mercoledì 21 agosto 2019

Una passeggiata ai laghetti di Campagneda

La Valtellina è piena di angoli in cui le bellezze alpine esplodono con tutta la loro forza, amenità e grandezza. La Valmalenco è uno di questi scrigni, ancora non deturpato dal turismo di massa, e dove i picchi montuosi si innalzano sopra altipiani erbosi e formano canaloni plasmati dai ghiacci. In alto la furia della natura imperversa attorno alle rocce scure, brulle e cosparse di neve, creando spettacoli di nuvole strapazzate dai venti. In basso il lato più dolce della montagna consente agli animali di pascolare e agli uomini di godersi delle escursioni con panorami unici. 
E' il caso della passeggiata ai laghetti di Campagneda di cui voglio raccontarvi oggi. Facile, rilassante e adatta ai bambini, richiede soltanto un poco di abitudine al camminare visto che la durata si aggira intorno alle tre ore e trenta, distribuite in una giornata e considerando un passo lento. L'ho affrontata con mio figlio di tre anni, Leonardo, che ha usufruito spesso dei passaggi nello zaino e Kira, la setterina di casa. 
Si parte dal parcheggio per l'alpe Campagneda che s'incontra salendo dal paese di Lanzada verso le dighe, un chilometro prima della località Campo Moro. L'alpeggio è raggiungibile in mezz'ora, seguendo la strada sterrata percorribile con la macchina solo dai proprietari dei terreni. In alcuni tratti è possibile 'tagliare' per i sentieri nella pineta, che diventa via via più rada fino a scomparire del tutto attorno alle baite. Lì l'altitudine non favorisce più la crescita delle conifere, e le piante lasciano il posto ai cespugli di rododendri e ai mille colori dei fiori d'alta montagna.
Proseguendo oltre il panorama diviene più ampio. Dalle cime delle colline erbose, vivacizzate dai campanacci delle mucche, il monte Disgrazia compare con l'imponenza degli oltre 3500 metri di altezza. Assieme a esso chiudono l'orizzonte la valle del Sissone e quella del Muretto con i rispettivi ghiacciai, mentre davanti si staglia la cima Motta con i suoi impianti di risalita. Una tale bellezza obbliga a voltarsi diverse volte. Si cammina infatti dando le spalle alla vallata e puntando in direzione del passo di Campagneda, posto ai piedi della sagoma piramidale del Pizzo Scalino. Quest'ultimo accompagna ogni nostro gesto, incute timore e al contempo rassicura chi lo guarda grazie alla sua forma di gigante buono.


I prati immensi di Campagneda 




Per scoprire l'incanto del luogo bisogno anche guardare vicino, puntando gli occhi sotto di noi, a destra e a sinistra, dove compaiono ruscelli alimentati da pozze e laghetti. Quello più grande lo si incontro dopo un'altra mezz'ora, quaranta minuti, nel punto in cui finiscono i pascoli e comincia la salita verticale e rocciosa del valico. E' il posto ideale per un pic nic tra l'erba o sopra i sassi piatti che lambiscono parte del perimetro. Non mancano neppure piccole spiaggette sassose dove i bambini, Leonardo compreso, possono divertirsi a lanciare pietruzze e a bagnare i piedi nelle acque fredde e limpide. Pesci e rane sono gli abitanti privilegiati di questo specchio d'acqua.


I laghi di Campagneda






Dopo una meritata pausa vale la pena inerpicarsi sul sentiero ripido e un po' scivoloso fino a un altro laghetto incastonato tra le rocce. Qui l'ambiente è quello dell'alta montagna, grigio, battuto dai venti pungenti e dove alcune chiazze di neve sopravvivono all'estate. Eppure la dolcezza della natura riesce a stupire ancora, perché in un angolo riparato dei fili d'erba verdissima rompono la monotonia di colore, ospitando grazioso campanelle bianche.   


Salendo verso il passo di Campagneda il panorama si apre maestoso sui ghiacciai
Il bel laghetto alpino salendo verso il passo di Campagneda
Il pizza Scalino accompagna ogni nostro passo
Da qui i più allenati possono arrivare al passo di Campagneda, noi invece preferiamo tornare al lago sottostante e seguire le indicazioni per il rifugio Cristina, indicato a 50 minuti. Il percorso è davvero bellissimo. Si cammina ai piedi dell'imponente pizzo Scalino, tra colline ricoperte di cespugli e vallette pianeggianti riempite da zolle erbose di color smeraldo inzuppate d'acqua. Ruscelli e aiuole di fiori completano il panorama. Poi all'improvviso compare l'ampio pianoro dell'alpe Prabello con il rifugio, che celebra i 100 anni, e la chiesetta. E' un'oasi di pace alla quale ho dedicato un post nell'ambito della montagna a misura di bambino:
https://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2018/09/rifugi-porro-e-cristina-in-valmalenco.html

Gli ampi pianori erbosi attraversati dal sentiero che dai laghetti di Campagneda conduce al rifugio Cristina
Il rifugio Cristina ai piedi del pizzo Scalino
Lungo la strada dal Cristina a Campagneda

In serata concludiamo la gita fuoriporta con una buonissima cena al rifugio Ca' Runcasch, all'alpe Campagneda, che raggiungiamo con una mezz'ora di comoda passeggiata in saliscendi sulla carrozzabile sterrata dal Cristina. 


Il proprietario, gentilissimo, apre la cucina apposta per noi e ci stuzzica il palato con un piatto misto di affettati e formaggi, per poi prepararci dei deliziosi pizzoccheri e della polenta taragna. Tutto davvero ottimo, saporito e genuino. 

Da questa giornata non potevamo chiedere di più. Torniamo a casa con il cuore stracolmo di felicità e la menta carica di entusiasmo.

Il pizzo Scalino visto dalla carrozzabile che dal rifugio Cristina riporta all'alpe Campagneda
La sagoma del rifugio Ca' Runcasch ricorda quella appuntita del pizzo Scalino, sullo sfondo
Alla Valmalenco ho dedicato alcuni diari di camminate semplici e accessibili a tutta la famiglia, amici a quattro zampe compresi. Eccovi i link per curiosare.

Dighe di Campomoro e Val Poschiavina
Il ramo destro della Valmalenco

Chiareggio e il giro dei tre ponti
Rifugio Alpe Ponte e Cima Sassa
Al lago Palù
Al rifugio Bosio

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.   

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