sabato 27 gennaio 2024

Al Museo dell'Alfa Romeo

Sogno e desiderio, fascino e bellezza, ambizione e velocità. Per il lavoro, le forze dell'ordine, lo svago e le cerimonie ufficiali, l'automobile oggi è un bene d'uso comune, dato per scontato, ma se ci pensiamo bene alcune case automobilistiche hanno forgiato la storia del nostro paese. Le macchine a quattro ruote sono state in grado di emozionare, unire le persone in un tifo appassionato, fatto piangere e arrabbiare, sui loro sedili si sono seduti personaggi della politica e dello spettacolo, così come le famiglie in viaggio per le ferie d'agosto.



Il 24 giugno 1910 nasce ufficialmente ALFA, Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, sboccia il simbolo della croce e biscione che ci accompagna ancora oggi sebbene adattato ai tempi moderni. 
Nonostante il successo della prima vettura, la 24 HP seguita l'anno dopo dalla 15 HP CORSA, lo stabilimento è travolto dal tracollo finanziario, e in questa circostanza si fa strada un nuovo imprenditore, Nicola Romeo, che nel 1918 fonda proprio l'Alfa Romeo


Dopo la Prima Guerra Mondiale l'automobile vive un periodo di fermento e diventa sinonimo di velocità. Nel 1922 a Monza viene inaugurato l'autodromo, dando il via ai circuiti permanenti lungo i cui rettilinei, alternati a serie di curve insidiose, molti piloti hanno raggiunto la gloria e alcuni la morte.
Nel 1923 debutta il simbolo del Quadrifoglio e i successi nelle competizioni e nelle vendite fanno guadagnare alla fabbrica una fama mondiale. Il pilota Antonio Ascari, morto a soli 37 anni durante il GP di Francia del 1925, fece appassionare le persone con le sue vittorie, si generarono capolavori d'arte come la 8C 2900 B Lungo del 1938 e la storia dell'Alfa Romeo si intrecciò con quella della mitica competizione Mille Miglia. 







Tuttavia una nuova crisi è alle porte e nel 1939 lo stabilimento è costretto a convertire la produzione al settore dell'aerodinamica. Sopravvissuta alle due Guerre Mondiali, negli anni '50 la fabbrica cominciò il processo di industrializzazione e fra conquiste sportive, recessioni e rilanci, grazie ai suoi modelli lasciò un segno indelebile negli ultimi decenni, nel cuore della gente comune e dei campioni.

Le vicende dell'Alfa sono altresì legate ai prototipi. Nel 1913 la Castagna pareva l'automobile di una romanzo per bambini, eppure l'obiettivo era conquistare le massime prestazioni dell'epoca attraverso l'applicazioni delle leggi dell'aereodinamica. Mentre la Disco volante (Touring) del 1952, attirò l'attenzione del mercato americano interessato all'esplorazione dello spazio. Ci furono la Sportiva del 1954 forgiata dagli artigiani di Bertone, la Coupè Speciale del 1969 firmata Pininfarina e La Carabo del 1968 nata dalla mente da Marcello Gandini. Quest'ultima in particolare segnò il cambio di passo di un'estetica che divenne sottile e affilata, con i vetri oscurati per nascondere l'interno e l'apertura delle portiere imitanti le ali di un insetto.






Non solo super macchine ma anche e soprattutto 'auto per il popolo' capaci di tracciare ricordi indelebili nella mente di giovani e adulti 
negli anni del boom economico, nomi in grado di scatenare emozioni, come la Giulietta del 1955, soprannominata la 'fidanzata d'Italia, la Spider Duetto del 1966, l'Alfasud del 1971 e l'Alfetta del 1972.






Infine l'immagine dell'Alfa Romeo si lega agli avvenimenti storici e drammatici del nostro Paese come l'istantanea
 delle Giulia che si fanno largo nel fango dell'alluvione di Firenze del 1966 e all'Alfetta crivellata di colpi durante il sequestro di Aldo Moro. 
Comunque sia il simbolo della croce e biscione rimane l'emblema di un mito, di una leggenda.





Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere. 



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