martedì 13 marzo 2018

Il mito della Moto Guzzi e la bellezza di borghi antichi


Mandello del Lario è una piccola cittadina distesa sulle rive del Lario, nel ramo di Lecco e poco lontano dal suo capoluogo di provincia, e come ogni paese lacustre che si rispetti ha un imbarcadero, un bel parco giochi, la passeggiata lungo la riva, gelaterie e ristorantini pronti a ospitare i vacanzieri durante i bei week-end primaverili e le calde giornate estive. Mandello però possiede un qualcosa in più, che lo ha reso celebre in tutto il mondo. Tanti di voi lo avranno già capito, per chi invece brancola nel buio rispondo subito con due parole: Moto Guzzi. Prima di parlare del mito facciamo un passo indietro, o meglio quattro passi, per farvi scoprire le bellezze della frazione di Maggiana, un borgo baciato dal sole sull'altopiano sopra Mandello.


Torre di Maggiana

La Torre di Maggiana sovrasta le graziose case ristrutturate con gusto e viene anche chiamata del Barbarossa, perché nel 1158 vi soggiornò Federico I Hoestaufen, conosciuto come il Barbarossa. Fu l'allora proprietario Alcherio Bertola ad ospitare l'imperatore del Sacro Romano Impero e a combattere al suo fianco, e per questo Federico I lo nominò conte e feudatario di quelle terre. A base quadrata, alta e possente, la torre è stata costruita nel Medioevo, tra il X e l'XI secolo, con scopi di avvistamento, e nelle sue massicce pareti in pietra si aprono feritoie e monofore. Tutto è originale, l'esterno come il semplice interno dov'è rimasta solo qualche porzione di affresco, soltanto il terrazzo sulla cima risale al XIX secolo. Oggi ospita il Museo di arte contadina ma purtroppo a causa degli orari di apertura davvero risicati non siamo riusciti a visitarlo... torneremo con più calma programmando per tempo la visita. 
Per ulteriori informazioni visitate il sito internet: http://www.museotorremaggiana.it/ 




L'ingresso alla Torre di Maggiana

Vale la pena allontanarsi dalla torre per addentrarsi in Contrada Castello, cuore storico di Maggiana, ricordata per la tradizione di vestire i Giudee. In passato il venerdì santo veniva rappresentata la passione di Cristo e i protagonisti in costume, i Giudee per l'appunto, sfilavano in processione sino alla vicina frazione di Crebbio. Questa usanza andò in scena ogni anno fino al 1957 per poi ahimè andare perduta ed essere ricordata con  immagini e documenti esposti all'interno della torre.    
Il Sentiero del Viandante, il tracciato in sali-scendi lungo circa 40 chilometri che unisce Abbadia Lariana a Piantedopassa proprio da qui. Bisogna sgattaiolar fuori dalle viuzze acciottolate, all'ombra delle antiche abitazioni attaccate le une alle altre, per percorrerne qualche metro e trovarsi immersi nella campagna coltivata. Così, tra gli ulivi dispersi nei prati riuscirete a scorgere il lago e le montagne che disegnano la lunga penisola con Bellagio in punta. La serenità unita alla tranquillità del luogo vi regaleranno una fuga dalla monotona frenesia reale, a soli due passi dalla città.


Un tratto del sentiero del viandante a due passi dalla frazione di Maggiana, immerso nella campagna ben tenuta

