lunedì 23 marzo 2015

Il Castello di Arco

Tratto dal diario 'Trentino: terra di castelli, eremi e meleti' sulla rivista online Turisti per caso.
Se volete leggere per intero il mio diario di viaggio dedicato all'incantevole week end in terre trentine, cliccate sul link della nota rivista online 'Turisti per caso':
http://turistipercaso.it/trentino/73088/trentino-terra-di-castelli-eremi-e-meleti.html

Il CASTELLO DI ARCO è letteralmente incastonato su un costolone di roccia che spunta nella Valle del Sarca. La cittadina di Arco, ai suoi piedi, è di per sé una piccola attrazione con le vie lastricate del centro che, mutando in sentieri, risalgono il fianco della rupe zigzagando qua e là per superare l'importante dislivello fino alla fortezza. La passeggiata è immersa in splendidi uliveti e piante giganti di agave perfettamente adattate all'ambiente montano grazie al clima temperato della zona ben noto da secoli. Non per niente reperti archeologici testimoniano la presenza di un primitivo maniero ancor prima del medioevo e nel XI secolo è certa la presenza di un grande castello costruito dai nobili del posto per scopi difensivi. Successivamente la famiglia d'Arco ne divenne l'unica proprietaria e condusse la fortezza all'apice della gloria, la fece resistere per secoli ad assalti e guerre, la ingrandì e la trasformò in una cittadella prospera e sicura. Tuttavia, come sempre c'insegne la storia, anche per il castello di Arco arrivò, nel 1700, il periodo di declino. Fu bombardato dai francesi, depredato, abbandonato e solo nel 1982, quando il comune lo acquistò dall'ultimo proprietario, iniziò una lenta rinascita grazie all'ingente opera di restauro per renderlo visitabile e farlo divenire il simbolo della vallata.    
Le rovine del Castello di Arco giacciono su una rupe sopra i tetti del borgo omonimo
Ulivi e piante giganti di agave sul sentiero che conduce al Castello
Dopo essersi inerpicati fino all'ampio terrazzo naturale che sporge sopra i tetti del borgo di Arco e venera dal basso la Torre Grande, s'inizia la visita del sito dalla Prigione del Sasso, un locale angusto ricavato in un anfratto roccioso dove un tempo venivano rinchiusi i prigionieri. Da qui il Sentiero delle Torri sale per il crinale in quella che era l'antica cittadella fortificata, chiamata anche delle 120 stanze per le estese dimensioni, e incontra l'alta Torre Grande di cui rimangono solo tre delle quattro robuste mura merlate esterne mentre l'interno è andato perduto. La vista spazia verso sud nella conca del Basso Sarca occupata al centro dal Monte Brione e si allunga fino alla riva settentrionale del lago di Garda. 
Vicino alla Torre Grande, la Stanza del Sarto testimonia la presenza di diversi ambienti dedicati al lavoro degli artigiani come appunto quello del sarto, del falegname, del fornaio mentre nella Sala degli Affreschi conservata nella Torre della Stua si comprende la raffinatezza della corte che vi abitava. La presenza (ormai svanita) di curati giardini, di una biblioteca ben fornita, di un mulino, cisterne per la raccolta dell'acqua, dispense e cantine completava il quadro della vivace e prolifera vita quotidiana dell'epoca. Alla sinistra di tutto questo si estendeva il Rivellino ovvero la cinta muraria, parzialmente conservata, che scendendo dalla sommità della rupe divideva in due il sito e forniva un'ulteriore difesa contro gli aggressori provenienti da ovest. Proprio all'estremità superiore del Revellino s'innalza l'edificio più antico del castello: la Torre Renghera, con la campana detta Renga che chiamava a raccolta il popolo. 
Crogiolarsi al sole di gennaio al cospetto della Torre Grande...non si può chiedere di più
La Torre Grande e la vista sul Basso Sarca fino alla riva settentrionale del lago di Garda
 Dalla cima non si può fare altro che scendere all'ombra del magnifico bosco di lecci avviandosi verso l'uscita ma un'ultima sosta è pretesa dalla Torre di Guarda, uno strategico punto di controllo per le sentinelle sulla lunga vallata del Sarca estesa verso nord e le pareti verticali di roccia nuda del monte Collodri. Se un tempo le guardie scrutavano l'orizzonte in cerca di possibili nemici, noi oggi ammiriamo lo stupendo scenario alpino che l'uomo fortunatamente non ha voluto deturpare.  

Sito internet: http://www.comune.arco.tn.it/Territorio/Luoghi-e-punti-di-interesse/Cosa-puoi-visitare/Beni-artistici-e-monumentali/Il-Castello

La splendida Valle del Sarca a nord del Castello
La Torre di Guarda e le pareti di roccia verticali del monte Collodri
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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