venerdì 19 settembre 2014

L'Abbazia di Piona


Al culmine di un basso promontorio boschivo che si allunga nella baia di Piona, dove incantevoli spicchi di sabbia discendono nelle placide acque del lago di Como, sorge una piccola Abbazia il cui ambiente raccolto e silenzioso regala momenti di pace e serenità a chiunque ne varchi l'ingresso. 

Sito internet dell'Abbazia di Piona: http://www.cistercensi.info/piona/

L'Abbazia di Piona

Il complesso si trova nella parte più settentrionale del lago, di fronte ai pittoreschi centri di Gravedona e Dongo adagiati sulla riva opposta ma in linea d'aria a poche centinaia di metri di distanza. Per raggiungerlo si percorre la suggestiva strada provinciale 72 che segue i fianchi ripidi, frastagliati, pieni di vallette e insenature delle montagne che sprofondano nello specchio lacustre e in località Belvedere, s'imbocca una stretta e tortuosa carreggiata sino al piccolo abitato di Olgiasca. Il centro storico, abbarbicato sul versante meridionale, offre una vista meravigliosa delle acque increspate che luccicano al sole e solcate da variopinte barche a vela e veloci motoscafi. Per l'Abbazia bisogna aggirare il promontorio e poi scendere lungo una strada lastricata all'ombra dei grandi alberi di latifoglie che intrecciano i loro rami formando una volta naturale. Dopo circa un chilometro e mezzo i prati curati di una piccola azienda agricola rompono la monotonia del bosco regalando agli occhi il piacere di guardare lontano e due colonne laterali, sormontate dalle statue di San Benedetto e San Bernardo, accolgono i pellegrini e nel contempo sorvegliano l'accesso, ricordando che si sta per entrare in un luogo sacro. Poco più avanti infatti, il tracciato si conclude in un ampio parcheggio a due passi dall'Abbazia. 
Ovviamente consiglio di lasciare l'auto in prossimità di Olgiasca e di percorrere (e gustare) a piedi questo stupendo tratto immerso nella natura, altrimenti difficile da apprezzare chiusi all'interno dell'abitacolo. Se avete dei cani anche loro ne saranno molto contenti e dopo la visita dell'Abbazia potrete farli divertire nel minuscolo molo di Piona con tuffi e riporti in acqua (come abbiamo fatto noi). 

Anche i cani sono ben voluti all'Abbazia di Piona

Siepi e aiuole verdi disegnano la semplice e ordinata cornice per la piccola chiesa in pietra grigia col campanile quadrangolare, i bassi edifici monastici e l'incantevole chiostro il cui raffinato colonnato circonda un giardino interno che ospita una robusta pianta e una fontana, simboli di vita e purezza. E' strano come varcando i cancelli dell'Abbazia si percepisca un senso di tranquillità e la frenesia della vita moderna rimanga magicamente chiusa fuori. Sarà suggestione o uno scherzo della mente, saranno la pulizia, il silenzio, l'armonia della natura e la location affascinante, però veramente ci si sente un po' meno oppressi dai pensieri quotidiani. Qui non si ha voglia di correre o urlare, ma semplicemente di passeggiare, godersi il momento e, se uno lo desidera, di recitare una preghiera magari nella grotta dedicata alla Vergine Maria costruita in fondo a un breve viale pianeggiante fiancheggiato da ulivi.  

                                                     L'incantevole chiostro dell'Abbazia



Questa è la storia di come da una tragedia possa rinascere la vita.
Pare che l'origine del luogo debba attribuirsi a un certo Agrippino di Como, che tra il 607 e il 617 eresse un oratorio dedicato a Santa Giustina, la cui opera è ricordata grazie all'incisione su una stele di pietra.
Il Monastero cambiò radicalmente nel XI secolo a causa della riforma cluniacense che prevedeva l'intromissione di un cospicuo numero di monaci dalla Cluny (casa-madre), un conseguente adeguamento al nuovo ordinamento e un evoluzione degli ambienti monastici intorno al chiostro divenuto cuore del monastero benedettino.
Dopo anni di prosperità nel XIV secolo iniziò una progressiva decadenza con accumuli sempre più ingenti di debiti che causarono la chiusura dell'Abbazia. 
Ben tre secoli di quasi totale abbandono segnarono la storia del luogo finché tra 1801 e il 1935, grazie a un nuovo interesse della nobiltà verso questo patrimonio culturale, passò nelle mani di diverse famiglie nobili fino al commendatore Pietro Rocca. Proprio in questa famiglia di imprenditori si compì il destino dell'attuale monastero. Cesare Rocca, fratello del commendatore, morì in Africa insieme alla moglie, travolto dall'esercito etiope durante la Campagna d'Etiopia mentre dirigeva i lavori per la costruzione di una strada. A seguito di questa tragedia Pietro Rocca e la madre Annetta Pogliani desiderarono ricordare la memoria dei propri cari con un gesto nobile e così regalarono la tenuta di Piona alla Congregazione cistercense di Casamari affinché donassero una nuova vita all'Abbazia. Da quel lontano 25 settembre 1937, giorno della donazione, i monaci ampliarono e abbellirono il complesso, pur mantenendone l'originalità, e oggi noi possiamo ammirare questa perla del lago di Como.
Grotta dedicata alla Beata Vergine Maria
Statua di San Giuseppe

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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