E' arrivato il momento di parlare della mitica Moto Guzzi: uno dei marchi motociclistici più famosi e antichi del mondo. Sebbene l'intonaco esterno del vecchio stabilimento sia di un color giallo spento un po' scrostato, l'interno custodisce una storia importante per questo lembo del lago di Como. 
Modello Guzzi-Parodi, del 1919: l'inizio del mito
Le radici della fabbrica sono legate alla mente geniale e innovativa del progettista Carlo
 Guzzi che nel 1919 costruì una motocicletta (500cc di cilindrata, monocilindrico orizzontale e volano esterno) nell'officina del fabbro di Mandello Giorgio Ripamonti. Il prototipo venne presentato all'armatore genovese Vittorio Emanuele Parodi il quale, colpito dall'inventiva del Guzzi, gli concesse un primo finanziamento. Quella fiducia elargita in denaro servì nel 1921 a fondare la 'Società anonima Moto Guzzi' di Carlo Guzzi e l'amico Giorgio Parodi, con presidente Vittorio Emanuele Parodi. Inizialmente si pensò di utilizzare il marchio GP (Guzzi-Parodi) ma poi, per evitare fraintendimenti sul nome dell'ideatore, venne cambiato in Moto Guzzi e si aggiunse il disegno di un'aquila, in ricordo di un amico scomparso in un incidente aereo. Il logo, a mio parere bellissimo e accattivante, divenne un must nel mondo del motociclismo e riuscì a interpretare al meglio tutta la passione, i sacrifici, il sudore legati alla nascita e allo sviluppo del marchio. 
Non solo ricerca della prestazione ma anche e soprattutto l'attenzione alla funzionalità e all'affidabilità dei modelliche dovevano trasmettere sicurezza e confort al pilota, segnarono la storia della fabbrica. Una volta in sella bisognava diventare un tutt'uno con quell'ammasso di lamiere e pezzi meccanici, si doveva ascoltare il rombo dei motori come fosse una melodia e si era obbligati ad amare la motocicletta come se avesse un'anima pulsante, vivace e adrenalinica. 
La plurivittoriosa 350 monocilindrica 
Per promuovere il marchio, accanto alla produzione di serie Carlo Guzzi si lanciò subito nelle corse: era il 28 maggio 1921. Quattro mesi dopo arrivò il primo grande successo con la vittoria di Gino Finzi alla Targa Florio e la prima edizione dei campionati europei del 1924 venne vinta da Guido Mentasti su moto Guzzi 4V 500. Il successo nelle corse si ripercosse positivamente nelle vendite e così, pochi anni dopo, nel 1928, nacque la prima granturismo della storia, la GT
Nel 1934 lo stabilimento superò la produzione delle 40000 unità, numeri importanti per l'epoca, e i dipendenti da 17 diventarono ben 700. Moto Guzzi si distinse non solo per la produzione ma anche nel campo delle politiche sociali. I lavoratori infatti poterono contare su degli alloggi, una mensa, un centro medico. 
Il California
Si organizzarono colonie estive per i figli così come attività sportive, proprio sulla scia dei successi della squadra 'canottieri Moto Guzzi' che nel 1948 vinse l'oro olimpico ad Hanley. Il grande legame con le Forze armate e la polizia assicurarono alla fabbrica la realizzazione di diversi modelli a loro destinati, mentre nel 1935 arrivò un altro importantissimo successo: le Moto Guzzi 250 e 500 bicilindriche si aggiudicarono il Tourist Trophy.
La Moto Guzzi era una moto fatta da uomini, grandi uomini, e per gli uomini.  
Con tale mentalità si creò nel 1939 l'Airone che segnò la storia della nostra nazione, nacque il modello con la distribuzione delle valvole a V, poi il mitico V7, mentre l'architettura a V a 90° contraddistinse la produzione dagli anni '80 fino a oggi. 


Il Nevada
Tutta la storia della Guzzi è racchiusa nel museo locato su due piani dello stabilimento. Schede chiare e complete riportano la cronologia della produzione motoristica, le vittorie e i primati sportivi come quelli mondiali di velocità, i campionati nazionali, esteri e mondiali, nonché le vittorie al Tourist Trophy. Ovviamente vi sono esposte anche moltissime motociclette! 
Da ex motociclista non ho potuto che apprezzarne la visita e i ricordi sono volati ai miei lontani 21 anni quando su un Nevada ho conseguito la patente per la moto proprio qui a Mandello.

Questo non è un museo dedicato solo agli amanti delle due ruote. Questo è un museo che interessa tutti perché il marchio Guzzi ha segnato la storia delle persone, del lago di Como, dell'Italia e del mondo intero.
Per qualsiasi informazione consultate il sito internet del museo: http://www.motoguzzi.com/it_IT/tradizione/Museo/

                                                         All'interno del museo...




Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere. 

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