Condizioni di salute permettendo, il Sacro Monte di Varese bisogna 'scalarlo' a piedi e non con la funicolare. Si devono sentire i battiti del cuore tuonare nel petto e i muscoli di cosce e polpacci lavorare nei tratti di salita severa, mentre ci si lascia alle spalle una cappella tenendo come obiettivo quella successiva.
Immerso nel territorio del Parco Naturale Regionale Campo dei Fiori istituito nel 1984, l'UNESCO lo ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità nel 2003, e già solo osservandolo in lontananza se ne comprende il motivo. L'ampia via selciata della lunghezza di 2 chilometri grazie alla quale si superano 300 metri di dislivello è scandita da 14 cappelle, una per ogni Mistero del Rosario che viene raffigurato all'interno da gruppi scultorei variopinti.
Chiamarle cappelle è riduttivo, trattandosi di veri e propri tempietti ideati dall'architetto Giuseppe Bernascone. Ciascuno possiede una sagoma personale che lo rende unico e perfettamente adattato alla conformazione del territorio.
Simbolo di ecletticità ed espressione d'arte è pure la Casa Museo Lodovico Pagliaghi, una sorta di laboratorio espositivo dell'architetto impegnato nel restauro delle cappelle, che iniziò a costruirla nel 1885 per continuare a lavorarvi fino alla morte, nel 1950. La varietà di oggetti custoditi rispecchia l'interesse del proprietario verso tutte le forme artistiche che ci sarebbe piaciuto ammirare, orari e periodi di chiusura/apertura permettendo.
Alcuni scatti delle Cappelle lungo la via
Nel Santuario del Sacro Monte di Varese
Nel Santuario è altrettanto splendida la Cappella laterale delle Beate dove affreschi magnifici vigilano sulle reliquie di due donne, Giuliana e Caterina, le cui storie si sono incontrate e unite indissolubilmente oltre cinquecento anni fa.
Accanto alla chiesa infatti sorgeva il Monastero delle Romite Ambrosiane eretto nel 1474. Lì, nel 1476, si svolse la consacrazione delle prime cinque romite fra le quali appunto Giuliana di origini umili e Caterina, proclamata abbadessa e appartenente a una famiglia nobile. In seguito entrambe furono nominate Beate.
L'ingresso del Santuario affaccia su Piazza Paolo VI, chiamata così per via del Monumento creato in memoria del Pontefice che come Arcivescovo di Milano venne al Sacro Monte per ben 13 volte prima di ricoprire la massima carica ecclesiastica. Nella piazza è presente un pozzo decorativo molto pittoresco, l'elemento architettonico ideale per scattare delle foto suggestive con i laghi di Varese, Monate e Comabbio sullo sfondo.
Sempre qui si apre il portale della Chiesa dell'Annunciata, connessa al grande complesso del Centro di Spiritualità e del Santuario.
Una volta esplorata l'area è bene gettarsi nell'intrico di viuzze strette e ben recuperate, per uscire di nuovo alla luce del sole in Piazzetta del monastero, dov'è possibile lasciar correre lo sguardo verso il territorio varesino dapprima collinare e poi pianeggiante, reso dinamico dalla presenza di diversi specchi d'acqua. Panorama a parte, si trovano le entrate della Cripta romanica che custodisce i ruderi del primo edificio religioso costruito sul colle intorno al X secolo e di museo Baroffio, purtroppo chiusi al momento della nostra visita.
Girovagando ancora un poco tra i cunicoli coperti e illuminati dai lampioni si scoprono l'ex albergo Camponovo, avviato dalle monache nel XVI secolo negli spazi di una chiesa incompiuta trasformati in locanda e dormitorio per le pellegrine, e l'elegante hotel ristorante in stile liberty Al Borducan.
Scendiamo poi sulla via che conduce alla stazione a monte della funicolare per risalire via Sommaruga e giungere al Giardino della memoria antistante alla Natività del Maineri, entrambi non esaltanti. Proseguendo ci si ritrova in Piazzale Pogliaghi, punto di arrivo di autobus e macchine, e dal quale cominciano i sentieri per addentrarsi nel Parco Naturale Campo dei Fiori, meta segnata in agenda per una delle prossima domeniche.
Tornando verso il cuore del borgo su una Via del Ceppo protetta immersa tra gli alberi, in qualsiasi giorno dell'anno è possibile rivivere il Natale grazie alla Grotta del presepe permanente nella quale è stato riprodotto il Sacro Monte che accoglie la natività assieme a pecore e pastorelli, in un'ambientazione animata da luci e suoni.
E' l'ultimo scatto di una destinazione scovata all'ultimo minuto eppure piena di fascino, storia, cultura e bellezza, assolutamente da consigliare.
Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.
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