Un angolo di paradiso inscritto nel Parco Nazionale dello Stelvio dove i camosci e gli stambecchi scrutano dall'alto il camminare di turisti ignari, abbagliati da così tanta bellezza selvaggia. Questa è la Val Zebrù, una delle più importanti e conosciute vallate della riserva protetta nel cuore delle Alpi. Non solo gli ungulati si divertono alle nostre spalle guardandoci arrancare lungo i sentieri, ci sono pure le aquile reali e soprattutto i gipeti. Gli imponenti rapaci barbuti e necrofagi, cioè che si nutrono in prevalenza di carcasse, sono incredibilmente abili a sfruttare le correnti d'aria per lasciarsi trasportare tra i picchi montuosi. E qui di vette spruzzate di neve, lungo i cui fianchi rocciosi discendono ruscelli d'acqua gelata e saltellano decine di cascatelle, non ne mancano.
Per scoprire la val Zebrù bisogna raggiungere Bormio, la nota stazione turistica in Alta Valtellina molto amata da me e la mia famiglia e a cui ho dedicato svariati post. Se volete curiosare tra le nostre avventure basta scrivere il nome della località nella finestrella in alto a sinistra accanto alla dicitura 'cerca' e lanciare invio.
Per scoprire la val Zebrù bisogna raggiungere Bormio, la nota stazione turistica in Alta Valtellina molto amata da me e la mia famiglia e a cui ho dedicato svariati post. Se volete curiosare tra le nostre avventure basta scrivere il nome della località nella finestrella in alto a sinistra accanto alla dicitura 'cerca' e lanciare invio.
Ma ora torniamo all'escursione di oggi adatta anche alle famiglie, con partenza dal parcheggio della località Fantelle a 1685 metri di altitudine e arrivo al rifugio Campo, 2000 metri di quota.
L'area di sosta si trova in Valfurva, attraversata dalla SP 29 che inizia appunto da Bormio per salire a Santa Caterina e al Passo Gavia. Nei pressi del paesino di San Nicolò bisogna lasciare la strada provinciale e seguire la via sulla sinistra che si inerpica zigzagando sui pendii prativi e termina a Fantelle. Da qui un bel sentiero si insinua nella pineta in leggera discesa fino a ricongiungersi, all'altezza del ponte tre croci, alla strada sterrata che serve la Val Zebrù da Niblogo. L'alternativa infatti è partire da lì dove, su prenotazione, parte pure la jeep navetta per il rifugio Campo. Io però vi consiglio la prima opzione per evitare il tratto iniziale noioso lungo la sterrata.
Man mano che si procede i pezzi pianeggianti si alternano a quelli con pendenze maggiori e di tanto in tanto i sentieri tagliano i tornanti aggirando pini, larici e abeti. Dopo circa un'ora di camminata lenta a fianco del nostro bimbo Leonardo di cinque anni il paesaggio diviene più ampio e le conifere si intervallano ai pascoli fioriti nei quali sorgono baite costruite in legno e sasso.
E' d'obbligo alzare lo sguardo verso i picchi sulla sinistra fatti di roccia calcarea e dolomitica dal tipico colore chiaro e fascinoso. Il sole che li colpisce crea uno scenario abbagliante facendoci ripensare ai panorami dell'Alto Adige tanto amati e fotografati. Il picnic in una delle aree di sosta attrezzate ai piedi di un tale spettacolo diviene un pranzo da re e ci accorgiamo che per essere felici non abbiamo bisogno di altro.
Tipica baita montana in un pascolo fiorito |
Trascorse due ore di semplice camminata, escluso il tempo delle diverse pause per divorare i panini, scattare fotografie, lanciare sassi nel torrente, compagno onnipresente dell'escursione, giungiamo nell'ampio e suggestivo spazio prativo delle baite di Campo. Al culmine dei pascoli, in posizione panoramica, sorge il rifugio omonimo con tanto di panche e tavoli esterni, ombrelloni, altalene e saltarello per far divertire i bambini. E' d'obbligo rifocillarsi con un caffè preparato rigorosamente nella moka e gustare una torta fatta in casa o lo yogurt di malga con le fragole.
La nostra escursione termina qui, ma è possibile proseguire fino al Rifugio V Alpino a 2887 metri di altitudine, oltrepassare il valico per arrivare al rifugio Pizzini e quindi scendere lungo la bella valle dei Forni sino al paese di Santa Caterina.
Chi ama camminare trova pane per i propri denti e giornate di soddisfazione e fatica. Le famiglie come noi possono godere di vedute da sogno e di ricordi preziosi da custodire. In montagna c'è spazio per tutti, chi rispetta ama e se si ama è possibile vivere momenti meravigliosi.
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
Nessun commento:
Posta un commento