalita Funifor Arabba-Porta Vescovo. Ignoriamo il sentiero geologico sulla sinistra, più lungo (1h e 15min) e che percorreremo al ritorno, per immetterci su quello a destra (40 minuti) e proseguire sopra il fondo scivoloso composto da terra non compatta, sassi mobili e salite impegnative.
Oltrepassiamo il valico più alto dell'intera escursione a circa 2550 metri di altezza, dal quale si scorge finalmente la struttura moderna del Rifugio Luigi Gorza che ospita pure un ristorante Gourmet in una sala con vetrate panoramiche mozzafiato. Per fortuna però la vista è gratuita e noi ci accontentiamo (per modo di dire) di ammirarla dalla splendida terrazza affacciata sugli scenari meravigliosi della valle di Fodom, i rilievi dolomitici dell'Alto Agordino e il maestoso gruppo del Sella con il profilo del Sass Pordoi e il Piz Boè. E' un piacere ristorarsi seduti a uno dei tavoli con panche in legno, disposti accanto all'immancabile parco giochi, dopo aver ordinato toast, bibite e dolce al bar self service dai prezzi onesti considerando la struttura.
Porta Vescovo sulla destra e rifugio Padon a sinistra |
Vista dal rifugio Padon sul Gruppo del Sella con il Sass Pordoi e il Piz Boè |
Veduta dal rifugio Padon sulla valle di Fodom e l'Alto Agordino |
E dopo il riposo siamo pronti ad affrontare il ritorno, stavolta seguendo il sentiero geologico di Arabba con panorami mozzafiato sul gruppo della Marmolada e il lago Fedaia, ora lievemente opacizzati dalla foschia del tardo pomeriggio. E' il momento della giornata che amiamo maggiormente, quando la montagna si sbarazza delle persone e sfoggia una solitudine dolce e maestosa, capace di invaderci l'animo e di unirci ancora di più.
Attraversiamo la porzione inferiore dei Pre de Padon per poi tornare a calpestare i medesimi pianori e saliscendi dell'andata fino al rifugio Padon, e affrontare quindi la discesa ripida per il passo Fedaia dove si conclude quest'altra meravigliosa escursione nelle Dolomiti.
Panorama sulla Marmolada e il lago Fedaia dal sentiero geologico di Arabba |
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