Il parco delle Grotte di San
Canziano (Skocjan in sloveno) è vicino al confine italiano e occupa il canyon sopra cui si adagia il paesino omonimo. Il centro di
accoglienza accanto al parcheggio comprende la biglietteria, un bar ristorante
e un piccolo museo grazie al quale, osservando le fotografie d'epoca, si
cominciano a capire l'importanza e la suggestione di un luogo che nel 1986 l 'Unesco ha
incluso nella lista del patrimonio mondiale. In aggiunta a tale
riconoscimento detiene il primato di maggiore canyon sotterraneo
finora conosciuto al mondo.
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Il canyon che accoglie il parco delle grotte di San Canziano |
Raggiungendo il punto d'osservazione distante
L'esplorazione con guide parlanti in inglese o
sloveno ha inizio dopo una breve passeggiata nel bosco dal punto informazioni.
A seconda del numero di partecipanti si viene suddivisi in gruppi non troppo
numerosi in modo da godere appieno della magia di San Canziano. Per ovviare al
problema della lingua chiedete tra gli accompagnatori chi parla l'italiano
così, sebbene la spiegazione generale sia tenuta in inglese, poi potrete
chiedere facilmente chiarimenti. Perché il comprendere appieno è un valore
aggiunto. All'interno la temperatura costante è di 12°C , perciò portate una felpa
ma non copritevi troppo in quanto bisogna camminare e i punti di stallo sono
brevi e radi. Non è consentito scattare fotografia (con o senza flash) durante
il tragitto guidato ma ci si può sbizzarrire nella parte di visita libera.
50 metri , notando sul
fondo gli accumuli di tronchi trasportati dalle inondazioni, l'ultima nel
1965 con il livello dell'acqua che superava di 10 metri la passerella.
Proviamo per qualche istante il terrore di rimanere al buio, sperimentando così
la sensazione di totale smarrimento conosciuta dai protagonisti alle antiche
esplorazioni. Poi vediamo in lontananza la luce naturale far capolino nella
grotta, siamo prossimi all'uscita, più avanziamo e maggiore è il chiarore e
quello che si prova una volta giunti alla grande apertura nella roccia è un
senso di liberazione. La guida ha terminato il proprio compito, ora tocca a noi
scegliere se continuare il viaggio in autonomia. Come accennato prima consiglio
di compiere il tracciato rosso in modo da avere un prosieguo di emozioni in
tratti suggestivi di grotte, visioni di cascate, attraversamenti di
ponticelli e sentieri agganciati alle pareti verticali.
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Esplosione verde all'esterno delle grotte |
L'avventura vera e propria comincia in discesa
superando un tunnel artificiale che conduce a un percorso in cui sono le meraviglie
della natura forgiate in milioni di anni, goccia dopo goccia, a
essere le uniche protagoniste. Così l'occhio si spalanca per lo stupore e il
cuore batte forte dall'emozione ammirando colate di calcite bianchissime,
formazioni calcaree a colonna pendenti dal soffitto (stalattite) e crescenti
dal pavimento (stalagmiti) che a seconda dell'elemento chimico predominante
assumono sfumature diverse, dal giallo al rosso e al grigio.
E' impossibile non impressionarsi in cima alla
caverna che si spalanca sotto di noi, segnata dalle lucine del percorso grazie
alle quali è possibile rendersi conto della grandezza e della profondità. Si
scende sino al ponte Cerkvenikov che supera uno strapiombo di Eccovi delle vedute del tracciato rosso da compiere in autonomia
Così come all'interno del canyon
principale è possibile individuare i resti delle primitive scalinate
scavate nella roccia dall'uomo nei primi anni del 1800: tracciati stretti,
impervi e pericolosi. Eppure la curiosità dell'essere umano lo ha
sempre spinto a indagare l'ignoto. Eccone in breve la storia.
La prima documentazione che attesta la scoperta di questa meraviglia è del II secolo a.C., mentre indagini hanno riportato alla luce reperti archeologici e scheletri umani antecedenti di 3000 anni. Nel 1689 lo scienziato scrittore del luogo Valvasor ne descrive con attenzione l'inghiottitoio e risale al XIX secolo l'esplorazione più approfondita mossa dalla necessità di aumentare l'approvvigionamento idrico di Trieste, porto in grande espansione. La campagna sistematica di perlustrazione del sottosuolo viene intrapresa nel 1884 con la fondazione della Sezione speleologica, mentre l'inizio dell'attività turistica può coincidere con il 1819, anno in cui è inaugurato il libro delle firme dei visitatori.
L'attività di ricerca ed esplorazione continua ancora, con mezzi moderni e maggiore sicurezza, e procederà negli anni a venire perché la natura è una continua, interminabile, fantastica scoperta.
La prima documentazione che attesta la scoperta di questa meraviglia è del II secolo a.C., mentre indagini hanno riportato alla luce reperti archeologici e scheletri umani antecedenti di 3000 anni. Nel 1689 lo scienziato scrittore del luogo Valvasor ne descrive con attenzione l'inghiottitoio e risale al XIX secolo l'esplorazione più approfondita mossa dalla necessità di aumentare l'approvvigionamento idrico di Trieste, porto in grande espansione. La campagna sistematica di perlustrazione del sottosuolo viene intrapresa nel 1884 con la fondazione della Sezione speleologica, mentre l'inizio dell'attività turistica può coincidere con il 1819, anno in cui è inaugurato il libro delle firme dei visitatori.
