Ci dicevano che la Giordania custodisce bellezze naturali e plasmate dall'uomo, che oltre ai panorami ci avrebbero conquistato le persone, con la loro accoglienza spontanea e calorosa. Non ci credevamo del tutto, eppure ci siamo dovuti ricredere. Certi sguardi e sorrisi allegri, così come le gentilezze inaspettate di coloro che ci hanno accompagnato in questo indimenticabile viaggio rimarranno per sempre nei nostri cuori...
Tratto dal mio racconto 'Giordania: terra del cuore', dedicato alla breve ma intensa scoperta di luoghi magici, da Aqaba a Petra, passando per il deserto del Wadi Rum, e pubblicato sulla nota rivista online 'Turisti per caso'. Se volete leggerlo per intero e collezionare consigli pratici per organizzare la vostra vacanza in terra giordana, cliccate sul link: https://turistipercaso.it/diari-di-viaggio/giordania-terra-del-cuore.html
E ora buon viaggio nel deserto rosso...
Ci svegliamo carichi di emozione, trepidanti all'idea di esplorare il Wadi Rum, ovvero la 'valle grandiosa', anche conosciuto come Wadi al-qamar, la 'valle della luna', uno dei deserti più fascinosi al mondo, modellato dallo scorrere di un fiume antico, da molto tempo prosciugato.
Alle 8:30 ci attende un taxi, all'ingresso del Lacosta hotel di Aqaba dove abbiamo pernottato,(organizzato dal Wadi rum Excursions di cui scrivo più avanti), a bordo del quale superiamo i 70 chilometri in oltre un'ora di macchina fino all'entrata dell'area protetta, a cui accediamo pagando 5 Jod per ciascun adulto (gratuito per i bambini). Durante il viaggio chiacchieriamo con l'autista, un uomo di cinquant'anni costretto a reinventarsi tassista oltrepassati i quaranta per consentire ai due figli maggiori, un maschio e una femmina, dei suoi quattro, di proseguire gli studi universitari ad Amman. Ci racconta con umiltà e impegno di quando, pochi anni prima, ha cominciato a studiare l'inglese assieme a loro per poter accompagnare i turisti in giro per il suo paese che conosce e ama. Parla della moglie con una devozione ammirevole, della cultura e della religione mussulmana, distorta da troppi estremisti, e che invece proclama l'uguaglianza e il rispetto fra tutte le persone. Una lezione che in tanti dovrebbero imparare!
Passato il cancello d'ingresso al Wadi Rum proseguiamo fino a una baracca di cemento, una delle tante che compongono il villaggio di accoglienza turistica, tagliato da una rete di strade sterrate lungo cui corrono e giocano i bambini. E 'l'ufficio', se così può essere definito, del 'Wadi Rum Excursions', il tour operator presso cui avevamo prenotato online il giro di un'intera giornata nel deserto. Sul sito vi sono molte altre alternative (suddivise per durata e attività), compresa l'opportunità di dormire in un campo tendato, al fine di accontentare qualsiasi richiesta. L'impatto iniziale non è certo dei migliori ma la gentilezza del responsabile capovolge subito la prima impressione. In poco tempo saliamo assieme a una manciata di persone sul cassone del pick-up fornito di panche, aperto ai lati e protetto superiormente da una copertura robusta sopra cui è possibile accomodarsi. Il driver beduino, ovvero del popolo autoctono, conosce ogni granello di sabbia, parla inglese e sarà la nostra guida per l'intero giorno. Si rivelerà una persona stupenda, una di quelle che raramente si incontra, sensibile e premuroso con Leonardo, gentile e accomodante con tutti.
L'avventura ha inizio e in breve si viene catapultati in un paesaggio surreale, ampio, di sabbia rossastra, il cui vasto orizzonte è punteggiato da colline di roccia arenaria, più o meno alte e arrotondate, dalle tonalità che variano dal giallo al marrone, dall'arancio al rosso. Tutto è così meraviglioso da non sapere in quale direzione guardare.
