PARMA è un capoluogo di provincia dell'Emilia-Romagna adagiato in pianura ma vicinissimo all'Appenino tosco-emiliano, con uno splendido centro storico da visitare a piedi, famoso per la musica di Giuseppe Verdi e per le prelibatezze culinarie come il Parmigiano Reggiano e il prosciutto. Noi gli abbiamo dedicato un giorno, di certo non sufficiente per conoscerne tutte le bellezze, eppure abbastanza per capire quanto sia apprezzato da quel turismo senza sovraffollamento e capace di apportare benefici alla città.
Lasciamo l'auto nel parcheggio a pagamento Toschi adiacente al centro storico e in una manciata di passi attraversiamo il massiccio Complesso della Pilotta, il palazzo emblema del potere della famiglia Farnese. Il suo nome deriva dal gioco della Pelota che veniva praticata nei cortili dei nobili in occasione di determinati avvenimenti pubblici. Ampliato nel corso dei secoli, le dimensioni attuali risalgono al periodo compreso tra 1500 e il 1600. Nel 1944 subì pesanti bombardamenti che causarono una vasta distruzione, alla quale seguì un restauro importante, soprattutto degli ambienti interni. Quelle stanze oggi accolgono la Galleria Nazionale, il Museo Archeologico Nazionale, la Biblioteca Palatina e il famosissimo Teatro Farnese, simbolo dell'architettura teatrale del 1600 e della vita fastosa dei nobili Farnese.
Avendo soltanto poche ore da dedicare a Parma e viaggiando con un bambino, scegliamo di non visitare la Pilotta, preferendo altre mete più adatte ai piccoli viaggiatori e spendendo del tempo a zonzo per le vie del centro zeppe di negozi, bar, ristoranti e bei palazzi, prosciutterie e botteghe di prodotti tipici dal cui ingresso sfuggono profumini invitanti.
Seguendo le indicazioni per Piazza Duomo si giunge in pochi minuti al cospetto della Cattedrale di Santa Maria Assunta, non appariscente, maestosa ed elegante nella sua semplicità. La costruzione iniziò nell'XI secolo e il 31 ottobre 1016 venne consacrata da Papa Pasquale II, mentre il campanile in stile gotico fu terminato molti decenni dopo, tra il 1284 e il 1294. La facciata principale a capanna è suddivisa in orizzontale da tre file di piccoli archi e la fascia più bassa è scandita da tre portali di cui quello centrale è preceduto da un portico sorvegliato da due leoni. L'interno è grandioso, fitto di decorazioni e spiritualità. La pianta a croce latina presenta tre navate con sette arcate ciascuna sostenute da capitelli decorati, vi è un coro profondo con abside semicircolare e cupola è affrescata dal famoso Correggio. Pure le volte non sono da meno e gli occhi ne rimangono talmente catturati tanto da dover camminare tenendo la testa rivolta verso l'alto.
Esterno e Interno della Cattedrale di Santa Maria Assunta
Cambiamo decisamente ambientazione varcando la soglia del vicino Museo Giordano Ferrari, meglio conosciuto come il Castello dei Burattini, la maggiore collezione italiana dedicata al Teatro di Animazione.
Le definizioni corrette di Marionette e Burattini ce le fornisce l'etnomusicologo italiano Roberto Leydi: 'la marionetta è una figura intera che in generale viene mossa dall'alto per mezzo di ferri o fili, mentre il burattino è soltanto un mezzo uomo e i suoi movimenti s'animano attraverso la mano del burattinaio'. Le differenze nella forma contraddistinguono due modi di fare teatro rivolte ad altrettante tipologie di pubblico, uno nobile e benestante, le marionette, l'altro popolare, i burattini. Mentre nel meridione nasce 'l'opra dei pupi', fantocci manovrati dall'alto grazie a fili e stecche rigide, e raccontano soprattutto storie cavalleresche. Alcuni di essi nel corso dei decenni sono divenuti così famosi da trasformarsi nei simboli di città come Gianduja per Torino e Rugantino per Roma.
I protagonisti del Castello dei Burattini
Ci spostiamo ancora per varcare il mondo della musica cominciando, per la gioia di nostro figlio Leonardo, dal parco giochi in piazzale Salvo d'Acquisto, le cui attrezzature si ispirano al teatro e alle melodie, divenendo il filo conduttore delle vicine esposizioni.
