Portofino non è soltanto la celebre Piazzetta, il borgo è inglobato nel Parco naturale regionale a cui ha prestato il nome, una penisola in gran parte ancora selvaggia con pareti rocciose a picco sul mare.
Noi ne scopriamo una parte, partendo dalla frazione di San Rocco nel comune di
Camogli. Essendo bassa stagione troviamo un
parcheggio libero nell'ultimo breve tratto di strada, quello pianeggiante, che
conduce alla chiesa del piccolo centro abitato da dove ha inizio il sentiero.
In alternativa esiste un'area di sosta a pagamento a ridosso della sbarra oltre
la quale, nei periodi di maggiore afflusso, è consentito proseguire solo ai
residenti.
Verso Batteria di Punta Chiappa |
Uno
splendido scorcio sul sottostante borgo Camogli allieta la vista, panorama
che si amplia sulla costa ligure fino a Genova man mano che si procede in
direzione BATTERIA DI PUNTA CHIAPPA. Abbandonate le ultime case, gli orti
con piante di ulivi e agrumi, e le terrazze isolate perfette per consumare cene
estive su paesaggi invidiabili, ci si addentra nel tipico bosco mediterraneo
con lecci, querce, noccioli.
Postazione per cannoni a Batteria di Punta Chiappa |
saliscendi rompono la monotonia dei
tratti piani. Dopo 45 minuti compaiono le costruzioni antiaeree erette dai
tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale e le suggestive postazioni dei cannoni a
strapiombo sul mare, di un colore blu intenso. Da qui un sentiero scende ripido
verso Punta Chiappa e l'altro, classificato come molto impegnativo, s'inerpica
in direzione della famosa Abbazia di San Fruttuoso. Noi non andiamo oltre, ci
godiamo per un po' il sole per poi tornare a San Rocco. Chi invece è allenato,
e soprattutto non viaggia con bambini, può scoprire i diversi itinerari del
parco ben presentati sul sito ufficiale al link: http://www.parcoportofino.it/ .
Prima di raggiungerla procediamo lungo la strada panoramica con inizio da Santa Margherita Ligure. E' una striscia d'asfalto a ridosso delle onde, aggrappata a una costa protetta e ancora selvaggia, con pochi edifici e baie deliziose, dove roccia e alberi incontrano il mare andando a comporre il tipico ecosistema che tutto il mondo ci invidia.
Giunti a destinazione lasciamo l'auto nell'unico garage presente a pagamento e con una spesa di 10 euro per tre ore di sosta abbiamo la possibilità di collezionare ricordi unici.
Portofino ha origini antiche attestate addirittura all'VIII secolo a.C. e nelle epoche successive i popoli sfruttarono la posizione protetta e temperata della baia, compresi i romani dell'Impero. A loro si deve il nome Portus Delfphini per via dei molti delfini avvistati nel golfo, poi divenuto Portofino. La notorietà del luogo arriva molti decenni dopo con il Conte inglese Henry Herbert il quale nel 1870 vi acquista terreni e costruì una villa, richiamo dapprima per i signori d'oltre Manica e poi via via degli altri ricchi d'Europa e d'America. I set cinematografici di fine anni cinquanta del novecento consacrano il borgo come meta mondana apprezzata a livello mondiale, appartata, difficile da raggiungere e per questo ancora più ambita.
Chiesa di San Giorgio e sullo sfondo Castello Brown |
di fascino romantico. Pranziamo al sacco accovacciati al sole sulla terrazza San Giorgio, fra il castello e la semplice chiesa omonimi. Si raggiunge con una brevissima passeggiata su selciato in salita dalla famosa Piazzetta e una volta lì gli occhi saltano dalla riservatezza del porticciolo, con le sue casette appiccicate le une alle altre e dai colori tenui, alla vastità del mare aperto. Ci sentiamo dei privilegiati a poter godere di una tale bellezza in completa solitudine.
Uno sguardo al cimitero monumentale retrostante l'edificio religioso e abbarbicato sulla tipica roccia conglomerata, costituita da ciottoli inglobati in una mescolanza di sabbia, argilla e carbonato di calcio, quindi proseguiamo per Castello Brown (per info su orari e tariffe consultate il sito: https://www.castellobrown.com/).
Cimitero arroccato sulla roccia e, dietro, chiesa e castello di San Giorgio |
Abbandonata la rocca torniamo a camminare sullo stesso viottolo che ci ha condotti fin qui. Inglobato dalla vegetazione lussureggiante dei parchi di ville private conduce in una manciata di minuti al Faro. Avendone visitati diversi ci aspettavamo di meglio, invece la struttura non è visitabile e appare trascurata, solo in alta stagione è aperto un lounge bar, sebbene non sia certo quello a importarci. Pure la vista, né l'apice del promontorio su cui è costruito rappresentano per noi il top. Tengo a sottolineare trattasi solo di un'opinione personale!
Tratto dal mio racconto di viaggio 'Perle di Levante', dedicato ai tre giorni trascorsi nel tepore dell'autunno inoltrato della Liguria, e pubblicato sulla nota rivista online 'Turisti per caso'. Se volete leggerlo per intero cliccate sul link: https://turistipercaso.it/diari-di-viaggio/perle-di-levante.html
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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