venerdì 3 maggio 2019

I castelli di Grosio in Valtellina

Superata Tirano, nella porzione di Valtellina che si allunga e si adagia sopra un altopiano il cui terreno generoso accoglie coltivazioni di mele e uva, si stagliano maestosi i ruderi dei castelli di Grosio
Su un dosso roccioso tra i borghi di Grosio e Grosotto si può attraversare, vedere e toccare ciò che resta della fortezza vecchia, risalente all'XI secolo dedicata al martire San Faustino, e di quella nuova, viscontea, dell'XIV secolo. Le rocche sembrano ancora guardarsi le spalle l'un l'altra, nell'attesa di qualche invasore da dover ripudiare.  
Lì accanto una roccia arrotondata e all'apparenza simile e molte altre presenti sulle nostre montagne, conserva un patrimonio storico di grande valore. E' chiamata Rupe Magna e su di essa si trovano ben 5000 incisioni scolpite dagli antenati vissuti qui tra il IV e il I millennio a.C. 
Mi viene spontaneo pensare che fossero già dei grandi scrittori! 
Visite guidate conducono alla scoperta di questa ricchezza storica-umana. Noi non ne abbiamo usufruito perché con il piccolo Leonardo non saremo riusciti a seguire le spiegazioni, ma abbiamo parlato con una coppia partecipante che ne è stata entusiasta.


La Rupe Magna in primo piano e sullo sfondo i ruderi della fortezza nuova, viscontea
Un nuovo tracciato lastricato da percorrere a piedi ma accessibile pure a persone con disabilità, conduce alla Ca' dei Cap, punto di accesso all'area. Si tratta di un edificio  costruito in sassi e legno scuro che ben si integra nel territorio circostante e accoglie al proprio interno l'Antiquarium. Tra le robuste volte in pietra sono custoditi i reperti degli scavi archeologici rinvenuti nei vicini Dosso dei Castelli e Dosso Giroldo, testimonianti la presenza di persone tra l'età del Bronzo e quella del Ferro.
Non c'è da stupirsi se questo luogo fu scelto come insediamento in epoche antichissime, d'altronde è meraviglioso, e a noi ricorda molto i panorami dell'amata Scozia, merito pure della giornata nuvolosa che ha contribuito a creare un'atmosfera magica e soffusa. 
Accanto a Ca' dei Cap, l'area picnic coperta dotata di bagni e macchinette di bibite fresche è la ciliegina sulla torta del complesso, perfetta per una sosta comoda e riparata, soprattutto in caso di pioggia. 


La salita al dosso dei castelli e sullo sfondo Grosio assieme alle montagne dell'alta Valtellina
Il Dosso dei castelli è stato riqualificato molto bene: è pulito, ben tenuto, dotato di tavoli, panchine, cestini per la raccolta della spazzatura e di cartelli con spiegazioni storiche sulle diverse zone attraversate durante la visita. Scalette, passerelle e terrazzini consentono di raggiungere comodamente l'intera area ed è un piacere camminare (e correre per quanto riguarda Leonardo) in questo museo a cielo aperto.

Il castello nuovo nacque tra il 1350 e il 1375 per volere della potente famiglia dei Visconti e in accordo con gli abitanti della vallata. Il vasto complesso fu creato, modificato, riadattato al fine di soddisfare le sempre mutevoli esigenze strategiche. Così vennero erette delle doppie mura, torrette esterne e una torre interna come estrema difesa in caso di un attacco brutale. La fortezza non fu più toccata sino al 1526, anno in cui la vallata si piegava al Governo dei Grigioni. Tali dominatori ne ordinarono il disfacimento e le membra svuotate rimasero tali finché il duca di Rohan, nel 1635, diede loro una nuova vita durante la guerra di Valtellina.
Ora, attraversandole, è possibile percepirne l'imponenza e lo stesso senso di protezione avvertiti dagli abitanti di un tempo. 

Alcuni scatti della Fortezza nuova, viscontea






Campanile romanico del castello vecchio
Il castello vecchio, chiamato anche di San Faustino, occupava una vasta superficie e i 
ruderi giunti ai giorni nostri appaiono purtroppo molto consumati e in minore quantità rispetto a quelli del vicino 'fratello' più giovane. Al momento della costruzione doveva essere una struttura massiccia, atta a incutere timore e rispetto, e a impersonare il potere del feudatario sul proprio feudo di Grosio e Grosotto. Di essa si conserva il campanile romanico accanto alla cappella con i solchi di due tombe medievali scavate nella roccia. Documenti antichi testimoniano la presenza di castellani fino alla fine del XVI secolo.

A fare da sfondo al Dosso dei Castelli e alla Rupe Magna vi sono i boschi di castagno. Questi alberi sono parte integrante del territorio e da sempre posseggono un'immensa importanza per la vita delle persone di montagna grazie ai loro frutti nutrienti, il legname e le foglie.
Se volete scoprirli vi sono diversi sentieri nelle vicinanze da poter percorrere a piedi o in bicicletta.  

I ruderi del castello vecchio

Per qualsiasi informazione consultate il sito: https://www.parcoincisionigrosio.it/, e a tutti voi auguro una piacevole e istruttiva visita nel parco dei castelli e delle incisioni rupestri di Grosio, in Valtellina.

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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