venerdì 15 luglio 2022

Val Nera e Vallaccia a Livigno

Dopo un inverno che a noi è sembrato lunghissimo, di freddo e giornate trascorse in casa o nei dintorni cittadini, il richiamo della natura insiste in modo incessante dentro le nostre teste. L'unico modo per farlo tacere è salire in quota per saziarci dei paesaggi montani tanto amati e il luogo migliore non distante da casa è l'Alta Valtellina, in particolare il comprensorio di Livigno.
L'ingresso della Vallaccia
La zone extradoganale durante la bella stagione è raggiungibile tramite due valichi, il Foscagno e la Forcola (passando dalla Svizzera), ma sebbene quest'ultimo sia la scelta migliore per via del chilometraggio più basso, non è ancora transitabile al momento delle nostre camminate. E' stato poi aperto lunedì 6 giugno. Bisogna quindi salire dalla conca prativa di Bormio attraverso la scenografica Valdidentro, superare la dogana e scendere a Trepalle, il borgo abitato alla quota più alta d'Italia. Se un tempo tale aspetto era una discriminante, oggi ne è divenuto il punto di forza grazie al sensibile sviluppo turistico costituito da case vacanze e alberghi, negozi, bar e ristoranti, capaci di accogliere la clientela estiva come quella invernale. Piste da sci e per le ciaspole si trasformano in sentieri per il trekking, mountain bike e discese di downhill, per vivere appieno il paradiso montano in cui si è immersi.
Vogliamo esplorare pure noi un pezzetto di eden selvaggio, lasciando la macchina nella periferia di Trepalle nel parcheggio comunale P12 Pont de Rèz a 2000 metri di altitudine. Qui comincia la VALLACCIA che a dispetto del nome dal suono dispregiativo è davvero meravigliosa. Bastano pochi passi lungo la stradina asfaltata (poi sterrata ma comunque percorribile con passeggini), a divieto di transito, per buttarsi in un mare di prati tagliati dai rigagnoli e tempestati di colori. Il viola delle violette, il giallo dei ranuncoli, il celeste dei 'non ti scordar di me', il blu delle genziane, il rosa del geranio silvano, si mischiano agli steli d'erba di un verde brillante. 

Alpe Vallaccia

Si arriva presto all'alpeggio che conserva ancora qualche maso interamente in legno dal fascino senza tempo, per poi giungere dopo circa 50 minuti ai 2165 metri della Casera. Poco oltre scorre il torrente che inviata noi adulti a una sosta per il pranzo al sacco e i bambini a giocare con acqua e sassi. 

I pascoli della Casera

Torrente poco lontano dalla Casera
Tipico maso in legno
























Il tracciato continua fino alla Bocchetta di collegamento con l'idilliaca Val Viola, esplorata l'anno scorso e di cui lascio il link della passeggiata: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2019/07/una-passeggiata-in-val-viola.html
Qualcuno ha tentato di deturpare il prezioso habitat della Vallaccia iniziando la costruzione di un impianto sciistico del quale rimangono purtroppo delle tracce, tuttavia la corte Suprema di Cassazione interpellata dalla società Mottolino Spa realizzatrice ne ha ribadito il divieto di costruzione accompagnato dall'obbligo di rimuovere le strutture erette illecitamente. Fortunatamente questo paradiso è stato salvato dalla speculazione.

Panorama della Vallaccia durante il percorso di ritorno

Per scoprire la nostra seconda destinazione dobbiamo scendere a Livigno e attraversare per intero la lunghissima conca che lo accoglie in direzione del passo Forcola. Il posteggio da dove proseguire a piedi è il P8 Al Vach, davanti ai pascoli dell'ALPE VAGO sopra cui si staglia l'omonima vetta a 3058 metri di quota con vedute incredibili immortalate e descritte nel post al link: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2013/08/da-livigno-allengadina-per-un-week-end.html.

Alpe Vago vista dall'area di sosta

La quota di partenza della camminata è a 1970 metri, per giungere in una decina di minuti ai 2000 metri dell'alpeggio con la malga che propone in vendita salumi e latticini di produzione propria. Durante l'alta stagione organizza pure degustazioni e visite guidate al caseificio, una buona idea soprattutto per i più piccoli.

Alla Malga ci si diverte...

Da qui comincia il sentiero per la Cascata della Val Nera, in realtà un percorso ad anello che si sviluppa su entrambi i versanti della stretta vallata. Noi abbiamo scelto il medesimo tracciato per l'andata e il ritorno, di circa 45 minuti ciascuno, percorrendo il lato verso Livigno e facendo così l'opposto delle indicazioni presenti in prossimità delle baite. La preferenza è dovuta alla bellezza dell'altopiano su cui si cammina, mentre il sentiero opposto taglia il fianco ripido della montagna, e dalla visione sulla cascata una volta giunti alla meta.  
Lasciata alle spalle la pianura dell'Alpe Vago la pendenza diventa molto impegnativa, per fortuna solo per un breve tratto immerso nel bosco di conifere, e poi si addentra nella valle in cui le acque tumultuose del Nera hanno scavato un canyon profondo. Sullo sfondo s'innalzano montagne innevate solcate da scivolosi ghiaioni, mentre attorno ai nostri piedi il rododendro e il ginepro formano isole di cespugli fra ranuncoli gialli e genziane blu. 

Salendo in Val Nera

Fatta eccezione per il tratto iniziale dalla malga, il resto del tracciato non presenta difficoltà ed è quindi adatto anche a bambini e anziani, tuttavia risulta inaccessibile ai passeggini. 
Senza troppa fatica si raggiunge il salto spumeggiante creato dal torrente che proviene dalla valle laterale di Campo per gettarsi nel fiume Nera. La panoramica dall'alto è notevole e il frastuono dell'acqua rimbomba fra le rocce. Sul fondo, un ponticello sospeso permette di passare sulla sponda opposta e nelle giornate estive più calde è possibile godere della frescura del canyon. 

Tipico paesaggio montano
Cascata della Val Nera

Al ritorno la discesa verso l'Alpe Vago...

Per chi viene a Livigno non solo per lo shopping, le due facili passeggiate descritte sono di certo da includere nei vostri programmi... la natura non vi deluderà. 

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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