"Vedi Napoli e poi muori", lo diceva un certo Goethe, giunto nella città del sole nel febbraio del 1787 durante il suo lungo viaggio in Italia. Lo stile di vita degli abitanti e la posizione geografica dell'odierno capoluogo campano lo spinse a immortalarlo con la frase divenutane il motto, da molti poi trasformato nel più gentile, e a vocazione turistica, "vedi Napoli... e poi torna".
In effetti il magnetismo della cittadina stretta fra il Vesuvio e le acque del golfo è talmente forte da desiderare di tornarci non appena rientrati a casa. Probabilmente perché il modo di affrontare la vita degli abitanti, senza troppi affanni per il presente e il futuro e aggirando i problemi, non è poi così sbagliato e infondo invidiato pure da coloro che lo criticano.
Sempre Goethe affermava "qui si desidera soltanto vivere. Ci si scorda di noi e del mondo" e "i napoletani sarebbero senza dubbio diversi se non si sentissero costretti fra Dio e Satana". La popolazione è in balia di una forza crudele, quella distruttrice del vulcano capace di spazzare via nel 79 d.C. Pompei ed Ercolano. Nel contempo è cullata dalle correnti dolci del mare al quale deve un'abbondanza di cibo e un clima mite tutto l'anno.
Nei nostri tre giorni alla scoperta dei due volti della città partenopea, quello sotterraneo e il gemello alla luce di uno splendido sole, ci immergiamo pure nel cuore verace e pulsante della città (quello dei quartieri spagnoli, di Spaccanapoli e via San Gregorio Armeno), che vorrei descrivere prendendo in prestito le parole della canzone "Napule è" del grande cantautore Pino Daniele. "Napule è mille culure, Napule è mille paure, Napule è a voce de criature, che saglie chianu chianu e tu sai ca' non si sulo. Napule è nu sole amaro, Napule è addore e' mare, Napule è na' carta sporca, E nisciuno se ne importa, E ognuno aspetta a' sciorta..."
Il Murales di Maradona |
Non è solo un brano musicale, bensì una poesia malinconica capace di trasmettere quel senso di triste accettazione e indifferenza degli abitanti per la situazione in cui versa la città. La decadenza è palpabile e crudele. Scopriamo Napoli camminando per i vicoli stretti, sporchi e in salita dei quartieri spagnoli, su cui i conducenti dei motorini sfrecciano senza casco e mantenendo un equilibrio precario tra persone e bancarelle. Ape car stracariche di frutta, verdura e merce varia riforniscono le botteghe e i ristoranti, procedendo tra due ali di mura scrostate, ingrigite sulle quali spuntano fiori dai balconcini e dalle finestre. Un bel contrasto, lo stesso che riscontriamo nella disponibilità delle persone, sempre pronte a dispensare consigli su un angolo da esplorare e il percorso più breve per giungere a una chiesa. Pronti a contrattare sul prezzo di un ninnolo e capaci di sconti generosi per la maglietta del Napoli di nostro figlio. Guardiamo con ammirazione il Murales di Maradona ai piedi del quale la piazzetta si è riempita di bancarelle con oggetti in vendita a tema calcistico. Comprendiamo quanto ha rappresentato il calciatore argentino per Napoli non solo sul lato sportivo ma pure sociale, regalando sogni, fiducia, senso di appartenenza a tante generazioni. Bighelloniamo tra le bancherelle zeppe di presepi dalle scenografie tradizionali e moderne (con calciatori, politici e dei mestieri) di via San Gregorio Armeno dov'è possibile ammirare gli artigiani al lavoro. Cediamo alla tentazione di acquistare i cornetti anti-sfortuna, perché la scaramanzia qui a Napoli è una cosa molto seria! Quindi assaggiamo le prelibatezze del cibo di strada tra i profumi di Spaccanapoli: i casatielli, un panino soffice ripieno di uova, ciccioli e salame, gli hot dog in pasta brioche e gli immancabili babà spruzzati al momento di rum. Una delizia prima per gli occhi, poi per il palato e infine per lo stomaco...
Tratto dal mio racconto di viaggio 'Vedi Napoli e poi...', dedicato ai tre giorni di scoperta della città partenopea, pubblicato sulla nota rivista online 'Turisti per caso'. Se volete leggerlo per intero cliccate sul link: https://turistipercaso.it/diari-di-viaggio/vedi-napoli-e-poi.html
E adesso qualche altro ricordo della nostra fuga al sole...
Golfo di Napoli visto dal Parco Virgiliano con l'isola di Capri sullo sfondo |
Golfo di Napoli visto dal Parco Virgiliano con le isole di Procida e Ischia sullo sfondo |
Le due statue equestri di Piazza Plebiscito |
Lo scempio di Italsider a Bagnoli in uno scatto di Francesca Sciarra |
Il chiostro del complesso monumentale di Santa Chiara |
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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