venerdì 15 dicembre 2023

Alla Basilica di San Pietro al Monte

L'inverno ci spinge a salutare le Alpi Retiche e Orobie valtellinesi per avventurarci in nuove passeggiate un poco più a sud. Ci troviamo nella provincia di Lecco, resa famosa dalle frasi di Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi: 'Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi...'.
Oggi non siamo qui per goderci lo specchio lacustre tanto amato dai turisti soprattutto d'estate, quando ci si può tuffare per divertirsi e trarne refrigerio, bensì per salire la prima porzione del monte Cornizzolo, fino alla Basilica di San Pietro al Monte.  

La Basilica di San Pietro al Monte

La partenza è sita nel paese di Civate, dipanato ai piedi e sui fianchi della montagna. I parcheggi più prossimi all'attacco della stradina asfaltata interdetta al traffico che conduce al Santuario sono davvero pochi, e i fine settimana a pagamento. Trovare un posto libero durante i weekends è davvero difficile, perciò bisogna ripiegare su quelli antistanti al complesso scolastico, pure quelli non gratuiti sebbene lontani. 
Archiviata questa prima nota dolente, si comincia la camminata della durata di un'ora scarsa, tempo medio indicativo dipendente dal proprio allenamento, e subito attrae il panorama sul lago di Annone, suggestivo soprattutto dal primo belvedere attrezzato con panchine. E se venite assaliti da un languorino ci si può rifocillare nel vicino Crotto del Capraio, prima di salutare il paese e inoltrarsi nei boschi, seguendo le indicazioni per l'edificio religioso. 
I sentieri che si intersecano sono parecchi ma è impossibile sbagliare direzione, basta seguire la mulattiera che si inerpica alternando brevi pianori a lunghi tratti ripidi, talvolta cadenzati da gradinate. Grazie ai cartelli esplicativi scopriamo la presenza delle 'Casote', un tipo di architettura rurale risalente al XIX secolo, adibito a deposito per glia attrezzi e, più in quota, a rifugio in caso di maltempo e riparo per la notte. Inoltre sono molto interessanti le spiegazioni sulle varie sezioni di San Pietro al Monte, la cui apertura è garantita nei fini settimana dai volontari.

Immagini della mulattiera che conduce alla Basilica di San Petro al Monte



Una casota...'abitata' dagli animali del bosco...

Come accennato prima, l'area è un incrocio di tracciati che disegnano un labirinto nei boschi tra baite e 'casote', torrenti e rifugi, pratoni e falesie, fino alla croce del Cornizzolo, a 1246 metri di quota, i monti Rai, Prasanto e Moregallo, e i Corni di Canzo a 1373 metri di altitudine. La Basilica invece si erge a circa 650 metri di altitudine e compare al centro di un ampio spazio prativo abbracciato dagli alberi di castagno.
Il viandante è accolto dall'arco d'accesso all'area, protetta da mura in sasso, su cui è riportato il motto benedettino 'ora et labora', prega e lavora. Poi al termine di un selciato e ai piedi dello scalone si trova al cospetto dell'Oratorio di San Benedetto, posizionato ai piedi di uno scalone composto da trenta gradini in cima al quale si spalanca il portico. A quel punto gli occhi possono scrutare la vallata attraverso le bifore del loggiato semicircolare, oppure osservare il portale sopra cui è raffigurato Cristo che sulla destra consegna a San Pietro le chiavi del potere spirituale e a sinistra il libro delle parole a San Paolo

Arco d'accesso all'area religiosa
Selciato compreso tra l'arco e l'oratorio

Decorazione con legni, esterna alla Basilica
Esterno della Basilica

Scalone che inizia dall'Oratorio di San Benedetto, e veduta sul lago di Annone

Scultura in legno nel giardino della Basilico di San Pietro al Monte

L'edificio religioso principale possiede un'architettura romanica a doppia abside, la fondazione risale all'VIII secolo e una leggenda la lega alla guarigione miracolosa del figlio dell'ultimo re longobardo Desiderio. E' quel che rimane del grande complesso benedettino il cui completamento si attesta fra il 1000 e il 1100. Nell'interno a navata unica spiccano i meravigliosi affreschi sulle volte d'ingresso dove compare Abramo nel gesto di abbracciare tre piccoli animaletti, a simboleggiare il sentimento di umanità. I dipinti decorano pure le cappelle laterali e in questi la simbologia religiosa la fa da padrona. Della navata interamente affrescata rimangono solo pochi frammenti di colore, ma è degno di nota l'affresco della vittoria del bene sul male. Non mancano nemmeno stucchi e bassorilievi, come quelli nella sezione bassa dell'entrata che riproducono la chimera, segno di forze distruttive, e il grifo, simbolo di forza e saggezza.

Gli splendidi affreschi delle volte d'ingresso e di una cappella laterale



Il bassorilievo del grifo

Il bassorilievo della chimera

Oltre i banchi su cui accomodarsi compare il ciborio, una piccola struttura architettonica sostenuta da colonne e posta sopra l'altare. Infine vi è la cripta, lo spazio sotterraneo cadenzato da 9 colonnine in granito fra le quali trova posto un secondo piccolo altare.

La navata centrale con il ciborio sullo sfondo

Camminando nel complesso si è invasi da un'aurea di misticismo e da quel senso di calma e serenità che solo certi luoghi sono in grado di regalare. Per questi motivi non smetteremo mai di scoprirli e amarli, nella speranza di allenare gli occhi e il cuore di nostro figlio a tanta bellezza e semplicità d'animo. 


Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.


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