'La Pace è una casa, la casa di tutti.' Con questa frase sento il bisogno di cominciare il post. Sono le parole pronunciate da un grande papa, Giovanni XXIII, affisse sulla facciata principale del Santuario di Sotto il Monte, suo paese natale.
Santuario di Sotto il Monte |
Durante la Guerra Fredda fra Stati Uniti e Russia si verificò la crisi dei missili a Cuba, con un aereo americano che intercettò le pericolose armi russe posizionate nell'isola dell'America Centrale e puntate verso gli Stati Uniti. Grazie ai discorsi di pace fra cui il più celebre: 'continuiamo a trattare', pronunciato il 25 ottobre 1962, e all'apporto concreto per il raggiungimento della stessa, papa Giovanni XXIII divenne una figura fondamentale per la stabilità politica internazionale. Il proprio intervento probabilmente scongiurò allora il terzo conflitto mondiale.
Statua in gesso di Papa Giovanni XXIII |
Mentre scrivo, tutto mi pare assurdo e surreale, nonostante le immagini e le testimonianze di giornalisti, profughi e volontari. Non riesco a capacitarmi come sia possibile che nel 2022, in un epoca in cui si parla di Metaverso (una serie di mondi virtuali nei quali potremo vivere), della colonizzazione di Marte e di robot in grado di curarci, si combatta con bombe, fucili e carri armati come durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nella nostra visita a Sotto il Monte osserviamo l'esterno del Santuario, senza entrare nella penombra dell'interno per via di una funzione in corso.
L'ulivo di Sotto il Monte |
Lì accanto, un pozzo con l'acqua di sorgente proveniente dal colle soprastante di San Giovanni raffigura la salvezza e l'avvio alla fede cristiana. Mentre un tratto del binario 21 proveniente dalla stazione centrale di Milano, nella parte sotterranea e nascosta agli occhi e alle coscienze delle persone, testimonia il genocidio del popolo ebreo. Da quelle rotaie infatti partivano i treni stipati di ebrei con destinazione i campi di sterminio nazisti. Il binario ricorda inoltre il grande impegno del pontefice durante il secondo conflitto mondiale nell'aiutare 24000 ebrei.
Alla fine dell'itinerario si entra nella semioscurità della cripta che custodisce il crocifisso personale di Papa Giovanni XXIII, i resti dei genitori e il calco del suo volto. Quest'ultimo è conservato nella teca centrale che ne ha contenuto il corpo durante la riesumazione e il viaggio fino a San Pietro, dove giace da dopo la beatificazione.
Salita al colle San Giovanni |
Vicino al cortile antistante al Santuario non poteva mancare una pianta di ulivo. Questo però è speciale, ha oltre 150 anni, è originario della Puglia ma proviene dalla Città del Vaticano, ed è stato partecipe dell'ultima liturgia delle Palme celebrata da San Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro a Roma.
Ci lasciamo alle spalle il complesso religioso per inerpicarci lungo una ripida scalinata in sasso che conduce, dopo un quarto d'ora, all'apice del colle San Giovanni.
Qui, in una pace surreale protetta dal bosco e l'ampia vista sulla pianura, sorgono la chiesetta dedicata a San Giovannni Battista, abbattuta e ricostruita nel 1904, e la torre campanaria recentemente restaurata. Sorta nel 964 come fortilizio, è poi divenuta un possente torrione a base quadrata in stile romanico, e ora osserva il territorio sottostante plasmato dall'uomo. Completa la riqualificazione dell'area un giardinetto con la lapide dedicata agli Alpini e un vecchio mezzo militare.
Ai piedi del colle San Giovanni, dopo la rapida discesa, entriamo gratuitamente in Cà Maitino, la casa di Papa Giovanni XXIII. Nato come Angelo Giuseppe Roncalli nel 1881, cà maitino non è in realtà il suo luogo di nascita, bensì la dimora molto amata che utilizzava come rifugio per le vacanze estive sia da vescovo che da cardinale. Noi, accompagnati da guide preparate e coinvolgenti abbiamo il privilegio di scoprire la cappella, lo studio, la camera dei ricordi, le stanze dove visse il pontefice, piene di effetti personali e di regali che ricevette durante i suoi viaggi. Purtroppo è vietato scattare fotografie, ma almeno così non si è schiavi dell'impulso di catturare immagine con lo smartphone, il cui destino è quello di essere dimenticate o cestinate.
Imprimiamo per bene nel cuore e nella mente quello che vediamo, tornando a casa con profonde riflessioni e la gratitudine di aver conosciuto la memoria di una grande Papa.
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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