L'attività di ricerca ed esplorazione continua ancora, con mezzi moderni e maggiore sicurezza, e procederà negli anni a venire perché la natura è una continua, interminabile, fantastica scoperta.
Più famose rispetto a quelle di San Canziano, le Grotte di Postumia hanno attratto milioni di visitatori a partire dal 1819, anno di apertura al pubblico, sebbene lo sviluppo turistico vero e proprio coincida con l'inaugurazione della prima ferrovia sotterraneo al mondo all'interno di una grotta calcarea avvenuta nel 1872. Nei decenni a venire le tratte subirono molte migliorie, vennero allungate e si acquistarono motrici e vagoni al passo con i tempi, mentre nel 1884 fu installato l'impianto elettrico. Quello che perdura da allora, forte e coinvolgente, è lo stupore di compiere un viaggio nei prodigi del mondo sotterraneo in cui l'acqua plasma le rocce di calcare da milioni di anni.
La scoperta inizia nel piazzale antistante
l'ingresso con la suddivisione in gruppi a seconda della lingua e in
tal caso è presente pure una guida parlante italiano. Quindi ci si avvia alla
stazione sotterranea dove si sale a bordo del trenino, venendo subito travolti
da una temperatura costante di 10°C e da un'umidità del 95%. Bisogna
indossare capi di maggior spessore rispetto a quelli utilizzati nella gita a
San Canziano perché le condizioni termiche sono più rigide e le velocità e
lunghezza della camminata sono inferiori.
Con gli occhi ben spalancati e pronti a cogliere ogni angolo di quest'eden della regione del Carso, partiamo accoccolati nei vagoni per un totale di3,7 chilometri fra andata e ritorno. Nel mezzo
della visita della durata totale di circa un'ora e mezza è previsto un tratto
da compiere a piedi di 1,5 chilometri, per una lunghezza complessiva del
percorso che supera i cinque chilometri. Tali misure consentono a Postumia di
conquistare un altro primato, quello delle grotte con il
tratto visitabile più lungo del mondo.
La parte sul trenino è di certo suggestiva, unica, divertente per i bambini, attraversa caverne basse e strette trasportandoci in un set di stalattiti e stalagmiti. Tuttavia è quando si cammina che si coglie l'essenza magica e misteriosa del luogo, si individuano gli angoli nascosti e le stupefacenti formazioni, immortalandoli con lo smartphone o la macchina fotografica, qui consentiti escludendo il flash.
Con gli occhi ben spalancati e pronti a cogliere ogni angolo di quest'eden della regione del Carso, partiamo accoccolati nei vagoni per un totale di
La parte sul trenino è di certo suggestiva, unica, divertente per i bambini, attraversa caverne basse e strette trasportandoci in un set di stalattiti e stalagmiti. Tuttavia è quando si cammina che si coglie l'essenza magica e misteriosa del luogo, si individuano gli angoli nascosti e le stupefacenti formazioni, immortalandoli con lo smartphone o la macchina fotografica, qui consentiti escludendo il flash.
Una volta 'sbarcati' inizia la
passeggiata su una striscia di materiale antisdrucciolo. Immersi nel
candore dei carbonati di calcio e nelle sfumature di rosso, dovute alla
presenza di ossido di ferro, e del grigio, causate del manganese, bisogna
procedere sino al punto più alto, o di minore profondità a seconda dei punti di
vista, posto a 70 metri
sotto la superficie. Seguono poi la discesa e una successione di lievi
saliscendi. Il tutto in un paradiso di colonne calcaree che sembrano
ispirarsi allo stile barocco, di stalagmiti e stalattiti che ricordano le
guglie gotiche delle cattedrali e di specchi d'acqua limpidissimi. Si ammirano
la sala degli spaghetti dalle concrezioni finissime, i drappeggi (o fette
di prosciutto per nostro figlio) per via dello spessore minimo e la forma
ondulata, le formazioni calcaree dalle sagome disparate alle quali ciascuno di
noi può attribuire una somiglianza, e la stalagmite simbolo di Postumia
alta 5 metri
di un bianco accecante e per questo denominata il brillante.
Al termine del tragitto a piedi con un po' di
fortuna è possibile individuare nella teca il Proteo, l'anfibio
cieco quasi privo di pigmentazione, dal corpo longilineo di 25-30 cm e la pelle sottile dal
colore biancastro di cui già abbiamo sentito parlare senza tuttavia vedere, a
San Canziano. Stavolta invece lo abbiamo intravisto avvinghiato alle pietre tra
le grida trattenute (bisogna infatti osservare il silenzio) per l'eccitazione
di Leonardo. Questi esserini sopravvivono senza cibo fino a 12 anni e possono
raggiungere un secolo di vita: pazzesco! Davvero singolare è il libro
sulla leggende della loro nascita dedicato ai bambini, il cui protagonista è il
grande drago Jami trasformato appunto nel piccolo esemplare che popola le
grotte del Carso dal malefico nano Guizzo. Il ricordo ideale di un'esperienza
indimenticabile.
Pubblicato sulla nota rivista online 'Turisti per caso'. Se volete leggerlo per intero cliccate sul link: https://turistipercaso.it/diari-di-viaggio/tra-italia-slovenia-e-croazia-a-caccia-di-primati.html
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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