venerdì 29 settembre 2023

Col Rodella in Val di Fassa

Dolomiti per bambini camminatori e curiosi - parte 2

Le Dolomiti offrono un'infinita possibilità di escursioni, a seconda del livello di allenamento e preparazione, dell'età e delle proprie preferenze. Così è possibile scalare pareti attrezzate, camminare in paesaggi rocciosi e lunari, immergersi nella frescura di una pineta o attraversare pascoli fioriti. Se nell'ultimo post eravamo in val Gardena, oggi vi porto nella contigua val di Fassa, su un percorso ad anello di circa 4-5 ore che diventano una giornata intera considerando le svariate soste e la presenza di nostro figlio di sette anni, con partenza in funivia dal villaggio di Campitello di Fassa a 1450 metri s.l.m., arrivo a piedi nella medesima località e transito all'altezza più elevata di circa 2400 metri del Col Rodella

Grazie all'impianto di risalita raggiungiamo in mattinata proprio Col Rodella, alla base del cucuzzolo poco più alto sopra cui è stato costruito il ristoro omonimo. Poggiati i piedi sulla roccia sedimentaria di origine vulcanica e colore grigio scuro, in contrasto con il candore della dolomia, si viene istantaneamente abbagliati da un panorama eccezionale. Gli occhi scorrono dalla Marmolada, con il suo sempre più esiguo ghiacciaio, alla catena del Sella con la famosa funivia del Sass Pordoi e il Piz Boè. Poi una manciata di passi permette di ammirare le vette slanciate ed emergenti da canaloni ghiaiosi del gruppo del Sassolungo. Ci dirigiamo proprio ai piedi di quest'ultimo, superando una breve e ripida discesa, in fondo alla quale purtroppo l'elicottero dei soccorsi sta già intervenendo di primo mattino. Prudenza, prudenza e ancora prudenza. Non bisogna mai sopravvalutare se stessi, né sottovalutare la montagna.
Passiamo oltre svoltando a sinistra sul sentiero intitolato a Friedrich August III re di Sassonia, visitatore abituale delle Dolomiti. Ci vuole poco per giungere al ristoro che porta il nome del monarca. La terrazza panoramica dagli arredi accoglienti invita a sedersi e ristorarsi, a pochi metri dai bovini scozzesi caratterizzati dal manto a pelo lungo color marrone chiaro e impegnati a brucare nei prati sottostanti.

Vista sul gruppo del Sella dalla stazione a monte della funivia Col Rodella

Ammirando i picchi dolomitici del Sassolungo

Elisoccorso, purtroppo, già in attività di primo mattino

Al caratteristico rifugio Friedrich August

Se non avessimo la pancia piena della colazione ci saremo fermati volentieri per un aperitivo, invece puntiamo al rifugio Sandro Pertini, eretto in onore del presidente della Repubblica italiana dal 1978 al 1985, noto frequentatore della zona. Serve un'oretta scarsa per raggiungerlo, camminando su un percorso intervallato da pianori e saliscendi, privo di difficoltà particolari ma non transitabile con i passeggini. Questa baita non ha il medesimo fascino della Friedrich August ma rappresenta comunque un gradito punto di ristoro prima di proseguire per il rifugio Sassopiatto, meta principale di giornata e distante cinquanta-sessanta di minuti a seconda del proprio passo. Durante questa intera parte dell'escursione si lascia alle spalle il panorama splendido sul Col Rodella, il gruppo del Sella e la Marmolada, che diventano via via più distanti. Mentre guardando avanti le vallette e i costoloni ricoperti di cespugli d'erba, rododendri, muschi e pini mughi che spuntano qua e là fra i massi, a un certo punto si annullano nella conca verde con la malga e il rifugio Sassopiatto.

Vista su Col Rodella, Sass Pordoi e ghiacciaio Marmolada, sul sentiero per il Sassopiatto

Il gruppo del Sassolungo sul percorso per il rifugio Sassopiatto

I pascoli con la malga e il rifugio Sassopiatto, sullo sfondo i denti di Terrarossa

Il ristoro Sassopiatto, a 2300 metri di quota, porta il nome del complesso roccioso ai piedi del quale è stato costruito. E' possibile gustarne la cucina seduti sulle panche in legno della terrazza oppure saziarsi con il pranzo al sacco nel prato recintato messo a disposizione dalla struttura e accanto al parco giochi. E' proprio qui che scegliamo di rifocillarci. Così mentre il nostro Leonardo possiede ancora le energia per arrampicarsi, scivolare e andare in altalena, noi alterniamo il riposo a delle brevi incursioni nei dintorni per godere di un panorama maestoso, ampio e profondo, di cui qui di seguito vi rendo partecipe. 

Vedute splendide nei pressi del rifugio Sassopiatto verso, in ordine di sequenza:

- l'altopiano foderato di pascoli dell'alpe di Siusi in Val Gardena
- Col Rodella al centro, Gruppo del Sella col Sass Pordoi a sinistra e Marmolada sulla destra
- Denti di Terrarossa, gruppo del Catinaccio e Parco Sciliar Catinaccio
- Rifugio Sassopiatto sormontato dal monte omonimo





Andarsene da un luogo così bello procura sempre un po' di malinconia, addolcita in parte dalla consapevolezza di scoprire a breve una zona altrettanto amena: la val Duron. Una discesa ripida e scoscesa, a cui bisogna prestare molta attenzione, fa superare 450 metri di dislivello e conduce in tre quarti d'ora ai pascoli alti della vallata, popolati dai bovini scozzesi già incontrati al Friedrich August. Il primo contatto, mio e di mio marito, con questa razza, ai tempi non ancora così diffusa sulle Alpi, è stato in Scozia nel villaggio di Callander: ricordi indelebili di un viaggio indimenticabili. 
Adesso invece siamo in Alto Adige, nel contesto dolce e gradevole della val Duron il cui vasto pianoro attraversato dal torrente comincia dal ristoro Micheluzzi, a 1850 metri di altitudine, e si estende ai piedi del gruppo del Catinaccio. La mancanza di tempo e la stanchezza ci costringono a rimandarne l'esplorazione, che tuttavia è già segnata nella prossima vacanza sulle Dolomiti.

Gli scorci idilliaci della val Duron con i suoi bovini scozzesi




L'ultimo tratto dell'escursione, dal rifugio a Campitello di Fassa, si svolge su una strada sterrata, a tratti bitumata e solo al termine cementata, immersa in una pineta la cui piacevolezza purtroppo è guastata da un via vai di taxi-van a pagamento carichi di coloro che vogliono evitare la salita o discesa sulla porzione iniziale della val di Duron. In alcuni punti si taglia su percorsi forestali e sentierini. Se invece vi sono rimasti più tempo ed energie, e volete allontanarvi da rumore e polvere causati dalle macchine, si può optare per il nuovo tracciato pedonale, di lunghezza maggiore e con diversi saliscendi.

Inconveniente finale a parte, anche il ritaglio di Dolomiti scoperto oggi è degno della fama mondiale di cui godono queste vette. Milioni di persone provenienti dall'intero mondo vogliono visitarle e tale aspetto provoca un sovraffollamento che talvolta ne danneggia la godibilità. Speriamo si riesca a costruire un equilibrio perché la montagna è di tutti ma è dovere di ogni individuo salvaguardarla.  


Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.  


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