martedì 20 ottobre 2020

Al MET di Tirano

Nella graziosa cittadina di Tirano in Valtellina, a una manciata di passi dal confine svizzero, scopriamo un museo che racchiude la storia del territorio. Dopo aver lasciato l'auto nel parcheggio gratuito all'ingresso dell'abitato provenendo da Sondrio, quello con la casetta del punto informazioni, si cammina per 200 metri fino alla piazza dominata dal Santuario della Madonna di Tirano. Le linee pulite della facciata principale invitano a entrare per scoprirne il pomposo interno barocco creato con stucchi, affreschi e marmi. Il magnifico organo poi, si impone sulla navata centrale con i suoi 14 metri di altezza. Se volete saperne di più su questo luogo sacro vi invito a leggere il mio post dal titolo 'alla scoperta delle chiese gemelle di San Romerio e Santa Perpetua e della Basilica' al link: http://amareviaggiarescrivere.blogspot.com/2014/06/alla-scoperta-delle-chiese-gemelle-di.html.  

Santuario della Madonna di Tirano

Proprio di fianco alla chiesa, incastrato fra i bar e le altre attività commerciali, si apre l'ingresso al MET, il museo etnografico tiranese, che con piacere scopriamo essere ad accesso gratuito (sito internet: http://www.museotirano.it/). L'esposizione occupa i diversi piani della signorile Casa del Penitenziere il cui lato rivolto verso la Svizzera affaccia su un intimo giardino, verdissimo, pieno di alberi, arbusti, un pergolato a volta, e protetto da case vecchie e mura di cinta. Se si alza lo sguardo, appollaiata sopra un avamposto roccioso, si scorge l'architettura semplice della chiesina di Santa Perpetua con il campanile romanico ornato da bifore. Anche di questo luogo e di come raggiungerlo ne parlo nel post citato sopra e del quale ho riportato il link.

In alto sulla sinistra la Chiesa di Santa Perpetua vista dal giardino del MET

Salendo e scendendo le scale del MET ritorniamo indietro nel tempo grazie agli ambienti ben organizzati nei quali sono esposti gli attrezzi delle attività contadine come l'agricoltura, l'allevamento, la caseificazione, la macellazione del maiale, la pesca e la caccia. Nel fascinoso ambiente in legno della stua percepiamo le sensazioni di calore e semplicità di una tipica camera da letto con tanto di culla per neonato. 

Calzature di un tempo

Nella cucina del museo

Calore e semplicità nella tipica Stua

Proseguendo nella visita osserviamo la stanza della tessitura e quella dedicata alla religiosità con i paramenti regalati dal cardinale francese Richelieu nel 1636 al santuario della madonna di Tirano. Risalgono a quel lungo periodo di conflitti perpetrati dalla Francia per ottenere la dominazione della Valtellina. Davvero molto suggestivo è il portone intagliato di Grosio, sistemato al piano terra accanto all'ingresso. Curiose sono le valige e i bauli, mentre macabra è la bara risalente al XVIII secolo. Nella cantina l'odore di umido mischiato a quello del legno precede la visione sul torchio per il vino e il frantoio per la produzione dell'olio di noci. 

Portone intagliato di Grosio

Bauli, valige e... una bara

Frantoio per la produzione dell'olio di noci

Nella cantina del MET

Il MET è un museo piccolo eppure ben costruito, capace di far comprendere le vite dei nostri avi, inoltre è gratuito, un aspetto importante nell'ottica di una cultura accessibile a tutti. Vale di certo la pena visitarlo, così come il restaurato centro storico di Tirano, pieno di trattorie dove gustare i piatti tipici e i vini valtellinesi in location caratteristiche.

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.   

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