lunedì 30 agosto 2021

Due passi per Ortigia

L'isola di ORTIGIA è la parte antica di Siracusa, collegata alla terra ferma dai ponti Umbertino e Santa Lucia. I gestori del b&b Aretusa, dove passeremo la notte, ci attendono in largo Aretusa per guidarci al parcheggio custodito convenzionato in cui posteggiare una notte al costo di 15 euro. La struttura ricettiva si trova a trecento metri, in un palazzo storico del XVII secolo ristrutturato nel 2020 e dotato di ascensore. Le camere ampie dai soffitti alti conservano dettagli signorili e insieme ai bagni moderni si presentano confortevoli con un tocco di eleganza. 

Ficus maestosi vicino a Fonte Aretusa
Il tempo di una doccia e siamo subito in strada, direzione Piazza Archimede sul cui incrocio con via Roma si colloca il ristorante A Putia. I tavolini in strada non offrono alcuna privacy da auto e passanti, ma di chiuderci all'interno non se ne parla.  Prezzi contenuti e porzioni abbondanti, ottima la pasta alla norma e gustosi i pani cunzatu, ovvero conditi, con svariati ingredienti, dalle acciughe al tonno affumicato, dal paté di olive ai pomodorini. Il luogo è adatto a una cena veloce, perfetta con i bambini, se viaggiate in coppia e volete trascorrere una serata romantica assaggiando piatti di pesce allora si può trovare di meglio.
 
Col calare della sera il frastuono di auto e motorini si smorza, venendo sostituito da quello più piacevole del ticchettio delle posate sui piatti e del discorrere allegro dei clienti di bar e ristoranti. 
E' il momento migliore della lunga e afosa giornata estiva per girovagare in Ortigia. facciamo capolino in Piazza Archimede, rinfrescandoci con gli spruzzi della fontana di Diana, realizzata nel 1906 e narrante la leggenda della ninfa Aretusa (questa figura mitologica è ricorrente in città) che scappa dal dio del fiume Alfeo, aiutata da Diana, signora delle foreste. La circonda un abbraccio di palazzi signorili fatti con la pietra bianca del siracusano, la stessa che contraddistingue l'attigua via delle Maestranze che vale la pena di percorrere con la testa rivolta verso l'alto, sulle decorazioni delle facciate. 

In piazza Archimede la fontana di Diana

Proseguendo su viuzze animate da piccoli locali dai quali sfuggono i profumi di pesce e di fritto, torniamo in corso Matteotti riempito dai negozi, arrivando in largo XXV Luglio. Qui sorge quel che rimane del Tempio di Apollo in stile dorico e risalente al VI secolo a.C.. Subì diverse trasformazioni e ora è un museo a cielo aperto, sempre visibile ma non accessibile e, aggiungo io, poco valorizzato e disseminato di erbacce, tanto da sembrare abbandonato a sé stesso. La brezza marina ci attira sulla dritta banchina del Foro Italico, di recente realizzazione fa parte del progetto di riqualifica del Porto grande. Da un lato vi attraccano lussuosi yacht e mastodontiche navi da crociera, dall'altra, sotto la preziosa ombra degli alberi si trovano caffè, ristorantini, qualche giostra per bambini e l'accesso tramite scalinata al panoramico Passeggio Adorno sui muraglioni spagnoli. A essi si accede pure attraversando Porta Marina, dell'identico periodo storico, impreziosita dalla decoratissima edicola posizionata sopra il portale. 

La lunga e ampia banchina del Foro Italico

Porta Marina è impreziosita dalla decoratissima edicola

La prossima, e principale attrazione di Ortigia, è Fonte Aretusa, uno specchio d'acqua particolarmente romantico la notte, quando la luce arancione dei lampioni rischiara le verdissime piante acquatiche che spuntano dalla superficie scura. E' incredibile pensare si tratti di acqua dolce che sgorga da una sorgente a pochi metri dal mare. Il luogo è molto fascinoso, tanto d'aver ispirato poeti, scrittori, pittori, ed è dedicato al ridondante mito di Aretusa. La ninfa in fuga dalle attenzioni insistenti del dio Alfeo chiese aiuto alla dea Diana la quale la trasformò nella fonte siracusana.

I papiri di Fonte Aretusa

Proseguendo sul lungomare si giunge all'estremità dell'isola di Ortigia, occupata per intero dal Castello Maniace.  Eretto nella prima metà del 1200 come residenza signorile muta nel corso dei secoli in prigione, per poi essere inglobato nel possente piano di fortificazione spagnola. Semidistrutto nel 1704 da una devastante esplosione all'interno della polveriera, viene in parte recuperato e ricostruito per rivivere in età napoleonica con funzione militare. Con l'ultima ristrutturazione del 2010 la fortezza rinasce imponente ed elegante davanti ai nostri occhi che la vediamo scaturire dalle onde. 

Il Castello Maniace si erge dal mare

Dopo aver inspirato l'odore del mare ci tuffiamo di nuovo tra due ali di mura adornate di terrazzini, fiori e piante grasse, per scoprire l'ultimo gioiello della passeggiata serale. Il Duomo spunta tra il Municipio e il palazzo Arcivescovile, di fronte ad altri edifici di interesse architettonico disposti sull'altro lato della piazza. Il luogo fin dal VI secolo a.C. era destinato a occupare un complesso di culto, dai templi greci di cui sono ancora visibili le imponenti colonne doriche, all'edificio cristiano del VII secolo d.C. La facciata distrutta durante il terremoto del 1693 venne ricreata nel pomposo stile barocco tra il 1728 e il 1754 e oggi impone la sua presenza al culmine di una scalinata. Causa l'orario e le norme anti Covid non è possibile accedervi ma ammirarlo dall'esterno ci basta. 
Prima di andare a dormire rinfreschiamo i sensi con una tipica granita siciliana ai fichi d'india, questi sapori ci mancheranno quando saremo a casa!

La facciata barocca del Duomo

E il giorno seguente, dopo aver consumato la colazione deliziosa nella terrazza sul tetto con vista mare del b&b Aretusa, sfruttiamo quel che resta della mattina girovagando per Ortigia. Nonostante il termometro superi già i trenta gradi, per i vicoli ombreggiati del centro si cammina senza soffrire troppo il caldo, accarezzati dalla brezza marina che si incanala tra le mura dei palazzi. Ripercorriamo il dritto Foro Italico, ci affacciamo di nuovo su Fonte Aretusa dove alla luce del sole è possibile ammirare gli unici papiri spontanei in Europa, i tanti pesci, le anatre e i cigni: un vero divertimento per i bambini. Torniamo fino all'ingresso di Castello Maniace sperando in una sua apertura mattutina, invece i cancelli si spalancheranno solo dopo le 11, tardi per visitarlo con un bimbo sotto il sole cocente. Chiediamo a un passante come siano gli interni e lo scoprire che è l'imponente visione esterna a impressionare ci consola. Veniamo ancora inghiottiti dal caos dei viottoli per poi sbucare sulla costa al belvedere San Giacomo. Un'altra incursione in piazza Duomo per cogliere i particolari della cattedrale e degli edifici storici disposti tutti intorno, a conferma però che è la notte a caricarli di fascino. 

Tratto dal mio racconto di viaggio 'Assaggi di Sicilia', dedicato al breve ma intenso viaggio on the road nel sud-est della Sicilia, e pubblicato sulla nota rivista online 'Turisti per caso'. Se volete leggerlo per intero cliccate sul link: https://turistipercaso.it/sicilia/82703/assaggi-di-sicilia.html

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.  

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