La Casa della Musica, allestita nel Palazzo Cusani risalente al XV secolo e sviluppato attorno al chiostro, comprende una Sala concerti, l'auditorium, una biblioteca multimediale e l'archivio storico del Teatro Regio di Parma. Oltre a essere la sede di convegni, eventi musicali, spettacoli e incontri culturali, ospita il Museo multimediale ispirato al viaggio nel teatro musicale del capoluogo emiliano: di discreto interesse ma non entusiasmante. Nel Piazzale San Francesco antistante l'edificio, è d'obbligo immortalarsi seduti sulla panchina accanto alla statua di Giuseppe Verdi, il grande compositore nato in un paese in provincia di Parma.
La vicina Casa del Suono suscita in noi un interesse e un coinvolgimento maggiore. Creata allo scopo di raccontare l'evoluzione dei sistemi di riproduzione e trasmissione del suono, nonché gli effetti sociali che ne derivarono, espone flauti, viole, violini e molto altro. Scopriamo il fonografo inventato dall'americano Thomas Edison nel 1878 e il grammofono ideato dieci anni dopo dal tedesco Berliner, che si diffuse nelle case delle famiglie più abbienti, plasmando così la concezione di musica a bene immateriale comune.
Guglielmo Marconi è uno dei protagonisti del museo e lo ricordiamo per gli studi sulla trasmissione e la riproduzione del suono, l'invenzione della radio e gli studi sulle onde elettromagnetiche utilizzate per trasmettere messaggi a grande distanza senza l'utilizzo di fili. Infine sperimentiamo il sistema Wave field Synthesis, ovvero un sistema surround avanzato per la spazializzazione del suono, nella Sala Bianca, una sorta di cinema ma senza schermo dove l'udito diviene il senso principale.
Esposizione alla Casa del Suono |
A Parma ci sarebbero ancora diverse attrazioni da visitare ma noi ci 'accontentiamo' di queste bellezze, spostandoci in località Fontanellato, a una ventina di chilometri da Parma in direzione di Milano. Ad attenderci, un piccolo villaggio disteso nella pianura emiliana reso celebre dalla sua Rocca, facilmente raggiungibile a piedi dai parcheggi gratuiti disposti nella periferia del nucleo storico.
Eretta nel XIV secolo, agli interni si accede solo tramite visite guidate prenotabili in loco o dal sito e purtroppo è vietato scattare fotografie, ma nonostante tali vincoli vale la pena passare sotto la volta d'ingresso per scoprire come vivevano i nobili di un tempo.
Il maniero ha subito molti cambiamenti e restauri, mutando la funzione prettamente difensiva in residenziale nobile, tanto che i Conti Sanvitale lo elessero a propria dimora per sei secoli. Appare ampio e imponente, a pianta quadrata, possiede mura merlate tra le quattro torri angolari e tutt'oggi è protetto da un grande fossato (sebbene non infestato dai coccodrilli) superabile grazie a un ponte levatoio di collegamento tra il cortile interno e il 'resto del mondo'.
Dal 1948 l'ultimo Conte lo donò al Comune che lo ha trasformato in un percorso espositivo ricco di quadri, mobilio, pezzi d'epoca e affreschi. Tra questi il più famoso e di maggiore attrattiva è quello del Parmigianino. Il pittore parmense ha magnificamente dipinto la saletta di Diana e Atteone riproducendo l'episodio tratto dalle Metaforfosi di Ovidio in cui Atteone, intento a cacciare, sorprende Diana priva delle vesti e la dea infuriata lo trasforma in cervo, conducendolo al destino crudele di essere sbranato dai propri cani. I putti dell'affresco sembrano assumere una forma tridimensionale, e i colori cambiare di tonalità, nel momento in cui la guida abbassa le luci: incredibile.
Altro gioiello della rocca è la camera ottica. Anche qui una volta entrati viene chiusa la porta restando al buio e magicamente grazie a un gioco di prismi, luce e specchi, viene proiettato su due schermi concavi ciò che avviene nella piazza antistante il castello.
Infine non esiste castello senza un fantasma e Fontanellato non poteva essere l'eccezione. Si tratterebbe della piccola Maria Sanvitale morta a soli cinque anni e la cui presenza, a detta di alcuni, è stata percepita nelle stanze vuote, così come il suo presunto scalpiccio o il tonfo di un gioco caduto sul pavimento.
Con questo brivido si conclude la scoperta di Parma e Fontanellato, due luoghi carichi di storia e fascino della nostra bella Italia.
Due scatti del Castello di Fontanellato circondato dal suo fossato
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
Nessun commento:
Posta un commento