Guidando lungo la statale che attraversa il paese di Vercurago, in provincia di Lecco, può passare inosservato lo sperone di roccia su cui si ergono i ruderi della rocca dell'Innominato. Eppure domina il paesaggio con i laghi di Olginate e Garlate, e le case del piccolo centro abitato raccolte attorno al Santuario eretto in onore di San Girolamo, vissuto tra il 1486-1537, e ricordato per l'aiuto ai poveri e agli orfani.
I ruderi della Rocca dell'Innominato dominano il paesaggio |
La chiesa guarda verso l'alto in direzione dell'antico maniero, raggiungibile da qui in circa mezz'ora e che lo scrittore Alessandro Manzoni nel romanzo 'I Promessi Sposi' immaginò come la residenza dell'Innominato, da cui appunto trae il nome.
La Scala Santa |
In realtà se ne ha documentazione fin dal XII secolo, a quei tempi appartenente alla famiglia Benaglio, poi la fortezza passò ai Della Torre e successivamente fu trasformata in punto di confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia. Venne distrutta agli inizi del 1500 e proprio tra quelle rovine trovò rifugio San Girolamo, il quale ci ricavò un luogo di penitenza.
Negli anni a venire i Padri somaschi, seguaci del Santo, acquistarono i terreni limitrofi e sottostanti la rupe per realizzarvi un Sacro Monte corredato di Cappelle per ricordare le opere caritatevoli di San Girolamo. A circa metà del selciato si staccano sulla destra i 101 gradini della Scala Santa che, se percorsi in ginocchio pregando e meditando, consentirebbero di meritare l'indulgenze. Poi in corrispondenza della cappella finale addossata alla roccia si prosegue su delle scalinate più agevoli e con poco sforzo si giunge al Castello dell'Innominato, a 405 metri di altezza, intitolato al personaggio dalla psicologia complessa in bilico tra il bene e il male. La veduta dal rettangolo prativo circoscritto dai ruderi è ampia, si estende sino a Lecco e oltre, e ricorda le descrizioni suggestive del Manzoni.
Panorama dal castello dell'Innominato |
Abbandonato il castello dell'Innominato proseguiamo in discesa sul lato opposto del cucuzzolo e poco oltre il bar trattoria 'La Rocca' imbocchiamo il sentiero per località Camposecco, a 600 metri di quota, che ospita il rifugio omonimo. Il percorso è immerso nella frescura del bosco in un susseguirsi di pianori e salite, di entrate e uscite dalle vallette umide zeppe di felci, risulta ben segnalato e privo di pericoli, ma non percorribile con i passeggini. La potenza della natura, capace di creare e al contempo di devastare, è celebrata a metà percorso con piccole sculture in legno e la citazione de 'Il cantico delle creature' di San Francesco d'Assisi. Ricorda la tromba d'aria del 29 ottobre 2018 abbattutasi sulla zona e a causa della quale la foresta venne in parte distrutta.
Quaranta minuti è il tempo necessario dalla rocca per sbucare sul promontorio prativo di Camposecco. Le grosse piante di castagni tutte intorno non ostruiscono la visuale che risulta ampia e profonda, specialmente nelle giornate terse come quella di oggi. Gli occhi possono viaggiare dai Resinelli e l'imbocco della Valsassina, a Lecco e il suo ramo del lago di Como, dal lago di Garlate e la Brianza fino alle montagne piemontesi, creando un dipinto da incorniciare.
Panorama da Camposecco verso la Brianza |
Veduta da Camposecco in direzione di Lecco e del lago di Como |
E dopo la camminata il modo migliore per recuperare le energie è un pranzo appetitoso, meglio ancora se gustato in un ristorante magico. Bisogna guidare per circa mezz'ora in direzione di Bergamo e fermarsi proprio lungo via Briantea nel paese di Palazzago, nel piazzale di un edificio dall'esterno anonimo capace di accrescere l'effetto sorpresa. Avvicinandosi a piedi all'entrata si inizia a sospettare qualcosa, e in effetti la statua di una Sirena del Lago Nero assieme all'automobile azzurra 'volante' ci ricordano un film, o meglio una saga che ha stregato adulti e bambini di tutto il mondo.
La prova del Cappello Parlante |
Oltrepassata la porta d'ingresso bisogna superare la prova del Cappello Parlante per accedere a una delle tre sale, sedendosi al di sotto di esso e attendendo il suo responso: a quale delle quattro Case (Grifondoro, Serpeverde, Corvonero, Tassorosso) si è destinati. Poi in bagno è bene prestare attenzione al un grosso Troll, infine ci si può accomodare a uno dei tavoli del salone sulle cui pareti compaiono ritratti animati, oppure nella Foresta Oscura popolata dai Dissennatori, o ancora sedersi in compagnia del Basilisco. In ogni caso il pranzo, o la cena, saranno una magia deliziosa grazie ai piatti, i cocktails, i dolci e i menù a tema rigorosamente a tema Harry Potter!
Nel Binario Magic Pub
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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