venerdì 3 luglio 2015

Scalata al Passo Stelvio

Eccoci alla prima vera fatica di stagione sui chilometri di una salita da leggenda, tanto sudore, molteplici emozioni e infine la grande soddisfazione di arrivare in cima a sua maestà Passo Stelvio. Anche stavolta abbiamo vinto la sfida contro noi stessi, perché di questo si tratta quando ci alziamo sui pedali per superare il 14% di pendenza, rilanciamo la velocità dopo un tornante e sfidiamo gli ultimi tre chilometri a oltre 2500 metri di altezza quasi in apnea, per la stanchezza e la carenza di ossigeno. Siamo qui, insieme ad altri appassionati della bici da corsa ognuno con la propria storia ed età, il suo carattere, eppure una cosa ci accomuna tutti: la gioia di avercela fatta. Scambiamo battute con persone mai conosciute prima, ci prestiamo a scattare qualche foto e poi ognuno riprende la sua strada. Ai non amanti di questo meraviglioso sport possiamo sembrare un po' pazzi e forse un pizzico autolesionisti, infondo i mezzi a motore li hanno inventati da oltre due secoli. Non fraintendetemi, da ex motociclista confermo che percorrere lo Stelvio su una potente due o quattro cilindri è incredibile ma gustarselo lentamente in bicicletta è davvero strepitoso.  
I mitici e inconfondibili tornanti del Passo Stelvio

Affrontiamo l'ascesa dal versante lombardo e più precisamente partendo dal paese di Bormio. A questa famosa località sciistica e sulle molteplici opportunità di svago, estive e invernali, offerte dal meraviglioso territorio circostante ho già dedicato il post 'Bellezze di Valtellina: Bormio' (http://amareviaggiarescrivere.blogspot.it/2015/05/bellezze-di-valtellina-bormio.html) e un accenno nell'articolo 'Bormio, finalmente l'ultima fatica' (http://amareviaggiarescrivere.blogspot.it/2013/01/bormio-finalmente-lultima-fatica.html). Entro quindi nel vivo della salita illustrandovi nelle due tabelle seguenti caratteristiche principali e altimetria. Vorrei inoltre catturare la vostra attenzione sull'altezza del passo di ben 2758 metri, dettaglio che lo rende il secondo valico stradale asfaltato aperto al traffico più alto d'Europa, battuto solo dal francese Col de l'Iseran a 2770 metri di quota. 

Carta d'identità e altimetria del Passo Stelvio da Bormio
Lo Stelvio mette in comunicazione l'alta Valtellina (da Bormio, Lombardia) all'alta Val Venosta (da Trafoi, Trentino-Alto Adige)




Colori primaverili sulla strada dello Stelvio
L'ascesa inizia dolce, man mano ci lasciamo alle spalle le case di Bormio e con esse il fascinoso impianto termale dei Bagni Vecchi e i boschi di conifere. La strada s'inoltra nella valle del Braulio chiusa fra due fianchi ripidi e a tratti franosi. La roccia calcarea di un grigio chiaro si sgretola qua e là ma le suggestive gallerie scavate nella pietra dagli austriaci proteggono il passaggio di noi turisti. Intorno al decimo chilometro e poco dopo l'ultimo traforo ecco il tratto più arcigno, quello al 14% di pendenza. Lo superiamo scalando i rapporti e alzandoci sui pedali, spinti dalla terribile e insieme meravigliosa visione dell'infinita serie di tornanti per cui è famosa questa salita. Gli stretti curvoni consentono di respirare e di guardare verso il basso su un paesaggio modificato dalla mano dell'uomo ma proprio per questo, almeno per una volta, ancora più unico e straordinario. Superato un dislivello di mille metri il panorama sino a ora aspro muta in un'ampia e dolce vallata alpina coperta di pascoli, in primavera cosparsi di piccoli fiori gialli. L'Oratorio ottocentesco di San Raniero veglia sul vasto falsopiano salutando la Casa Cantoniera posta laddove la strada per il passo Umbrail, e quindi la Svizzera, si congiunge alla statale 38 dello Stelvio. Da qui il valico con i suoi alberghi si vede fin troppo bene dato che mancano tre faticosi e interminabili chilometri d'asfalto scavati nella neve, resi ancora più duri dall'altitudine di oltre 2500 metri e dalla costante visione della cima, la quale non sembra avvicinarsi mai. Al termine dei 22 scenografici chilometri il paesaggio raggiunge il culmine della bellezza sul Passo con il Rifugio Garibaldi aggrappato alla roccia spoglia da una parte, i ghiacciai dall'altra e di fronte la discesa a tornanti verso Trafoi.

La dolce vallata prativa che precede e segue l'Oratorio di San Raniero
Un po' di storia. La strada dello Stelvio fu voluta dall'Imperatore d'Austria Francesco I per collegare il Tirolo alla Lombardia lungo l'importante via commerciale dell'epoca Vienna-Milano. La prodigiosa opera venne realizzata sotto la direzione dell'ingegnere Carlo Donegani in cinque anni, se pur i tempi di costruzione effettivi sono da considerarsi la metà in quanto durante i lunghi e rigidi mesi invernali i lavori venivano interrotti. Al progetto presero parte oltre 2000 operai, molti dei quali, purtroppo, perirono per incidenti e per le avverse condizioni meteorologiche. 
Gli ultimi chilometri del passo Stelvio 
Dall'inaugurazione, avvenuta nel 1825, fino al 1915 questa importante via di comunicazione si mantenne transitabile durante tutto l'arco dell'anno. Le diverse case cantoniere (ancora oggi visibili se pur alcune in rovina) offrivano cibo e rifugio ai viaggiatori e un servizio di cambio cavalli alle carrozze, un tempo unico mezzo possibile per superare i valichi innevati. Durante la Prima Guerra Mondiale queste vette divennero teatro di sanguinose battaglie e nelle anguste trincee si consumò il triste destino di molti soldati. La fine della Grande Guerra segnò l'annessione del Tirolo meridionale all'Italia e con essa la graduale perdita d'importanza del transito alpino la cui odierna popolarità è dovuta alle indiscusse bellezze naturali, lo sci estivo e le imprese sportive. Il passo Stelvio infatti è legato alla corsa ciclistica più bella del mondo, il Giro d'Italia e il sodalizio risale al primo giugno del 1953 quando fu inserito all'interno di una tappa con arrivo a Bormio. Allora vinse il mitico Fausto Coppi e così nacque la famosa 'cima coppi' a indicare il passaggio/arrivo alla quota più elevata di ciascuna edizione del Giro d'Italia.  

Il cartello è posto circa duecento metri prima dello scollinamento
Vista sulla salita al Passo Stelvio dal versante trentino di Trafoi

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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