martedì 2 gennaio 2024

Sui prati di San Tomaso

Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma. Ho letto questa frase di Bruce Chatwin, viaggiatore e scrittore britannico del 1900, sulla vetrina di un'agenzia di viaggi e subito mi sono identificata in quelle parole. 
E' proprio così, scoprire realtà diverse dal nostro quotidiano ci consente all'inizio di estendere la conoscenza del mondo in cui viviamo, che per adesso è ancora il pianeta terra. Poi attiva un processo più lento, lungo, a volte non immediato ma irreversibile, che plasma la percezione della realtà, rende maggiormente critici e in grado di valutare cosa accade tutto intorno, schiude nuovi pensieri e prospettive altrimenti mai considerati. 
Il partire è una droga, una necessità, non se ne è mai sazi. In libreria il primo reparto in cui ci si precipita è quello stipato di guide turistiche e su internet la curiosità di informarsi su luoghi dove magari non si andrà mai è inesauribile.
Non sempre è possibile decollare per mete esotiche anzi, per noi persone comuni questa gioia avviene di rado, tuttavia possiamo ricercare la gioia del viaggiare pure in mete vicino a casa. Perché bisogna sempre mantenere allenata la mente a esplorare, capire e confrontarsi. 

Così auguro a tutti voi un magnifico inizio 2024, portandovi a fare due passi sui prati di San Tomaso.
 
Il percorso più adatto alle famiglie ha inizio nella frazione Belvedere di Valmadrera, in provincia di Lecco, a 290 metri di altezza. I posti auto all'attacco della mulattiera sono davvero pochi, perciò bisogna ripiegare sui parcheggi nella parte bassa del paese, allungando quindi un tempo di percorrenza stimato in 40 minuti per superare circa 300 metri di dislivello.
Dalle ultime case di Belvedere si avvia la viuzza ripida e tortuosa tra prati e appezzamenti di terra coltivati, piccole cascine e stalle. Salendo, il panorama si spalanca sempre di più, sia verso la conca di Lecco sovrastata dai Piani Resinelli, che in direzione del lago di Annone. Nel punto in cui la carreggiata subisce un restringimento e il fondo diviene di acciottolato, la piccola statua della Madonna protetta da una cappella augura buon viaggio a chi sale sui monti.

La Madonnina augura buon viaggio a chi sale sui monti

Paesaggio rurale alle porte della frazione Belvedere di Valmadrera

Dopo qualche passo veniamo inghiottiti dal bosco che per un brevissimo tratto cede lo spazio a un ritaglio di terreno coltivato. Nonostante l'inverno i colori della natura non sono spenti del tutto. Resistono l'arancio dei cachi rimasti aggrappati ai rami spogli, il bianco tenue dei fiori dell'elleboro, il giallo degli aghi dei larici, il rosso delle bacche del pungitopo tra il verde scuro delle foglioline appuntite, le sfumature brillanti dell'erba nelle zone umide. Pure qui, al pari delle pendici del monte Cornizzolo, sopravvivono molte Casote, una tipologia di architettura rurale usata come deposito degli attrezzi, riparo/rifugio per la notte o in caso di mal tempo.

Le sfumature dell'inverno salendo verso San Tomaso



Procedendo nella camminata, a breve distanza dalla meta e in prossimità della cascatella della Val Gaton, s'incrocia il percorso dei massi erratici che sale dal Cimitero Nuovo di Valmadrera, di lunghezza poco superiore a quello affrontato da noi e con difficoltà intermedia. Possiede un interesse geologico in quanto consente di ammirare alcune formazioni rocciose calcaree e dolomitiche, modellate dall'acqua e gli agenti atmosferici nel corso dei secoli. Ne abbiamo seguito un tratto ma nonostante la particolarità di certi massi non ci ha entusiasmato per via della scarsa chiarezza delle indicazioni e la trascuratezza del sentiero.  

Casota lungo il percorso dei Massi Erratici

Meglio quindi non effettuare deviazioni e proseguire fino al luogo in cui gli alberi scompaiono divenendo una cintura attorno alla piana di San Tomaso a 580 metri di altitudine, dove trovano posto la chiesetta, il ristoro e un grazioso nucleo rurale riqualificato con tanto di orti, animali al pascolo e un museo della vita contadina, aperto due domeniche al mese da marzo a ottobre. Da qui i sentieri procedono verso la cima della montagna e i Corni di Canzo, le Casote e il rifugio S.E.V., la via ferrata e la palestra di roccia, tutte mete molto allettanti che terremo in considerazione per la primavera prossima. 

Il nucleo rurale di San Tomaso

Oggi però, in questo pomeriggio invernale, ci riempiamo gli occhi delle vedute ampie e profonde all'orizzonte verso la città di Lecco e la Brianza, godibili sia dal terrazzo prativo antistante il piccolo edificio religioso, sia salendo di qualche passo lungo i pascoli. In tal modo è possibile avere una visione d'insieme dell'alpeggio di San Tomaso, adagiato sopra un promontorio naturale a picco sulla vallata: ultima istantanea di questa gradevole passeggiata. 

Visione d'insieme sulla Piana di San Tomaso, verso Lecco e il lago di Annone






Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.


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