Dopo un tragitto breve io e mio marito assieme a Leonardo scendiamo dal mezzo per sperimentare un'esperienza per noi inedita (opzionale e a un prezzo aggiuntivo di 20 Jod complessivi per 40 minuti): cavalcare un cammello. Scopriamo essere animali mansueti se ben addestrati ma molto testardi, se infatti per esempio, ci spiega la guida, non vogliono alzarsi, nessuno riuscirà a fargli cambiare idea. Noi siamo fortunati e accompagnati da molti bramiti veniamo sollevati sulla schiena ritrovandoci a un'altezza ragguardevole. L'avanzare somiglia all'andare in barca e trascorso un momento di adattamento ci vengono consegnate le briglie per condurli!
Con un sorriso perenne stampato in volto cavalchiamo fino a ricongiungerci al gruppo, impegnato nella salita, e discesa divertenti, di una duna di sabbia.
Il tour prosegue sul pick-up per arrivare all'ingresso di un canyon strettissimo il cui ingresso è segnalato da alcune piante e arbusti che grazie all'ombra e alla poca, ma preziosissima, acqua presente riescono a sopravvivere. Qui si nota molto bene l'azione degli agenti atmosferici sulle pareti verticali della tenere pietra arenaria, i cui colori appaiono particolarmente vivaci, magnifici. Il passaggio è davvero stretto e si prosegue a rilento in fila indiana per osservare le tante incisioni rupestri scalfite migliaia e centinaia di anni fa, dai Nabatei prima e dai Beduini poi. Il luogo è semplice eppure sprigiona un misticismo e provoca suggestioni forti, come del resto l'intero Wadi Rum.
Passaggio nel 'canyon a doppio imbuto' |
consumando il pranzo all'ombra di una tenda beduina, nel mezzo del nulla, a base di gulash di carne e verdure, hummus di ceci e crema speziata di melanzane, il pane tipico piatto e morbido, fagioli, olive, tonno, pomodoro con peperoncino, acqua e bevande varie. I trasferimenti con il pick-up sono intervallati dai momenti necessari per visitare con calma e in autonomia i diversi punti d'interesse. Meravigliosa è la camminata sulla sabbia nel canyon in salita dalla conformazione di un doppio imbuto, comincia largo per restringersi nel mezzo e aprirsi nuovamente sulla sommità, spalancandosi su una veduta incredibile e profonda. Qui ogni panorama è emozione, bellezza, incredulità. Le uniche note negative sono la presenza di qualche sacchetto e bottiglia di plastica trascinati dal vento e la mancanza di bagni pubblici nei pressi dei punti di fermata del tour, a eccezione del villaggio di partenza e i campi tendati sparsi nel parco.
A pomeriggio inoltrato pratichiamo un po' di faticoso divertimento, arrancando lungo un fianco ripido sabbioso per poi scivolare seduti o in piedi sopra una tavola: un semplice e spiritoso passatempo del posto. Rimane del tempo per giungere sulla sommità di un altro ponte naturale, farsi immortalare in una foto ricordo e gustare un ottimo tè nero accompagnato da biscotti (già il terzo di giornata) nel campo allestito alla base dell'attrazione.
Nonostante tutti gli scenari siano straordinari, niente prepara allo spettacolo che va in scena ogni sera al calar del sole. Sostiamo al centro di una vasta pianura chiusa nel lontano orizzonte dai rilievi che abbiamo toccato e sui quali ci siamo arrampicati. Il nostro driver beduino strappa qualche ramo secco dagli arbusti sparsi qua e là e accende un piccolo fuoco sopra cui appoggia una teiera, il contenuto bollente accompagnato da qualche dolcetto servirà a scaldarci, perché quando il sole comincia a scomparire le temperature nel deserto precipitano. Leonardo lo aiuta, quindi si siedono assieme e lui lo avvolge nel lungo cappotto fatto all'esterno di pelle di cammello e all'interno di calda lana di pecora. Mangiano e sorseggiano il tè stretti in un abbraccio: è una scena che tocca me e mio marito nel profondo e speriamo rimanga nei ricordi di nostro figlio.
A poco a poco il cielo si incendia, disegnando infinite lingue di fuoco di un giallo intenso nel punto in cui tramonta il sole e che allontanandosi mutano in arancione, rosa e rosso: una visione talmente appassionante da farci commuovere.
L'indimenticabile tramonto nel Wadi Rum
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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