A volte le mete decise all'ultimo minuto sono fra quelle che ci stupiscono di più, probabilmente perché non si ha avuto il tempo di immaginarsele e non vi si sono riposte particolari aspettative. E' accaduto a noi in una giornata di tempo variabile, prima calda e nuvolosa, poi divenuta fresca e piovigginosa, che scopriamo per caso il Castello di Malpaga (aperto nei fine settimana), provincia di Bergamo in Lombardia, eretto a metà del 1300 da un nobile ghibellino nell'attuale pianura bergamasca di Cavernago. E' però il condottiero Bartolomeo Colleoni che lo comprò il 29 aprile 1456 a trasformarlo nella fortezza tramandata fino ai giorni nostri, con un'alta cinta muraria e il profondo fossato oggi svuotato dell'acqua, il palazzo centrale attorniato da una vera e propria cittadella. Qui si tengono rievocazioni storiche, attività per famiglie, tour guidati, visite notturne e cene. Per info consultate il sito ufficiale al link: https://www.castellomalpaga.it/it/.
Benvenuti al Castello di Malpaga |
Soffitto affrescato... con drago |
Poi si esce nel portico aperto sul Cortile d'Onore dominato dalla torre trecentesca e al centro del quale esisteva un pozzo alla veneziana dotato di un apparato di purificazione dell'acqua piovana, convogliata in una vasca di raccolta scavata al di sotto della pavimentazione. Sulle mura compaiono diverse pitture purtroppo non ben conservate, degna di particolare nota è a mio parere quella sopra le grandi arcate del portico più profondo che rappresenta la liberazione di Bergamo del 1437 da parte dei veneziani contro le truppe del Ducato di Milano. Curiosità: nella pittura la città alta di Bergamo risulta priva di mura, questo perché è stata compiuta molti anni prima della loro costruzione dal 1561 al 1588.
La scalinata conduce al piano superiore nella Loggetta di Lepanto con vista sulle mura merlate a coda di rondine e sopra cui è ben visibile la strategia delle finte torri in corrispondenza di tre angoli, costruite con l'intento di dare l'illusione di maggiore imponenza e inespugnabilità del castello. Il livello nobile si sviluppa attorno al cortile e si accede poi alla Sala di Rappresentanza, contraddistinta dal focolare e da quel che resta degli affreschi in stile gotico internazionale detti 'cortesi', in quanto la vita di corte è raffigurata in maniera elegante e fiabesca.
Adiacente si apre la stanza da letto di Colleoni dove il condottiero morì nel 1475 alla veneranda età di 80 anni: estremamente longevo per quei tempi. La contraddistinguono le pitture delle nove virtù simboleggiate da sette figure femminili (fede, speranza, carità, prudenza, giustizia, fortezza e temperanza) e due figure maschili, il tempo e il silenzio. Quest'ultima in particolare, di un vecchio con l'indice poggiato sulle labbra, era essenziale per la sopravvivenza a corte.
Nella stanza seguente chiamata dei Re per via dei diversi personaggi reali illustrati, probabilmente i signori si lavavano nella tinozza di legno con l'acqua scaldata nel camino e profumata con sali ed erbe aromatiche. Il locale agreste invece è rallegrato dalle pitture di boschi e alberelli, e vi sono esposti alcuni abiti d'epoca indossati dalle donne e dagli uomini, nobili e del popolo.
Si entra poi nella stanza matrimoniale del Colleoni e la moglie Tisbe Martinengo, con l'accesso alla lunga Loggia con vista sul fossato e le case un tempo dimora dell'esercito personale del Colleoni. E' inoltre degna di nota la sala degli ospiti, l'unica provvista di servizio igienico ricavato nello spessore del muro, un privilegio per l'epoca.
Durante la visita si nota il danneggiamento delle pareti a causa dalla martellinatura che evidenzia gli strati di affreschi più antichi e consisteva nel martellare la superficie al fine di far aderire il nuovo strato di intonaco sopra cui dipingere.
E' un aspetto particolare, notato per la prima volta. In effetti viaggiare significa scoprire sempre qualcosa di nuovo e io non mi stancherò mai di imparare.
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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