mercoledì 14 agosto 2019

Nella capitale dei fiordi: Bergen

Un piacevole trasferimento dal paese di Voss ci conduce nella 'capitale dei fiordi'.  
Come tutte le città trovare parcheggio in centro è difficile e costoso, perciò consiglio di lasciare l'auto in una delle autorimesse multipiano in periferia. Il ByGarasjen è comodissimo se si è in transito sulla E39 e da lì il nucleo storico si raggiunge in dieci/quindici minuti a piedi. BERGEN infatti può apparire caotica per via delle migliaia di crocieristi che ogni giorno sbarcano dalle navi ancorate al porto, eppure è una città piccola, amante della vita all'aria aperta ed estremamente graziosa. Si passeggia attorno al laghetto cittadino, nei parchi e nelle vie lastricate del centro, si ammirano la cattedrale e l'alto campanile rosso della chiesa di St. John. Ci sono diversi musei che abbiamo scelto di non visitare. 
La funicolare del monte Floyen
Avendo  soltanto mezza giornata a disposizione preferiamo sfruttarla per le due attrazioni principali, di cui la prima è il monte Floyen. Con la sua altezza di 300 metri delimita Bergen a nord-est e offre un balcone naturale eccellente. Lo si raggiunge con la funicolare, della quale ci sarebbe piaciuto usufruire se non fosse stata per la coda chilometrica di turisti alle porte di accesso. Poco male, spingendo il passeggino puntiamo alla stradina adiacente che si inerpica, tornante dopo tornante e con pendenze arcigne, verso la sommità. Ci mischiamo così alle persone del posto che in tenuta sportiva praticano jogging e camminata. Per gli abitanti di Bergen il monte Floyen è come Central Park per i newyorchese, o Hyde park per i londinesi... solo in salita. 3,3 chilometri separano la città dalla cima e si cammina dapprima in mezzo a eleganti case in legno bianco, poi immersi nella pineta. Man mano la vista si amplia sui tetti e il porto di Bergen, per esplodere nel punto più alto.

Vista su Bergen dal monte Floyen
Sul monte Floyen si trovano strane case per bambini...
Panorama a parte, il Floyen offre diverse attrattive, soprattutto per i bambini. Accanto al classico parco giochi, tra gli alberi sono stati costruiti percorsi avventura con legno e corde, c'è una casetta che pare dover cadere da un momento all'altro, un laghetto, chioschi e caffetterie. Inoltre è un punto di partenza per diverse escursioni. Sebbene il tempo non risparmia qualche scroscio d'acqua, vi trascorriamo l'intero pomeriggio. D'altronde il clima norvegese è questo ed è l'uomo a doversi adattare per vivere al meglio la giornata.

Tornati in città e dopo una cena frugale consumata in un fast food, il sole sceglie di regalarci una serata stupenda, accendendo i colori delle case di Bryggen, lo storico quartiere affacciato sul mare. 
I colori di Bryggen





Una visione esterna, seppure bella e caratteristica, non basta. Bisogna addentrarsi tra gli stretti vicoli, salire le scale, attraversare i passatoi, sbirciare all'interno delle botteghe e sporgersi dai balconi per assimilare l'essenza di Bryggen. A ogni passo lo scricchiolio del legno ricorda che qui tutto è stato costruito con questo materiale, diverse centinaia di anni fa. L'odore forte che emana penetra nelle narici, soprattutto quando piove e l'umidità lo rende ancora più intenso. Adesso i locali accolgono negozi di souvenir, bar e ristoranti, barbieri e centri culturali, botteghe di artigianato di pelli e ceramica. Nel 1955 tuttavia il quartiere rischiò di scomparire per sempre a causa di un grande incendio, l'ultimo di una lunga serie, scoppiato tra le casette in stato di abbandono dal 1900. Bryggen racchiude una profonda storia, risalente agli inizi dell'XI secolo, dopo la fine dell'era Vichinga. Grazie alla posizione strategica, raggiungibile sia dal sud che dal nord dell'Europa, diventa un importante centro commerciale. Nel 1300 la sua influenza cresce ancora con lo stabilirsi di una sede della Lega Anseatica, l'alleanza  mercantile stretta fra diverse città site nella parte settentrionale del continente e sotto il monopolio dei tedeschi. Questi influenzarono per molti secoli la cultura norvegese e dettarono leggi sui commerci: tonnellate di pesce pescato nel mare antistante la città in cambio di cereali, sale e merci pregiate che penetravano nella penisola scandinava. 


Nel cuore di Bryggen























Il fascino di oggi del quartiere è indiscusso. Bisogna però fermarsi a riflettere sull'atmosfera ben differente del passato. Sporcizia, odore nauseabondo di tonnellate di pesce essiccato, bambini costretti a lavorare in condizioni estreme, umidità e freddo, tanto freddo, perché essendo gli edifici costruiti in legno i fuochi erano vietati per evitare gli incendi. Le belle facciate sul porto custodiscono tali brutture. Bryggen è un pezzo di storia che sopravvive ancora e visitarlo significa ricordare tutto questo.   

Ultimo scorcio di Bryggen
Tratto dal mio diario 'Norvegia: la forza dell'acqua', dedicato al viaggio on the road nella Norvegia centro-meridionale. Se volete leggere per intero il racconto, cliccate sul link della nota rivista online 'Turisti per caso': https://turistipercaso.it/norvegia/80646/norvegia-la-forza-dellacqua.html

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.   

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