L'ingresso al GALATA visto dall'alto |
Da subito capiamo che l'esposizione ci piacerà moltissimo. Si comincia dal piano terra e dopo le sale dedicate al navigatore ed esploratore, genovese, Cristoforo Colombo, alla storia antica del porto di Genova e alle armi della Repubblica, saliamo subito a bordo di una nave.
A bordo di una Galea |
Ricostruzione di un interno della Galea |
Al timone del Brigantino Anna |
Proseguiamo la visita al secondo livello per provare di nuovo l'esperienza di trovarsi sul ponte di una nave, stavolta il brigantino Anna, dove i bambini possono comandarne il timone. Poi rimaniamo senza parole osservando la zattera originale in cui Ambrogio Fogar e Mauro Mancini resistettero in balia dell'oceano per ben 74 giorni. Purtroppo, causa Covid, non è possibile accedere al simulatore di una tempesta in 4D, perciò passiamo al piano successivo dove viviamo l'esperienza più emozionante del Galata, quella di calarci nei panni di un emigrante italiano in viaggio per New York. Un'addetta ci consegna biglietto d'imbarco e passaporto, quest'ultimo da inserire in determinate postazioni per vivere al meglio quest'avventura.
Il tavolo della Chiamata |
Si parte dalla chiamata. Nel 1861 le campagne e i monti d'Italia sono flagellati da fame, malattie, analfabetismo, e le lettere spedite da chi era già partito alla ricerca di condizioni di vita migliore rappresentarono un catalizzatore per l'emigrazione di massa.
Transitiamo per l'ufficio passeggeri, la dogana, la stazione marittima con il molo e l'imbarco ('in fila, con i fagotti e i sacchi sulle spalle, con i bambini per mano e il biglietto fra i denti...') capiamo come si viveva a bordo del piroscafo durante la traversata camminando tra i corridoi, le cuccette ('pochi posti erano riservati per la prima e la seconda classe, sul piroscafo Città di Torino a fronte di 1400 posti per emigranti c'erano solo 20 posti di prima e 40 di seconda...'), il refettorio ('il cibo non poteva sempre definirsi buono, ma per molti emigranti che scappavano dalla fame era forse la parte migliore della nave...'), e infine l'arrivo a Ellis Island che significava l'avverarsi di un sogno.
Nel refettorio di un piroscafo in viaggio verso New York |
Modello del transatlantico Andrea Doria |
La vista su Genova è ottima e una manciata di postazioni focalizzano i punti di maggiore interesse tra i quali spicca la celebre Lanterna, o meglio Torre del Faro. Con i suoi 77 metri di altezza e abbarbicata sopra una collinetta pietrosa vigila il transito delle imbarcazioni dentro e vicine al porto.
Appena fuori dal Galata ci attende l'ultima attrazione compresa nel biglietto. In buona parte immerso nell'acqua spunta il sommergibile S518 Nazario Sauro, assemblato nel 1976 alla Fincantieri per la Marina Militare Italiana in piena guerra fredda. L'accesso è consentito indossando un caschetto, e non appena si scendono le scalette se ne capisce il motivo. L'ambiente nel quale ci si trova a camminare è stretto, basso, pieno zeppo di strumentazione, a mio parere claustrofobico. Ho compreso che la vita da sommergibilista non fa certo per me!
Tratto dal mio racconto di viaggio 'Perle di Levante', dedicato ai tre giorni trascorsi nel tepore dell'autunno inoltrato della Liguria, e pubblicato sulla nota rivista online 'Turisti per caso'. Se volete leggerlo per intero cliccate sul link: https://turistipercaso.it/diari-di-viaggio/perle-di-levante.html
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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