lunedì 17 ottobre 2022

Vedi Napoli e poi...

"Vedi Napoli e poi muori", lo diceva un certo Goethegiunto nella città del sole nel febbraio del 1787 durante il suo lungo viaggio in Italia. Lo stile di vita degli abitanti e la posizione geografica dell'odierno capoluogo campano lo spinse a immortalarlo con la frase divenutane il motto, da molti poi trasformato nel più gentile, e a vocazione turistica, "vedi Napoli... e poi torna"
In effetti il magnetismo della cittadina stretta fra il Vesuvio e le acque del golfo è talmente forte da desiderare di tornarci non appena rientrati a casa. Probabilmente perché il modo di affrontare la vita degli abitanti, senza troppi affanni per il presente e il futuro e aggirando i problemi, non è poi così sbagliato e infondo invidiato pure da coloro che lo criticano. 
Sempre Goethe affermava "qui si desidera soltanto vivere. Ci si scorda di noi e del mondo" e "i napoletani sarebbero senza dubbio diversi se non si sentissero costretti fra Dio e Satana". La popolazione è in balia di una forza crudele, quella distruttrice del vulcano capace di spazzare via nel 79 d.C. Pompei ed Ercolano. Nel contempo è cullata dalle correnti dolci del mare al quale deve un'abbondanza di cibo e un clima mite tutto l'anno.

Lo splendore del sole, il blu del mare, l'azzurro del cielo e il rosso infuocato del Vesuvio

Nei nostri tre giorni alla scoperta dei due volti della città partenopea, quello sotterraneo e il gemello alla luce di uno splendido sole, ci immergiamo pure nel cuore verace e pulsante della città (quello dei quartieri spagnoli, di Spaccanapoli e via San Gregorio Armeno), che vorrei descrivere prendendo in prestito le parole della canzone "Napule è" del grande cantautore Pino Daniele. "Napule è mille culure, Napule è mille paure, Napule è a voce de criature, che saglie chianu chianu e tu sai ca' non si sulo. Napule è nu sole amaro, Napule è addore e' mare, Napule è na' carta sporca, E nisciuno se ne importa, E ognuno aspetta a' sciorta..."
Il Murales di Maradona

Non è solo un brano musicale, bensì una poesia malinconica capace di trasmettere quel senso di triste accettazione e indifferenza degli abitanti per la situazione in cui versa la città. La decadenza è palpabile e crudele. Scopriamo Napoli camminando per i vicoli stretti, sporchi e in salita dei quartieri spagnoli, su cui i conducenti dei motorini sfrecciano senza casco e mantenendo un equilibrio precario tra persone e bancarelle. Ape car stracariche di frutta, verdura e merce varia riforniscono le botteghe e i ristoranti, procedendo tra due ali di mura scrostate, ingrigite sulle quali spuntano fiori dai balconcini e dalle finestre. Un bel contrasto, lo stesso che riscontriamo nella disponibilità delle persone, sempre pronte a dispensare consigli su un angolo da esplorare e il percorso più breve per giungere a una chiesa. Pronti a contrattare sul prezzo di un ninnolo e capaci di sconti generosi per la maglietta del Napoli di nostro figlio. Guardiamo con ammirazione il Murales di Maradona ai piedi del quale la piazzetta si è riempita di bancarelle con oggetti in vendita a tema calcistico. Comprendiamo quanto ha rappresentato il calciatore argentino per Napoli non solo sul lato sportivo ma pure sociale, regalando sogni, fiducia, senso di appartenenza a tante generazioni. Bighelloniamo tra le bancherelle zeppe di presepi dalle scenografie tradizionali e moderne (con calciatori, politici e dei mestieri) di via San Gregorio Armeno dov'è possibile ammirare gli artigiani al lavoro. Cediamo alla tentazione di acquistare i cornetti anti-sfortuna, perché la scaramanzia qui a Napoli è una cosa molto seria! Quindi assaggiamo le prelibatezze del cibo di strada tra i profumi di Spaccanapoli: i casatielli, un panino soffice ripieno di uova, ciccioli e salame, gli hot dog in pasta brioche e gli immancabili babà spruzzati al momento di rum. Una delizia prima per gli occhi, poi per il palato e infine per lo stomaco...   

Il folklore dei Quartieri Spagnoli

Statuine di un presepe moderno
Presepe tradizionale del 1700
























Tratto dal mio racconto di viaggio 'Vedi Napoli e poi...'dedicato ai tre giorni di scoperta della città partenopea, pubblicato sulla nota rivista online 'Turisti per caso'. Se volete leggerlo per intero cliccate sul link: https://turistipercaso.it/diari-di-viaggio/vedi-napoli-e-poi.html

E adesso qualche altro ricordo della nostra fuga al sole...

Golfo di Napoli visto dal Parco Virgiliano con l'isola di Capri sullo sfondo

Golfo di Napoli visto dal Parco Virgiliano con le isole di Procida e Ischia sullo sfondo

Le due statue equestri di Piazza Plebiscito

Lo scempio di Italsider a Bagnoli in uno scatto di Francesca Sciarra

Il chiostro del complesso monumentale di Santa Chiara

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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