mercoledì 5 gennaio 2022

GALATA museo del mare, Genova

L'ingresso al GALATA visto dall'alto
GENOVA, il territorio sopra cui si è sviluppata, con i fianchi ripidi della montagna che arrivano al mare, amplifica i problemi di traffico e parcheggio comuni a ogni città. Fortunatamente al Porto Vecchio, riqualificato nel 1992 dal noto architetto Renzo Piano, sono presenti diverse area di sosta a pagamento per consentire al visitatore di raggiungere con facilità le attrazioni turistiche dislocate lungo il molo. Fra queste, oggi, scegliamo di visitare il GALATA MUSEO DEL MARE, la cui missione è far conoscere e valorizzare la cultura marittima e l'identità storica genovese. Per entrarvi non è necessaria la prenotazione, basta presentarsi all'ingresso durante gli orari di apertura e acquistare i biglietti al momento (tutte le info le trovate sul sito ufficiale: https://galatamuseodelmare.it/).

Da subito capiamo che l'esposizione ci piacerà moltissimo. Si comincia dal piano terra e dopo le sale dedicate al navigatore ed esploratore, genovese, Cristoforo Colombo, alla storia antica del porto di Genova e alle armi della Repubblica, saliamo subito a bordo di una nave. 

A bordo di una Galea
Si tratta della ricostruzione di una Galea del 1600 nella quale, grazie a dei video particolarmente adatti ai bambini, comprendiamo la vita dura dell'equipaggio. Salendo di un piano è possibile osservare il vascello dall'alto per poi ammirare i Globi Celesti del famoso Coronelli, lo stesso cartografo creatore dei mappamondi conservati nel meraviglioso Salone di Gala della Biblioteca Nazionale austriaca a Vienna (https://turistipercaso.it/diari-di-viaggio/vienna-la-citta-imperiale-a-misura-di-bambino.html). 


Ricostruzione di un interno della Galea

Al timone del Brigantino Anna
Grazie al simpatico topo investigatore Geronimo Stilton conosciamo l'ammiraglio Andrea Doria nella ricostruzione, davvero realistica, del momento in cui riscuote il compenso guadagnato al servizio di Carlo V d'Asburgo. Avete letto bene, è Geronimo Stilton ad accompagnare gli ospiti del museo grazie a cartelli esplicativi divertenti e comprensibili all'intera famiglia.
Proseguiamo la visita al secondo livello per provare di nuovo l'esperienza di trovarsi sul ponte di una nave, stavolta il brigantino Anna, dove i bambini possono comandarne il timone. Poi rimaniamo senza parole osservando la zattera originale in cui Ambrogio Fogar e Mauro Mancini resistettero in balia dell'oceano per ben 74 giorni. Purtroppo, causa Covid, non è possibile accedere al simulatore di una tempesta in 4D, perciò passiamo al piano successivo dove viviamo l'esperienza più emozionante del Galata, quella di calarci nei panni di un emigrante italiano in viaggio per New York. Un'addetta ci consegna biglietto d'imbarco e passaporto, quest'ultimo da inserire in determinate postazioni per vivere al meglio quest'avventura. 

Il tavolo della Chiamata
Si parte dalla chiamata. Nel 1861 le campagne e i monti d'Italia sono flagellati da fame, malattie, analfabetismo, e le lettere spedite da chi era già partito alla ricerca di condizioni di vita migliore rappresentarono un catalizzatore per l'emigrazione di massa. 

Transitiamo per l'ufficio passeggeri, la dogana, la stazione marittima con il molo e l'imbarco ('in fila, con i fagotti e i sacchi sulle spalle, con i bambini per mano e il biglietto fra i denti...') capiamo come si viveva a bordo del piroscafo durante la traversata camminando tra i corridoi, le cuccette ('pochi posti erano riservati per la prima e la seconda classe, sul piroscafo Città di Torino a fronte di 1400 posti per emigranti c'erano solo 20 posti di prima e 40 di seconda...'), il refettorio ('il cibo non poteva sempre definirsi buono, ma per molti emigranti che scappavano dalla fame era forse la parte migliore della nave...'), e infine l'arrivo a Ellis Island che significava l'avverarsi di un sogno. 




Nell'ufficio passeggeri
L'imbarco sul piroscafo
























Nel refettorio di un piroscafo in viaggio verso New York

Modello del transatlantico Andrea Doria
La visita al museo si chiude sul tetto panoramico raggiungibile attraverso una rampa in salita accompagnati dalla storia del transatlantico Andrea Doria, in onore dell'Ammiraglio genovese vissuto a cavallo del 1500, conclusasi con il tragico naufragio del 26 luglio 1956 a poca distanza dalla costa newyorchese.
La vista su Genova è ottima e una manciata di postazioni focalizzano i punti di maggiore interesse tra i quali spicca la celebre Lanterna, o meglio Torre del Faro. Con i suoi 77 metri di altezza e abbarbicata sopra una collinetta pietrosa vigila il transito delle imbarcazioni dentro e vicine al porto. 
Appena fuori dal Galata ci attende l'ultima attrazione compresa nel biglietto. In buona parte immerso nell'acqua spunta il sommergibile S518 Nazario Sauro, assemblato nel 1976 alla Fincantieri per la Marina Militare Italiana in piena guerra fredda. L'accesso è consentito indossando un caschetto, e non appena si scendono le scalette se ne capisce il motivo. L'ambiente nel quale ci si trova a camminare è stretto, basso, pieno zeppo di strumentazione, a mio parere claustrofobico. Ho compreso che la vita da sommergibilista non fa certo per me!

Ultima fascinosa ambientazione del GALATA museo del mare

Tratto dal mio racconto di viaggio 'Perle di Levante', dedicato ai tre giorni trascorsi nel tepore dell'autunno inoltrato della Liguria, e pubblicato sulla nota rivista online 'Turisti per caso'. Se volete leggerlo per intero cliccate sul link: https://turistipercaso.it/diari-di-viaggio/perle-di-levante.html 

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.  

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