mercoledì 7 dicembre 2022

La Napoli Sotterranea

Al volto esotico, confusionario e allegro della Napoli sopra la superficie terrestre se ne contrappone uno sotterraneo, silenzioso, buio, intriso di storia. Cominciamo a esplorarlo da Vico del Grottone, una delle entrate della GALLERIA BORBONICA, il cui accesso è vincolato alla prenotazione on-line e alla scelta di uno dei percorsi proposti (per noi quello standard).

Fu concepita da Ferdinando II di Borbone nel 1853 come un doppio percorso militare con muri a sezione trapezoidale, in taluni tratti a volta per una maggiore solidità, con lo scopo di difesa e collegamento tra il Palazzo Reale e Piazza Vittoria, affacciata sul mare, e passante sotto il Monte Echia. I trafori confluivano nelle Cave Carafa aperte fin dal 1500 per l'estrazione del tufo, il tipico materiale dal colore giallastro utilizzato per la costruzione dei palazzi. A causa dell'incrocio con rami antichi dell'acquedotto vennero realizzate opere di edilizia ingegnose e nonostante gli imprevisti il progetto si concluse nel 1855 grazie al solo lavoro manuale con picconi e martelli. 
Tra il 1939 e il 1945 i cunicoli sotterranei furono usati come rifugio dai cittadini, se ne ammassarono tra i 5000 e i 10000 in ambienti stretti e scarsamente arieggiati, dotati di pochi servizi igienici, e le cui condizioni sanitarie pessime erano veicoli di malattie. Molte persone vi restarono anche dopo la conclusione del conflitto perché privati delle proprie abitazioni a causa dei bombardamenti da parte, prima, degli alleati e in seguito dei tedeschi. Di lanci di bombe se ne contarono 200 e infatti fu la città più bombardata d'Italia.  


Oggetti di vita comune furono trasportati nei sotterranei per sopravvivere alla guerra

I servizi igienici creati durante il Secondo Conflitto Mondiale

Il deposito di autoveicoli
Dalla fine della guerra sino al 1970 le gallerie vennero riadattate a deposito Giudiziale, ogni
 oggetto riemerso dalle macerie veniva immagazzinato qui, così come la merce derivante da crolli, sequestri e sfratti, soprattutto motoveicoli e autoveicoli per cui la Galleria Borbonica è divenuta famosa. 
Esistevano dei passaggi verticali di collegamento con la superficie adoperati dai "pozzari" che si occupavano della manutenzione dell'acquedotto. A loro si lega la figura del Munaciello, chiamato così per il corpo basso, tozzo, coperto da un mantello che lo faceva somigliare a un monaco. Conoscendo bene i cunicoli sotterranei i munacielli entravano di notte con facilità nei palazzi benestanti per rubare cibo, oggetti preziosi e conquistare le signore. 
La brava e ironica guida Stefania ci ha narrato questo e molto altro, consentendoci di visitare un mondo a noi sconosciuto e del quale, tutt'oggi, è possibile esplorarne solo una piccola parte. Ne siamo rimasti entusiasti e di certo è un'esperienza da consigliare, molto adatta anche ai bambini.  

Cunicoli nella Galleria Borbonica
Nella Galleria Borbonica



Deposito di moto nella Galleria Borbonica

Essendo usciti entusiasti dalla visita alla Galleria Borbonica, decidiamo di scoprire un altro pezzo della città che si nasconde sotto i nostri piedi. L'ingresso del tour ufficiale della NAPOLI SOTTERRANEA si trova in Piazza San Gaetano, a 800 metri da Santa Chiara, ed è segnalato da bandiere bianche e blu. A differenza della Galleria Borbonica la prenotazione on-line è solo consigliata per evitare attese, e l'accesso è garantito a tutte le persone presenti in coda, previa l'organizzazione in gruppi.
Gli scavi primitivi al di sotto della superficie risalgono alla preistoria e nel III secolo a.C. i Greci crearono le prime cave per estrarre il tufo necessario a erigere i propri templi. E' però con i romani che si sviluppa una rete complessa di cunicoli impiegati come acquedotti per alimentare abitazioni, fontane, piscine, con acqua proveniente da una sorgente a 70 chilometri di distanza da Napoli. Si tratta di un'opera di gran valore ingegneristico, lo si capisce percorrendone anche solo la breve sezione visitabile e dove in taluni punti è visibile l'intonaco usato per impermeabilizzare le pareti. 

Blocchi di tufo nella Napoli Sotterranea

Agli inizi del XX secolo i tunnel vennero abbandonati per poi essere riutilizzati dai napoletani durante il secondo Conflitto Mondiale per sfuggire ai bombardamenti. Al suono della sirena antiaereo le persone si gettavano a capofitto lungo le scalinate dai gradini stretti e alti, per mettersi in salvo a 40 metri di profondità e cercare di sopravvivere. A tale scopo le gallerie vennero illuminate, arredate in modo spartano con quello che si riusciva a salvare dalle case e si crearono servizi igienici (comunque in numero esiguo rispetto alle necessità). Sui muri i bambini disegnavano, lasciavano messaggi e uno di loro vi scrisse il proprio nome e cognome che decenni dopo servì a farlo rintracciare. Il giovane divenuto uomo poté rendere una testimonianza importante di quel lungo, difficile e crudele periodo. 
Oltre a osservare resti di arredi e bagni, attraversare ambienti altissimi e reticoli di gallerie è possibile, per coloro che non soffrono di claustrofobia, strisciare in cunicoli strettissimi illuminati dalla torcia degli smartphone e sbucare sui camminatoi che percorrono parte del perimetro delle antiche vasche dell'acquedotto dove ancora risplende l'acqua. E' un'esperienza assolutamente da provare, noi ne siamo rimasti entusiasti! 

Frammenti di memoria della II G.M.
Cisterna d'acqua dell'antico acquedotto
























Una volta riemersi in superficie la visita guidata continua in Vico Cinquesanti in quello che rimane di una parte del Teatro Greco Romano risalente tra il IV secolo a.C. e il II secolo d.C. Scoperto per caso nel punto dove fino a poco tempo fa si apriva la bottega di un falegname, un tempo coincideva alla summa cavea, cioè l'anello superiore della gradinata del teatro dove nel 64 d.C. si esibiva Nerone. Oltre ai resti murari pregni di storia si ammirano 30 scarabattoli, ovvero contenitori, del 1700 contenenti altrettanti presepi con scene di vita quotidiana e non religiosa. Questo perché nel '700 il presepe napoletano visse la sua stagione d'oro, uscendo dalle chiese per entrare nelle ville aristocratiche e assumere un significato più frivolo e mondano. Le ambientazioni sono meravigliose e le espressioni delle statuine appaiono così espressive tanto da illudere lo spettatore che da un momento all'altro possano animarsi. 

Carrellata di presepi del 1700






























Tratto dal mio racconto di viaggio 'Vedi Napoli e poi...'dedicato ai tre giorni di scoperta dei due volti della città partenopea, quello sotterraneo e il gemello alla luce di uno splendido sole, pubblicato sulla nota rivista online 'Turisti per caso'. Se volete leggerlo per intero cliccate sul link: https://turistipercaso.it/diari-di-viaggio/vedi-napoli-e-poi.html 

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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